Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, andiamo in Francia dove domenica si vota per le presidenziali. Luana De Micco fa l’analisi dei programmi elettorali: con la guerra in Ucraina, l’ambiente che era in testa alle promesse dei candidati è scomparso (o quasi). Elisabetta Ambrosi ha intervistato Laura Rossi, che racconta le sfide dell’agricoltura in un momento in cui il clima è impazzito, tra nuovi parassiti, bombe d’acqua e siccità.
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, Mountain Wilderness pone l’accento sull’eolico: va bene, ma senza deturpare la montagna. Mentre il WWF spiega che l’emergenza alimentare è dovuta alle lobby più che al conflitto di Putin.
Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” parliamo di scuola e di tutti i pericoli, dovuti all’inquinamento, che possono minare la salute di studenti e professori.
Buona lettura
Presidenziali in Francia, la guerra cancella il clima dai programmi
di Luana De Micco
“Nessun candidato propone una strategia all’altezza dei rischi della crisi climatica”: l’analisi del think tank The Shift Project, pubblicata il 28 marzo, è senza appello a qualche giorno dal primo turno delle presidenziali francesi, domenica 10 aprile. Il cambiamento climatico e la transizione ecologica dovevano essere i temi centrali di questa campagna, che però prima è stata fagocitata dall’epidemia di Covid, poi dall’invasione russa in Ucraina. Il carovita, con l’inflazione che cresce (4,5% a marzo in Francia) come conseguenza della guerra, ma anche dopo due anni di pandemia, è ora la principale preoccupazione dei francesi. Tanto che il clima è passato in terza posizione, dopo la sicurezza. Il cambiamento climatico preoccupa ancora l’80% dei francesi, ci dice un sondaggio Ipsos. Ma il 55% di loro ritiene che l’emergenza economica e sociale ora è prioritaria e richiede “misure rapide anche se ciò implica di mettere per qualche tempo da parte la questione ambientale”.
(continua a leggere)
Il libro
Nelle mani della natura
ADD editore, pagine 288, euro 18
di Anne Sverdrup-Thygeson
C’è un incessante e silenzioso lavorio, intorno e dentro di noi, che ci permette di nascere, crescere, respirare e riprodurci: insomma, di vivere. La natura e gli esseri che la abitano si rivelano come uno stupefacente frattale di mondi dentro a mondi, fatto di connessioni e legami inattesi, abitato da milioni di organismi viventi che contribuiscono alla nostra sopravvivenza fornendo servizi e materie prime. Anne Sverdrup-Thygeson ci guida in questi universi, accompagnandoci in un flusso di interazioni che partendo dalla falda acquifera di New York e passando per il ruolo delle vespe e delle termiti, arriva fino ai tronchi in decomposizione nelle foreste e alle incredibili qualità del sangue del limulo, un vero e proprio fossile vivente che permette, ancora oggi, di verificare il livello di sterilizzazione dei dispositivi medici. Nelle mani della natura risponde alle tante domande che ogni giorno ci poniamo sul nostro rapporto con il vivente, e lo fa con una qualità essenziale: la meraviglia.
Anne Sverdrup-Thygeson insegna alla Norwegian University of Life Scienze, ed è consulente scientifica dell’Istituto norvegese per la ricerca sulla natura. Ha un dottorato in biologia della conservazione e tiene lezioni sulla gestione della natura e sulla biodiversità forestale. Si occupa anche di divulgazione partecipando a uno dei più noti programmi scientifici norvegesi. In Italia, pubblicato da Bur, è già apparso il suo libro Terra insecta.
|