Nella newsletter Fatto for Future di questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, Elisabetta Ambrosi intervista il geografo Filippo Menga, secondo cui a provocare la crisi idrica globale non sono i consumatori, ma il capitalismo, che rafforza le diseguaglianze e lo sfruttamento.
Con Michela Iaccarino affrontiamo l’altra faccia della siccità: le piogge torrenziali. Negli ultimi giorni, il Kenya è stato sommerso dall’acqua: interi villaggi sono stati spazzati via, le vittime sono almeno 200, gli sfollati 200mila. E, come spesso accade, la comunità internazionale non reagisce all’emergenza in maniera adeguata.
Nello spazio dedicato alle associazioni, Italian Climate Change commenta l’accordo “storico” sul clima appena approvato dal G7. Secondo gli ambientalisti, il risultato ottenuto invece è minimo: nel testo si parla di riduzioni solo nel settore elettrico, non ci sono scadenze puntuali né indicazioni precise sul piano finanziario. Italia solare si occupa di fotovoltaico, dopo l’approvazione del decreto che vieta l’installazione dei pannelli solari sui terreni agricoli.
Nella rubrica Verdi si diventa, infine, parliamo della città dei 15 minuti: com’è e come progettarla.
Buona lettura
Crisi idrica, il geografo Menga: “Fanno sentire i colpa noi consumatori, ma il problema è il capitalismo”
di Elisabetta Ambrosi
Campi crepati e riarsi dal sole, donne con grandi taniche in cammino su sentieri di paesi non meglio identificati, relitti di navi arrugginite sui fondali di un lago, bambini che bevono acqua dalle pozzanghere. Oggi questo immaginario sull’acqua che manca ci appare tristemente scontato, realista, quasi una fotografia. In realtà, come scrive il geografo e docente all’Università di Bergamo Filippo Menga nell’illuminante saggio, ora uscito anche in italiano, “Sete. Crisi idrica e capitalismo” (Ponte alle Grazie), l’immaginario della crisi idrica globale è un prodotto del capitalismo. Di un capitalismo improntato a quello che l’autore chiama “un soluzionismo neoliberalizzato, pseudoreligioso e tecnocratico” messo in campo per risolvere la crisi idrica, che finisce però per rafforzare le diseguaglianze e lo sfruttamento che promette di superare.
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Il libro
Se Colapesce si stancasse
Navarra Editore, pp. 106, euro 12
di Alan David Scifo
“Se Colapesce si stancasse” è uno straordinario viaggio-inchiesta lungo le coste e l’entroterra siciliano compiuto dal giovane giornalista agrigentino Alan Scifo che svela alcuni dei più gravi, ma meno noti, disastri ambientali d’Italia legati all’inquinamento industriale e alla gestione dei rifiuti. Un reportage crudo e dolente che presenta la Sicilia come terra di veleni e non fa sconti a nessuno.
Alan David Scifo è un giornalista d’inchiesta. Si occupa di ambiente e sud.
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