Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana iniziamo dalla Cop26, la conferenza sul clima. Elisabetta Ambrosi ha redatto un bilancio sintetico. Mentre Nicola Borzi ci parla di cosa sta succedendo in Scozia e della reazione troppo morbida contro l’inquinamento del settore agroalimentare. Poi Giuliano Garavini fa un’analisi dei maggiori inquinatori del pianeta, ossia le grandi compagnie nazionali petrolifere, dall’Arabia al Venezuela. Per le associazioni, Re:Common ci parla della decarbonizzazione delle Assicurazioni, ma molto è ancora da fare. Mentre Giorgio Vacchiano (Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale) spiega l’importanza dell’accordo contro la devastazione delle foreste. Poi la consueta rubrica di Luca Mercalli. Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” vedremo quali sono le cinque regole per evitare ansia e frustazione per i cambiamenti climatici.
Buona lettura
Cop26, gli accordi finora conclusi
– Carbone. Accordo di oltre 40 paesi per ridurre l’uso del carbone nella produzione di elettricità, con uscita graduale tra il 2030 e il 2040. Ci sono paesi come Polonia, Cile, Canada, Vietnam e Ucraina ma non i big, Cina, India, Australia e neppure Stati Uniti. Un accordo tuttavia non sufficiente per limitare l’aumento della temperatura a 1,5%.
– Deforestazione. Oltre 100 leader del mondo si sono impegnati a interrompere la deforestazione entro il 2030, con impegni finanziari che arrivano a 19,2 miliardi di euro. Firmano anche Brasile, Russia, Cina, Australia, Indonesia, Colombia, Costa Rica.
– Metano. Oltre 85 paesi, il 70% dell’economia globale, si sono impegnati a tagliare del 30% le emissioni di metano entro il 2030 (Global Methane Pledge). Ma la riduzione del 30% è giudicata troppo bassa dagli scienziati.
– Finanza. Il 40% del mondo della finanza ha promesso di rispettare gli accordi di Parigi. Si tratterebbe di 130.000 miliardi di asset, sotto l’ombrello della Glasgow Financial Alliance for Net Zero, presieduta da Mark Carney e Michael Bloomberg, con aiuti di 1000 miliardi all’anno per aiutare le economie ad uscire dal carbone. I numeri altissimi hanno suscitato un certo scetticismo tra il mondo degli attivisti.
– Combustibili fossili. 21 paesi, tra cui l’Italia, si sono accordati per interrompere i finanziamenti a paesi che investono in combustibili fossili. L’accordo però non comporta uno stop alle opere in corso e non è vincolante.
– Sud del pianeta. C’è anche l’Italia, ma con soli 10 milioni, nella Global Energy Alliance for People and Planet, che ha l’obiettivo di arrivare a 100 miliardi di fondi, soprattutto privati, per fornire a 1 miliardo di persone nel sud del mondo energia rinnovabile e ridurre la CO2.
– Agricoltura. 45 paesi si sono impegnati ad investire 4 miliardi di dollari in azioni per proteggere la natura e passare a sistemi agricoli sostenibili.Le associazioni ambientaliste hanno criticato l’assenza di un dibattito sugli allevamenti intensivi.
Cop26. Clima, Italia retrocessa. Agroalimentare e gas serra, le colpe dell’Europa
di Nicola Borzi
Mentre a Glasgow i politici tengono banco con le loro apparizioni mediatiche più o meno felici, la seconda settimana della Cop26 vede i lavori delle delegazioni. Gli “sherpa” stanno cercando di centrare l’obiettivo di una dichiarazione finale condivisa da tutti, ma la bozza di accordo è talmente labile e vuota di contenuti concreti che Greenpeace l’ha svelata definendola un bluff. Ma in Scozia le aziende responsabili dello sfruttamento delle fonti fossili hanno inviato oltre 500 delegati che ostacolano il raggiungimento di un accordo reale. Dopo i gossip sulle “emissioni gassose” del presidente Usa Joe Biden, ieri sul palco del meeting scozzese della conferenza periodica dell’Onu sul clima l’ex presidente Barack Obama ha attaccato a testa bassa il mancato raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015. A partire dall’ex amministrazione Trump, che tra politiche negazioniste e posizioni antiscientifiche ha fatto perdere quattro anni di mancate politiche climatiche agli Stati Uniti, ma non ha risparmiato critiche nemmeno a Russia e Cina. Ma a sua volta l’ex presidente Usa ha dovuto incassare le critiche degli attivisti climatici. Greta Thunberg lo ha snobbato, evitando di incontrarlo, ed è tornata in Svezia per riprendere le lezioni a scuola, e Vanessa Nakate, che lo ha accusato di aver tradito le promesse: “Quando avevo 13 anni, nel 2009, avevi promesso 100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Stati Uniti hanno tradito le loro promesse, questo costerà molte vite umane in Africa. Tu vuoi incontrare i giovani della CopP26. Noi vogliamo i fatti”, ha scritto in un tweet la 24enne ugandese.
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Il Libro
Biofilia. Il nostro legame con la natura
Edizioni piano B, euro 16, pagine 250
di Edward O. Wilson
“Biofilia” è l’opera più personale di Edward O. Wilson. Il termine biofilia significa letteralmente “passione per la vita” o anche “amore per la vita” – un amore e una passione che egli comunica in queste pagine attingendo direttamente alle proprie esperienze sul campo: ciò che il naturalista prova ad essere immerso dall’alba al tramonto nello studio di un solo metro quadrato di foresta pluviale, o quando scopre per la prima volta un organismo sconosciuto o mentre si meraviglia di fronte all’infinita ricchezza di forme di vita solo apparentemente effimere. Ma l’ipotesi biofilia rimanda a qualcosa di ben più importante e profondo: ai milioni di anni durante i quali l’uomo si è relazionato al suo ambiente, stringendo con esso un legame inscindibile – al nostro bisogno fisico, psicologico ed emotivo di venire in contatto con gli altri esseri viventi, di apprezzarne le forme e ricrearle, di adattare ad essi le nostre vite e culture. Oggi, nel mezzo della “sesta estinzione di massa”, la necessità di un’«etica della terra» e di nuovi modi di vivere nel mondo sono compiti sempre più urgenti: l’esistenza e il benessere della nostra specie dipendono dalla sopravvivenza del nostro ancestrale legame con la natura, e dall’umana esigenza di amare, temere e semplicemente convivere con tutte le altre forme di vita.
Edward O. Wilson, riconosciuto come uno dei più importanti biologi e naturalisti del mondo, è professore emerito di Biologia alla Harvard University. Vincitore di due premi Pulitzer per la saggistica, ha pubblicato, nella collana Scienza e idee di Raffaello Cortina, La conquista sociale della Terra (2013), Lettere a un giovane scienziato (2013), Le origini della creatività (2018) e Le origini profonde delle società Umane (2020).
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