Benvenuti a Giustizia di Fatto n° 99. Questa settimana partiamo da Foggia con Francesco Casula che ci racconta l’aumentare di un grave fenomeno: tra omicidi e ferimenti è in crescita il numero di minori autori e vittime di fatti sangue. Con Saul Caia ci spostiamo a Siracusa dove un boss con due lauree prese al 41 bis, scarcerato da poco, torna in carcere con l’accusa di omicidio avvenuto nel 2001. In Calabria gli avvocati hanno incrociato le braccia il 14 e il 15 luglio a causa della “deriva autoritaria” delle toghe. Ma dietro lo sciopero sembra esserci un duro attacco al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
Stefano Baudino torna sul caso del centro antiviolenza di Rimini, finito nella bufera per delle presunte somme percepite dall’ex presidente e una socia. Il pm ha chiesto l’archiviazione a cui si sono opposte le altre lavoratrici del centro.
Infine, Maria Cristina Fraddosio ci aggiorna sui problemi degli operai che hanno lavorato con l’amianto: per un operaio di Trieste, al quale era stata riconosciuta la malattia professionale ma non l’indennizzo, dopo il tentativo di suicidio arriva la diagnosi di danno psicologico.
Buona lettura
A cura di Antonio Massari
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