7 Aprile 2023
Care amiche, cari amici, parte oggi “Quello che gli altri non dicono” la mia nuova newsletter che dalla prossima settimana sarà riservata solo a sostenitori e abbonati. Se volete riceverla iscrivetevi. Ogni venerdì leggerete un mio pensiero controcorrente e una piccola rassegna di storie, inchieste e notizie ignorate dai più.
Il disastro che si profila all’orizzonte sul Pnrr spiega bene quanto costi vivere in un paese in cui i giornalisti sono indulgenti col potere. I ritardi nella realizzazione dei progetti sono frutto di una serie di errori commessi principalmente (ma non solo) dal governo Draghi. Errori che opinionisti, giornali e tv negli anni scorsi si sono ben guardati dal ricordare. Così, in assenza di critiche, quell’esecutivo non ha né voluto né saputo correggersi. L’esempio più eclatante è rappresentato dall’ex ministro Renato Brunetta. Scelto da Draghi come responsabile della Pubblica amministrazione sebbene anni prima nello stesso dicastero fosse stato il padre di una fallimentare riforma della burocrazia, Brunetta firma i concorsi flop che avrebbero dovuto popolare enti e ministeri di personale tecnico in grado di far partire gare e appalti. Non corre ai ripari quando gli sbagli diventano evidenti e oggi viene descritto come in pole position per la presidenza del Cnel (Consiglio nazionale economia e lavoro). A dimostrazione di come per la stampa italiana la meritocrazia valga solo per chi non fa parte delle classi dirigenti.