Benvenuti alla newsletter Giustizia di Fatto n° 121. Questa settimana partiamo dal Consiglio superiore della magistratura: perché Giuseppe Valentino, il candidato di Giorgia Meloni, non è stato eletto tra i componenti laici? Tutto ha origine in Calabria: ce lo spiega Lucio Musolino. Dalla Calabria ci spostiamo in Campania: il narcotrafficante pentito Raffaele Imperiale, noto come il boss dei Van Gogh, aveva conservato le sue chat su una piattaforma che sembrava inviolabile… ma qualcosa è cambiato. Ce lo racconta Vincenzo Iurillo che si occupa anche della strana guerra, a colpi di birra, kart e pomodori, scoppiata a Battipaglia sui terreni che furono del cassiere del clan Maiale. Traffico internazionale di cocaina: Francesco Casula ci racconta come l’Antimafia di Potenza ha inferto un gran colpo ai clan della mafia lucana: due secoli carcere al clan Riviezzi.
A Bagnoli riparte l’osservatorio popolare sulle bonifiche: domenica militanti e cittadini per la prima volta si riuniranno all’interno dell’ex Italsider in accordo con Invitalia. Con quali prospettive? Ce lo racconta Maria Cristina Fraddosio che, con un altro articolo, torna a occuparsi di amianto e luoghi di lavoro: Solvay è stata condannata in Cassazione per la malattia di un operaio che per 32 anni ha lavorato nello stabilimento di Rosignano. Elisabetta Reguitti continua ad aggiornarci sui femminicidi: ben sei in 26 giorni. E ancora: un’assoluzione in Cassazione per “delirio di gelosia” e il racconto di un processo in cui un marito e padre di quattro figlie, accusato di maltrattamenti, violenze e aggressioni familiari, ha ammesso le sue colpe. Il pm ha chiesto 16 e sei mesi anni di reclusione.
Buona lettura.
A cura di Antonio Massari
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