CASO DIPLOMATICO SULLE NAVI ONG: PARIGI METTE ROMA ALLA GOGNA. L’ACCOGLIENZA SELETTIVA FRANCESE. Con 231 migranti a bordo, la nave Ocean Viking di Sos Méditerranée verrà accolta dalla Francia nel porto militare di Tolone, venerdì mattina. Il ministro dell’Interno transalpino Gérald Darmanin lo ha comunicato ufficialmente, dopo il rifiuto di un porto sicuro da parte dell’Italia. Che però allo stesso tempo ha annunciato di aver sospeso l’accoglienza prevista di 3.500 rifugiati attualmente in Italia in segno di protesta. Parigi ha invitato anche gli altri 13 Paesi europei che partecipano al meccanismo di ricollocamento a sospendere l’accoglienza, “in particolare la Germania”. L’attacco al governo Meloni è frontale, si contesta la “scelta incomprensibile di non rispondere alle diverse richieste di assistenza rivolte dalla nave, nonostante si trovasse senza alcuna contestazione possibile nella zona di ricerca e soccorso italiana”. Parigi dice che l’interruzione dei ricollocamenti è una misura eccezionale, ma anche che “ci saranno conseguenze estremamente gravi per le relazioni bilaterali ed europee”. E poi annuncia una riunione con la Commissione Europea e con Berlino “per discutere l’atteggiamento italiano”. Qualcosa è andato storto, è evidente, nei rapporti tra Roma e Parigi in questi giorni. La versione francese della crisi diplomatica, in sintesi, è che l’Italia sta agendo da irresponsabile perché è la maggiore beneficiaria non solo dei fondi europei tipo Recovery Plan, ma anche del meccanismo dei ricollocamenti. Ha risposto nel pomeriggio il ministro dell’Interno Piantedosi. Che fa tutto tranne che calmare le acque: “Non si capisce perché l’Italia dovrebbe accettare quello che gli altri non sono disposti ad accettare”. Poi cita qualche numero (su 90 mila sbarchi i ricollocamenti riguardano sulla carta 8.000 persone, ma finora ne sono state redistribuite soltanto 117), per concludere che l’Italia si trova ad affrontare i flussi da sola e “non potrà aderire a soluzioni per un Patto europeo” così sbilanciato. Il ministro degli Esteri Tajani ha pronunciato parole simili in serata. La Francia ha anche annunciato che rafforzerà i controlli alle frontiere. Ossia a Ventimiglia. Sul Fatto di domani capiremo qual è il vero nodo del contendere in questo scontro, e passeremo al contropelo le politiche di accoglienza selettive di Parigi.
CARO BOLLETTE, MA ANCHE TRIVELLE E TETTO AL CONTANTE: IL DECRETO “AIUTINO” DELLA DESTRA. Meloni non ha risposto agli attacchi del governo francese e ha preferito andare ad accogliere Alessia Piperno all’aeroporto di Ciampino, dove la giovane è arrivata nel pomeriggio dopo la liberazione. Piperno era rinchiusa in un carcere in Iran dal 28 settembre, giorno del suo compleanno, dopo un arresto per motivi non chiariti. Nell’agenda della premier, però, oggi c’era soprattutto l’urgenza economica, con il Consiglio dei ministri iniziato poco fa per varare il quarto decreto aiuti per calmierare i rincari energetici. Nel pacchetto, della dimensione già annunciata di 9,1 miliardi, ci sono proroghe sugli sgravi per le bollette e per la benzina, ma non solo. Nei 13 articoli si trova anche l’annunciato via libera alle trivellazioni per l’estrazione di gas naturale al largo delle nostre coste, la revisione del superbonus edilizio, che passa dal 110% al 90% e l’innalzamento del tetto ai pagamenti in contanti a 5000 euro. Le trivelle fanno rispuntare anche Roberto Cingolani, passato da ministro della Transizione a consulente dell’esecutivo, che oggi difende la scelta di aumentare la produzione di gas nazionale: “È vero che per raddoppiare la produzione nazionale di gas ci vogliono due o tre anni”, ha ammesso, ma gli operatori saranno disponibili ad anticipare gas in cambio della possibilità di cercarne altro nei nostri mari. Quando però si tratta di quantificare la diponibilità di metano italiano, il risultato è molto meno roboante degli annunci: “Su 76 miliardi di metri cubi di metano consumati ogni anno in Italia si parla di raddoppiare la produzione da 3 a 6 miliardi di metri cubi all’anno. Quantità che serve solo per fornire un po’ di gas a buon mercato alle imprese gasivore”. Sul Fatto di domani tutte le misure del nuovo decreto aiuti e il punto sullo stato delle rinnovabili. Tema su cui è già disponibile una video inchiesta di FQ Extra.
MELONI E STOLTENBERG UNITI NELLE SPESE MILITARI. KHERSON, TRAPPOLA O RITIRATA? INTERVISTA AL GEN. BERTOLINI. In una giornata ricca di temi, Meloni ha ricevuto stamattina a Palazzo Chigi il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Una chiara conferma della linea atlantista, in cui l’Italia prende l’impegno di “lavorare per rafforzare la Nato”. Il che significa anche confermare la spesa militare: “In un mondo sempre più pericoloso e imprevedibile, è essenziale che tutti gli alleati continuino a investire nella difesa”, ha evidenziato Stoltenberg, e Meloni gli ha fatto eco parlando della necessità di mantenere il primato tecnologico dell’Occidente. Tutte questioni che stavano molto a cuore al ministro della Difesa Guido Crosetto, per la sua precedente attività di lobbista delle industrie degli armamenti. Intanto, sul fronte di guerra in Ucraina, l’attenzione si sposta sulla città svuotata di Kherson. L’annuncio del ritiro russo, fatto ieri dal titolare della Difesa di Mosca Shoigu, non convince né Kiev né i governi occidentali. L’esercito ucraino ha annunciato di aver ripreso 12 villaggi nella regione ma procede con cautela perché fiuta la trappola: il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak ha scritto su Twitter che la Russia sta minando il capoluogo dell’oblast per trasformarla in una “città di morte”. Di sicuro c’è che l’esercito di Mosca ha fatto saltare i tre ponti che collegavano le due sponde del fiume Dnipro, interrompendo la comunicazione tra una riva e l’altra. Sul Fatto di domani capiremo qual è la strategia dei due eserciti con un’intervista al gen. Bertolini.
NASCE LA SCUOLA DEL FATTO, UNA SCUOLA DI “CITTADINANZA”. Parole d’ordine: democrazia, competenza, disinteresse, felicità, gentilezza, pensiero critico, politica, uguaglianza, universalismo. È stata presentata stamattina a Milano la scuola di formazione del Fatto Quotidiano, un progetto rivolto ai giovani, ai docenti, ai formatori, agli operatori del terzo settore, ma anche a tutti coloro che cercano strumenti per comprendere l’Italia e il mondo. Diretta da Domenico De Masi e con la consulenza scientifica di Tomaso Montanari, la scuola partirà con i percorsi formativi nella primavera del 2023 con un corso propedeutico sul Sistema sociale, per poi proseguire con i focus su Giustizia ambientale, Geopolitica del presente e del futuro, Costituzione, legalità e democrazia. “Siamo convinti che questo progetto possa colmare un vuoto nell’offerta formativa e darà forza a tutto il nostro mondo editoriale”, ha sostenuto Cinzia Monteverdi, presidente e Ad della Società editoriale Il Fatto. I docenti saranno personalità di spicco e offriranno una formazione prevalentemente online ma che prevede anche incontri in presenza, workshop e seminari. Tutte le informazioni saranno disponibili sul sito www.scuoladelfatto.it. Le iscrizioni partiranno a dicembre.
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Santanchè, la nostra inchiesta. Domani una nuova puntata dell’inchiesta sulle irregolarità finanziarie dell’attuale ministra del Turismo. Leggi l’ultima puntata.
La parabola di Miccichè. Dallo Champagne a “manco le caramelle”. L’ex enfant prodige azzurro ha perso su tutta la linea: da La Russa presidente del Senato alla mancata conferma alla guida dell’Assemblea regionale. Ora non ha neanche un assessorato. In esclusiva su FQ Extra.
Stati Uniti, voto appeso a Nevada e Arizona. Il controllo del Senato è ancora un’incognita, dopo le elezioni di martedì. Nevada e Arizona stanno ancora contando i voti, ma lo scrutinio potrebbe richiedere giorni. Nello Stato della Georgia si andrà al ballottaggio il 6 dicembre. Al Congresso si apre comunque una stagione di concertazione necessaria tra dem e repubblicani.
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