COVID: DRAGHI DIFENDE LA SCELTA DI APRIRE LE SCUOLE. Ha deciso di metterci la faccia dopo quattro giorni dall’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto sull’obbligo vaccinale per gli over 50. L’intento ufficiale della conferenza stampa convocata dal presidente del Consiglio Mario Draghi (cominciata alle 18,15) è rassicurare il Paese e difendere le nuove misure, presentandole come le più adeguate a fronteggiare la situazione esistente. Il presidente ha pronunciato un discorso molto breve, il cui succo è semplice: il governo ha agito per il meglio, i problemi attuali della pandemia sono colpa dei no vax. Eppure, in questi giorni le decisioni del governo sono state molto criticate dagli scienziati (anche se il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, accanto al premier ha smentito voci contrastanti all’interno del Comitato), secondo cui non si è tenuto conto delle raccomandazioni sanitarie ma solo dell’imperativo politico di non fermare l’economia e non bloccare il Paese. Del resto, lo stesso generale Figliuolo ieri ha cominciato a ventilare l’idea della fine del suo mandato e del ritorno alla normalità: tesi che sembra paradossale nella condizione pandemica attuale. Il fattoquotidiano.it aveva pubblicato nel pomeriggio undici domande che si sarebbero dovute rivolgere al premier sulla pandemia. Sul Fatto di domani faremo un fact-checking dettagliato di tutte le affermazioni di Draghi.
QUIRINALE, LA MINACCIA DI B.: “CON DRAGHI AL COLLE SI VA A VOTARE”. Con la figura di Draghi sullo sfondo, ma neanche tanto, i partiti entrano a pieno titolo nella battaglia per l’elezione del prossimo capo dello Stato. Tra domani e giovedì si riuniranno tutti i vertici e i gruppi parlamentari delle varie forze politiche per scoprire le carte. Nelle giravolte delle ultime settimane, la situazione sembra tornata un po’ quella di partenza. Resta il timore che il trasferimento di Draghi al Colle significhi la fine della legislatura e le elezioni anticipate e allo stesso tempo è ancora presto per svelare l’alternativa. Addirittura ritorna in auge, in ambienti renziani e non solo, l’idea di chiedere il bis a Sergio Mattarella: è questa la posizione di Matteo Orfini e della sua area. L’idea di fondo è che la nuova crisi di Covid potrebbe aiutare a far digerire all’attuale inquilino del Colle, che ha già manifestato più volte la volontà di ritirarsi a scadenza del mandato, la riconferma del ticket con Draghi a Chigi. Altre correnti del Pd, che domani riunisce la segreteria, e del M5s lavorano invece a costruire un fronte comune. Enrico Letta e Giuseppe Conte avvieranno domani un percorso a tappe di verifica interna ai rispettivi partiti e annunciano un prossimo incontro aperto anche ad Articolo 1 di Speranza. A destra, invece, Berlusconi non cede di un passo e intensifica la strategia per coronare il suo sogno di diventare presidente. Domani sera l’ex Cavaliere riunirà nella sua villa a Roma prima il suo partito, poi gli alleati Salvini e Meloni. E per preparare gli animi sta facendo circolare il suo ragionamento, che suona come un avvertimento: “Draghi resti a Palazzo Chigi, altrimenti Forza Italia uscirà dal governo e si andrà al voto anticipato”. Sul Fatto di domani faremo il quadro delle ultime mosse del Caimano per accreditarsi come una figura super partes e garante della Repubblica. Un indizio: c’entra (ancora una volta) parecchio l’uso spregiudicato delle sue televisioni. Ma a complicare il suo piano c’è l’annuncio dei centristi di Coraggio Italia, partito guidato da Giovanni Toti e Luigi Brugnaro, che fanno sapere che punteranno su Draghi al Quirinale.
SCUOLA, FALSA RIPARTENZA. Come era stato ampiamente previsto, la riapertura delle scuole nella maggior parte delle Regioni d’Italia oggi è stata segnata da disagi e proteste. Il ministro dell’Istruzione Bianchi è corso a rassicurare in tv sull’impegno del governo e minimizzare i disservizi, ma presidi, insegnanti e studenti hanno denunciato un po’ ovunque carenza di personale e classi già bloccate dalle quarantene. A complicare il tutto, un quadro di regole che è un rompicapo e grava sull’organico scolastico. Da diverse città arrivano segnalazioni di istituti svuotati per metà e l’associazione dei presidi calcola che entro la fine della settimana ci saranno 200 mila classi in Dad. Si chiedono anche le mascherine Ffp2, che il governo ha reso obbligatorie in molti luoghi chiusi ma, non si sa perché, in aula sono state limitate solo alle medie e superiori e solo in caso di positività di un alunno. Mentre le organizzazioni studentesche annunciano proteste e puntano il dito sulla responsabilità del governo per una ripartenza che, dicono, è “disastrosa”. L’infettivologo Massimo Galli ha detto che sarebbe stato meglio ripartire con la Dad per due settimane. Il ministro Bianchi, invece, sostiene che i docenti sospesi perché non vaccinati sono meno dell’1% e ricorda che il governo ha stanziato 400 milioni per assunzioni straordinarie (e temporanee) per l’emergenza Covid, ma la linea della presenza a tutti i costi pare molto difficile da sostenere in questo contesto. Sul giornale di domani racconteremo la falsa partenza delle scuole e vedremo quali sono i problemi che complicano la vita a docenti e studenti. Intanto il Tar della Campania ha accolto un ricorso presentato da alcuni genitori e sospeso l’ordinanza del presidente di Regione Vincenzo De Luca che aveva rinviato la ripresa della didattica al 29 gennaio: domani gli istituti dovranno riaprire. Sul Fatto di domani parleremo anche di un altro grande tema della quarta ondata, lo smart working: gli studi non danno ragione al ministro Brunetta.
“CANCELLATI DAL 50 ALL’80% DEGLI INTERVENTI”: IL COVID MANDA ANCORA IN CRISI LA CHIRURGIA. Oltre a quelle per la scuola, oggi esordivano anche le nuove regole sul super green pass sul trasporto pubblico, nei bar e nei ristoranti anche all’aperto e praticamente in tutte le attività tranne che nei negozi e per i servizi essenziali. L’epidemia continua a correre nel nostro Paese: oggi i nuovi casi sono 101.700 e i decessi 227, ma come ogni lunedì il tracciamento è ridotto a causa del numero inferiore di tamponi effettuati di domenica. L’indice da tenere presente è il tasso di positività, che è al 16,6%, poco più alto di quello registrato ieri. Il ministero della Salute ha dato notizia che nel nostro Paese abbiamo superato 2 milioni di persone attualmente positive. Dagli ospedali italiani arriva l’allarme della Società italiana di chirurgia che segnala che sta diventando impossibile operare anche i pazienti con tumore, perché nelle terapie intensive i posti sono occupati dai malati di Covid. La riduzione degli interventi ordinari è stata tra il 50% all’80%. La preoccupazione per l’espansione della pandemia, trainata dalla variante Omicron, è comunque diffusa anche fuori dal nostro Paese. Infatti l’inviato speciale per il Covid dell’Organizzazione mondiale della Sanità ha detto di aspettarsi “almeno tre mesi” critici dal punto di vista epidemiologico, col rischio di nuove turbolenze. Sul fronte dei vaccini, la casa farmaceutica Pfizer ha annunciato che l’aggiornamento alla variante Omicron del suo preparato a mRna sarà pronto a marzo.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Omicidio Regeni. Dopo la sospensione dello scorso ottobre, il processo è ripreso e il giudice per le udienze preliminari di Roma ha chiesto al governo di intervenire per raggiungere i 4 agenti dei servizi di sicurezza egiziani imputati per la morte dello studente italiano al Cairo nel 2016. La prossima udienza è fissata ad aprile.
Loggia Ungheria. È stata archiviata la posizione dell’ex capo della procura di Milano Francesco Greco, che era indagato per omissione di atti d’ufficio.
Le carceri di bin Salman. La notizia della scarcerazione della principessa Basmah, dopo tre anni di detenzione ingiustificata, è stata salutata con sollievo dai Paesi occidentali, ma sono tanti gli oppositori del regime del principe scomparsi da anni nel profondo delle prigioni saudite.
Non è stata la mano di Dio. Il film di Paolo Sorrentino è rimasto a bocca asciutta ai Golden Globes, i premi dell’associazione della stampa internazionale Usa. Ora l’Oscar è a rischio.
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