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28 Aprile 2023
Se nel mondo della bugia la verità è una malattia, in quello del giornalismo italiano le domande sono solo ipocrisia. A dimostrarlo arriva l’intervista del Corriere della Sera di oggi a Caterina Chinnici, l’eurodeputata del Pd ed ex candidata della sinistra alla presidenza della regione siciliana passata a sorpresa con Forza Italia. Chinnici è un magistrato che deve la propria carriera politica al cognome che porta. Suo padre, il celebre consigliere istruttore Rocco Chinnici, fu l’inventore del pool antimafia e fu ucciso da Cosa Nostra nel 1983. Per questo Caterina è sempre stata considerata un simbolo della legalità e della cultura antimafia. Se in disaccordo con la linea, a suo dire troppo sinistra, della neo segretaria Elly Schlein, decide di passare a un altro partito (senza dimettersi dall’europarlamento) lo può fare perché la legge lo consente. Chi la riesce ad intervistare ( a noi l’intervista è stata rifiutata) ha invece un obbligo deontologico. Non limitarsi agli interrogativi sulla Schelin, ma porre all’antimafiosa Chinnici almeno una domanda su Marcello Dell’Utri, co-fondatore di Forza Italia e condannato definitivo per fatti di mafia come altri esponenti di quel partito. Non farlo è ipocrisia.
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