In attesa che durante un talk show qualche benpensante rispolveri la “modesta proposta” di Jonathan Swift suggerendo di vendere i figli dei poveri al mercato e di mangiarli “per impedire che siano di peso per i loro genitori e il paese, e per renderli utili alla comunità”, anche quest’anno molte migliaia di sedicenti imprenditori fanno di tutto per violare l’articolo 36 della nostra costituzione. La Carta è categorica. I padri costituenti scrivono: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa é stabilita dalla legge”. Davanti ai contratti metà in chiaro e metà in nero, i salari da
poco più di 4 euro l’ora e i mesi di lavoro senza giorni di riposo richiesti agli stagionali del turismo i media però non proferiscono verbo. Lo sfruttamento, che noi anche quest’anno vi raccontiamo, non fa scandalo. Perché il problema sono i giovani fannulloni. È colpa loro se al mare e in montagna è così difficile trovare personale. Così meglio censurare la realtà prima che i fatti disturbino le opinioni.