Benvenuti alla newsletter Giustizia di Fatto n°46. Questa settimana – per la prima volta dall’inizio dell’anno – non si registrano nuovi indagati per mafia o corruzione. Il totale del 2021 resta fermo quindi a 300 nuovi indagati per corruzione e 1.214 per reati di mafia. Sale invece a 31 il numero dei femminicidi come ci racconta nel suo articolo Elisabetta Reguitti. Con Vincenzo Iurillo ci spostiamo a Castellamare di Stabia dove il consigliere forzista Luigi D’Apice ha commemorato in aula suo padre, detto “Giggino o’ ministro”, deceduto l’anno prima, definendolo un “faro”. Nulla da dire sul legittimo sentimento filiale però va ricordato che il papà di D’Apice nel 2004 è stato condannato con sentenza definitiva a 4 anni per concorso esterno in associazione camorristica. Antonella Mascali con il suo consueto Insider sulla magistratura ci racconta che, per magistrati e avvocati, ripartono finalmente i concorsi fermati dall’emergenza Covid. Ma con qualche novità. Quale? Per la rubrica Giustizia & Ambiente Maria Cristina Fraddosio torna a parlarci di Abruzzo e della bonifica di Bussi sul Tirino (Pescara): secondo le associazioni ambientaliste, il lavoro della Commissione d’inchiesta abruzzese, è stato pressoché inutile. Infine, come ogni prima settimana del mese, Camilla Tagliabue si occupa di giustizia e letteratura e in un incastro di Delitti e castighi (letterari) ci racconta del commovente amore di Momò e Madame Rosa: “La vita davanti a sé” di Romain Gary, pubblicato nel 1975, narra le vicende di una anziana obesa sopravvissuta al lager e alla prostituzione e del figlio di una “battona” ammazzata dal pappone (e padre del piccolo).
Buona lettura
A cura di Antonio Massari
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