EUROPEE, MELONI CHIUDE LA CAMPAGNA ACCUSANDO LE SINISTRE: “OFFRONO ALIBI ALL’ODIO POLITICO”. LEGA, VANNACCI DAL PALCO CITA IL “GLADIATORE”. I sostenitori hanno iniziato a riempire Piazza del Popolo, a Roma, sin dalle 14, per applaudire Giorgia Meloni nell’ultimo comizio prima del voto dell’8 e 9 giugno. La premier prima ha lanciato il messaggio su X: “Ci vediamo tra pochissimo. Vi aspetto!”. Poi, verso le 14,30 è arrivata in piazza, scaldando i militanti e attaccando le opposizioni: “Non saremo mai livorosi e arrabbiati come loro, la democrazia esiste solo quando comandano. Noi veniamo dalla piazza e qui stiamo meglio che sui social”, ha esordito la premier. Poi ha rassicurato i militanti sulla tenuta del governo – mandando “un abbraccio” a Tajani e Salvini – decantato i dati sul lavoro e anticipato riforme sulla Sanità, mentre l’opposizione “tifava spread e disoccupazione”. Ha chiamato in causa i migranti per attaccare gli avversari: “I barconi si rovesciavano a causa di criminali che la sinistra faceva finta di non vedere”. Fino a snocciolare dati tutti da verificare: “Meno 60% degli sbarchi rispetto al 2023”. Infine, la chiamata in causa di Elly Schlein: “La sinistra offre l’alibi per gli estremisti e l’odio politico, quando dice che non sono democratica”. Sul Fatto di domani, vi racconteremo i dettagli e i retroscena della lunga giornata della premier, con l’appuntamento al Quirinale per la vigilia della festa della Repubblica. Intanto, la Lega è alle prese con la mina Vannacci. Il generale, candidato col Carroccio, ieri ha diffuso sui social un spot elettorale invitando a “mettere una ‘decima’ sul simbolo della Lega”. Esplicita allusione al battaglione della Decima Mas, che dopo l’8 settembre del 1943 rimase al fianco dei nazisti e di Mussolini. Oggi il generale dal palco di Milano ha citato il “Gladiatore”: “L’8 e il 9 giugno sapete cosa fare: andate alle urne votate per la Lega e scrivete il nome Vannacci sulla scheda. Al vostro segnale scateneremo l’inferno”.
GUERRA IN UCRAINA: LA RUSSIA COLPISCE LE INFRASTRUTTURE DI LEOPOLI, LA POLONIA FA ALZARE I JET. MOSCA METTE NELLA “LISTA NERA” LE MOGLI DEI SOLDATI AL FRONTE. Non solo il fronte di Kharkiv; anche la regione di Leopoli ha subito un bombardamento. Secondo Kiev, sei missili da crociera hanno colpito tre infrastrutture. Mosca ha ammesso l’attacco, affermando di aver preso di mira una base dove sarebbero stati schierati gli F-16 in arrivo dall’Occidente. Il bombardamento nella zona di Leopoli ha messo in allerta la Polonia che per cautela ha fatto alzare i jet. Il presidente ucraino Zelensky ha rinnovato ancora l’appello agli alleati: “I nostri partner sanno esattamente cosa serve. Ulteriori Patriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Accelerare ed espandere la fornitura di F-16”. Intanto a Mosca il ministero della Giustizia ha inserito nella lista nera degli “agenti stranieri” Put Domoy, associazione delle mogli dei soldati che combattono al fronte; chiedendo il rientro dei propri cari, secondo il ministero, le donne forniscono una “immagine negativa” della Russia. In Italia, il ministro Tajani torna sulla questione degli obiettivi in terra russa da colpire con armi occidentali, dopo l’apertura della Germania: “Attenzione perché i rischi di una terza guerra mondiale aumentano”. Tajani ha confermato in ogni caso l’invio di un altro pacchetto di forniture belliche all’Ucraina: “Questione di settimane. Siamo al lavoro”. Sul Fatto di domani leggerete altri approfondimenti e un reportage dalle zone di Kharkiv.
GUERRA ISRAELE-HAMAS: TREGUA, L’OPPOSIZIONE CHIEDE A NETANYAHU DI ACCETTARE LO SCHEMA USA. IL PREMIER RIBATTE: “LE CONDIZIONI NON SONO CAMBIATE”. Dopo le indicazioni degli Stati Uniti e del presidente Biden sullo schema per riavviare il dialogo tra Israele e Hamas e giungere ad una tregua, l’opposizione politica dentro il Parlamento ebraico si fa sentire con Yair Lapid: “Il governo non può ignorare l’importante discorso di Biden. C’è un accordo sul tavolo e va preso”. Il leader centrista ha ricordato a Netanyahu che può contare su una “rete di protezione” da parte dell’opposizione se la destra radicale dei due ministri Itamar Ben Gvir e Bezale Smotrich dovesse decidere di uscire dalla maggioranza, in contrasto con l’intesa. Il premier, almeno per il momento, ribadisce la sua linea: “Le condizioni di Israele per porre fine alla guerra non sono cambiate: la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas, la liberazione di tutti gli ostaggi e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele. Continueremo ad insistere sul fatto che queste condizioni siano soddisfatte, prima che venga messo in atto un cessate il fuoco permanente”. I contatti diplomatici in ogni caso proseguono e domani, secondo i media egiziani, si terrà un incontro al Cairo, tra emissari di Israele e Stati Uniti sulla crisi a Gaza. L’Egitto chiede “un ritiro totale di Israele” dal terminal di Rafah, al confine con la Striscia di Gaza, che è diventato il punto principale di passaggio via terra per gli aiuti umanitari verso il territorio e i civili palestinesi. Sul giornale di domani leggerete un focus con una puntata del diario da Tel Aviv che parla delle proteste contro Netanyahu, e una intervista a Gur Megiddo, giornalista di Haaretz che si è occupato delle pressioni israeliane sulla Corte penale internazionale, subendone a sua volta.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Milano, manager vittima di stupro viene licenziata dall’azienda. Era stata violentata in un locale sui Navigli, a Milano. Inizialmente, i dirigenti con cui lavorava erano stati solidali: la vittima aveva vissuto un periodo molto difficile. Ma l’11 marzo è arrivato il licenziamento per la manager, 32 anni, impiegata in una azienda olandese con una sede ad Assago, con una offerta di 5.000 euro di buonuscita. La lavoratrice ha impugnato il licenziamento. Per quel che riguarda gli stupratori, il 16 gennaio scorso con una condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione con rito abbreviato, e due rinvii a giudizio, si è chiusa l’udienza, davanti al gup di Milano, a carico dei tre giovani, tra i 23 e i 27 anni, imputati per violenza sessuale di gruppo.
Calcio, la Juventus licenzia Allegri per giusta causa. Lui fa ricorso. La Juventus ha notificato a Massimiliano Allegri il licenziamento per giusta causa. Il provvedimento fa seguito all’esonero dello scorso 17 maggio, in seguito ai comportamenti tenuti dal tecnico durante e dopo la finale di Coppa Italia. Allegri, che era stato espulso, aveva avuto una lite con Guido Vaciago, direttore di Tuttosport. Il tecnico, che potrebbe essere ingaggiato dal Manchester United, ha presentato ricorso al Tribunale del lavoro.
Udine, trovato il cellulare di uno dei tre dispersi nel fiume Natisone. È stato ritrovato il telefonino da cui era stato lanciato l’Sos al numero di emergenza 112, da parte dei tre ragazzi travolti dalla piena del fiume Natisone: appartiene a Patrizia Cormos, 20 anni che era in compagnia di Cristian Casian Molnar, 25 anni e Bianca Dorgos, di 23 anni. Il cellulare era dentro uno zaino. Le ricerche proseguono ma sono rese difficili dalle condizioni meteo.
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