Benvenuti a Giustizia di Fatto n° 119. Questa settimana partiamo da Reggio Calabria per raccontarvi, con Lucio Musolino, una storia di ordinaria schiavitù. Una donna nigeriana, convinta a venire in Italia con la speranza di un lavoro, si è ritrovata costretta a prostituirsi per le strade di Bari. Il suo aguzzino, sedicente capo di un culto chiamato “Supreme Vikings Confraternity”, la picchiava, la violentava e le avrebbe persino portato via un figlio nato da uno stupro. La ragazza ha testimoniato in aula contro il suo aguzzino. Con Francesco Casula ci spostiamo in Lucania: qui un clan mafioso guidato da un ex carabiniere metteva a ferro e fuoco il materano e il Comune di Scanzano Jonico, con una tale spavalderia da pagare addirittura gli eventi in piazza. Vincenzo Iurillo ci aggiorna, invece, sull’epopea dell’ex senatore Giggino Cesaro, che è ai domiciliari da ottobre per accuse di concorso esterno in associazione camorristica: ora è accusato anche di corruzione. Maria Cristina Fraddosio si occupa ancora di amianto killer: sono stati risarciti i figli di un autista Cotral morto nel luglio 2011 a 59 anni per adenocarcinoma polmonare. Elisabetta Reguitti ci racconta la deposizione in Tribunale di una ragazza, costretta a subire – come la madre e le altre tre sorelle – 20 anni di percosse e soprusi da parte del padre, e torna ad aggiornarci sulle violenze sulle donne: dall’inizio dell’anno sono stati già due gli arresti per tentato omicidio e aggressioni, mentre il 2022 si è chiuso con meno casi, ma più omicidi.
Buona lettura
A cura di Antonio Massari
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