Benvenuti alla newsletter Giustizia di Fatto n° 98. Questa settimana partiamo dall’indagine sul Museo della ‘Ndrangheta di Reggio Calabria, gestito dall’associazione Antigone locale e il cui presidente, condannato a 9 mesi, è stato indagato per una gestione “allegra” del Museo e per i suoi rapporti privilegiati con la politica. Le motivazioni della sentenza mostrano che la Guardia di finanza aveva fatto il proprio dovere, a differenza di quanto sosteneva la difesa: ci racconta le carte Lucio Musolino. Restiamo in ambito di lotta alla criminalità organizzata con Vincenzo Iurillo, che dalla Campania rende conto delle accuse di corruzione nei confronti di un geometra del Comune.
Stefano Baudino ha seguito per noi l’indagine che coinvolge un’associazione contro la violenza sulle donne di Rimini, dove l’ex presidente e una collaboratrice sono accusate di appropriazione di fondi. La procura aveva archiviato, ma le denuncianti hanno fatto ricorso. Maria Cristina Fraddosio ha raccolto la denuncia degli ambientalisti abruzzesi contro il taglio degli alberi nelle nelle aree protette del Parco nazionale e delle Sorgenti del Pescara.
Francesco Casula fa il quadro del pronunciamento che è stato chiesto alla Cassazione sulla questione dell’uso delle intercettazioni come unico riscontro per avviare indagini per spaccio di droga. Dalla Sicilia, Saul Caia racconta di una inchiesta sulla falsificazione dei contagi Covid da parte della Sanità regionale (nei guai l’assessore Razza). Infine, Elisabetta Reguitti aggiorna la triste conta dei femminicidi avvenuti in settimana.
Buona lettura
A cura di Antonio Massari
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