Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, cominciamo dalle Olimpiadi invernali di Pechino. Si gareggia su piste di neve artificiale al 100%, Elisabetta Ambrosi ci spiega i danni per ambiente e atleti. E nel futuro per gli sport invernali sarà la regola. Nicola Borzi ci parla di uno studio tedesco sulla riduzione delle emissioni delle 25 più grandi multinazionali al mondo: il risultato è un desolante greenwashing.
Nello spazio dedicato alle associazioni ambientaliste, Extinction Rebellion spiega il motivo del blitz con lancio di vernice al ministero della Transizione ecologica. Sempre riguardo a XR, nella sezione video di FQ Extra proponiamo un reportage su chi sono gli attivisti del movimento che, tempo fa, ha fermato il traffico a Roma. Oggi Ultima Generazione – Assemblea Cittadina iniziano lo sciopero della fame: “La settimana scorsa, dopo le due azioni svoltesi al ministero della Transizione ecologica la repressione nei nostri confronti è aumentata, siamo stati costantemente pedinati, intimiditi, trasportati in questura senza una ragione chiara e, infine, trascinati fuori dai nostri appartamenti dalla polizia entrata in casa senza mandato. Questa repressione ci rende impossibile fare qualsiasi altra cosa che iniziare uno sciopero della fame. Rientreremo in azione perché vogliamo assolutamente ottenere un incontro pubblico coi ministri”.
L’associazione Friend of the Sea ci parla della macabra abitudine di mangiare zuppa di pinne, una pratica che porta all’uccisione di 100 milioni di squali. Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” ci occupiamo della cancelleria per scuola e ufficio: cosa comprare (e dove) per avere penne, matite, fogli ed evidenziatori sostenibili.
Buona lettura
Pechino è medaglia d’oro delle Olimpiadi artificiali: ecco i rischi
di Elisabetta Ambrosi
Lo spettatore da casa vede solo la pista bianca che fa da contrasto con l’abbigliamento colorato degli atleti. Uguale a quella delle scorse olimpiadi, e di quelle prima ancora. Quello che invece non vede e non vedrà mai di queste olimpiadi di Pechino (e di Yanqing e Zhangjakou) è la distesa impressionante di macchine da neve e kit di raffreddamento – 300 cannoni e 130 generatori di neve a ventola – indispensabili perché lo spettacolo possa svolgersi. Infatti, secondo un rapporto a cura della Loughborough University di Londra, Slippery Slopes. How the Climate change is threatening the winter olympics, i Giochi di Pechino entreranno nella storia come i primi ad avere utilizzato praticamente il 100% di neve artificiale, per una superficie coperta di 800.000 mq e l’utilizzo di 49 milioni di galloni di acqua, utilizzata per produrre 1,2 milioni di metri cubi di neve. Uno sviluppo che, secondo gli scienziati, diventerà la norma mano mano che il pianeta si riscalda. Al di là degli effetti più gravi, dunque, la crisi climatica sta “erodendo la capacità degli sport sulla neve e sul ghiaccio di svolgersi in condizioni naturali, dalle Alpi ai Pirenei, dalle Montagne Rocciose alle Ande”.
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Il libro
Paura. Lezioni di sopravvivenza dalla natura selvaggia
Raffaello Cortina editore, pagine 286, euro 22,8
di Daniel T. Blumnstein
La paura, affinata da milioni di anni di selezione naturale, ha mantenuto in vita i nostri antenati. Ma abbiamo ancora molto da imparare su come gestire la nostra risposta al pericolo. Da più di trent’anni, Daniel Blumstein studia le risposte di paura degli animali. Le sue osservazioni portano a una conclusione definitiva: la paura preserva la sicurezza, ma a caro prezzo. Uno stormo di uccelli in cerca di cibo spende energia preziosa prendendo rapidamente il volo quando appare un rapace. Se, da un lato, gli uccelli riescono a fuggire, dall’altro si lasciano alle spalle la loro fonte di cibo. Tra gli esseri umani, la paura è spesso una risposta comprensibile alle fonti di minaccia, ma può comportare un impatto elevato sulla salute e sulla produttività. Approfondendo le origini evolutive e i contesti ecologici della paura tra le specie, Blumstein considera ciò che possiamo imparare dai nostri simili animali, dai loro successi e dai fallimenti. Osservando come gli animali sfruttino l’allarme a proprio vantaggio, possiamo sviluppare nuove strategie per affrontare i rischi senza panico.
Daniel T. Blumstein insegna presso il Department of Ecology and Evolutionary Biology e presso l’Environment and Sustainability Institute della University of California, Los Angeles, dove è condirettore dell’Evolutionary Medicine Program. È membro della Animal Behaviour Society.
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