GUERRA IN ISRAELE, OLTRE MILLE MORTI PER IL RAID DI HAMAS, 830 NELLA STRISCIA. L’ESERCITO: “40 BAMBINI MASSACRATI IN UN KIBBUTZ”. La notizia più orribile, se confermata, arriva dall’esercito israeliano e viene rilanciata dalla televisione I24; in un kibbutz a Kfar Azza preso d’assalto da Hamas, sono stati trovati “bambini con le teste decapitate” e “intere famiglie sono state fucilate nei loro letti”. Finora sono stati recuperati i corpi di circa 40 neonati e bambini piccoli. Il numero dei morti, dopo il raid dei miliziani islamici scattato sabato scorso, aumenta. Le vittime israeliane sono 1.008, 3.400 i feriti, mentre l’esercito di Tel Aviv, recuperando il controllo del confine con Gaza, afferma di aver trovato i corpi di 1.500 estremisti caduti negli scontri. Nella Striscia, per i bombardamenti, hanno perso la vita 830 persone, 4.250 i feriti: le cifre sono state fornite dal ministero della Sanità. L’Aeronautica dello Stato ebraico ha annunciato l’uccisione del ministro dell’Economia di Hamas, Jawad Abu Shamala, mentre gli Stati Uniti confermano che è partito il primo carico di aiuti militari per Tel Aviv. In Israele domani le scuole saranno chiuse per motivi di sicurezza. Sul campo i due contendenti si scambiano ultimatum: l’esercito israeliano ha avvisato i palestinesi di lasciare Gaza per andare in Egitto, ma il Cairo nel primo pomeriggio ha chiuso il valico di Rafah a tempo indeterminato. Hamas invece ha avvisato gli abitanti di Ashkelon, città a 40 km a nord della Striscia di Gaza: “Lasciate la città entro le 17. Vi abbiamo avvertiti”; poi sono partiti i razzi e il movimento islamico ha preso di mira anche l’aeroporto di Tel Aviv. Dalla frontiera sud del Libano sotto controllo di Hezbollah, la milizia vicina all’Iran e alleata di Hamas, altra salva di ordigni che hanno preso di mira Israele. L’Idf ha risposto con la sua artiglieria. In serata il ministro della Difesa di Tel Aviv Gallant ha detto che il Paese si sta muovendo verso “l’offensiva totale”. Sul piano politico internazionale, l’Iran con l’ayatollah Khamenei parla di “sconfitta” di Israele, il presidente egiziano al Sisi rilascia una dichiarazione che non piacerà ad Hamas: “Una pace giusta e globale, basata sulla soluzione dei due Stati, è la via per raggiungere una sicurezza reale e duratura per il popolo palestinese”. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulla cronaca della giornata, il diario di Manuela Dviri da Tel Aviv, e una intervista a Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi.
BIBI SOTTO ACCUSA: NON ASCOLTÒ L’ALLARME DEGLI 007 EGIZIANI. INTERVISTA ALL’EX CAPO DELLO SHIN BET, AMI AYALON: “BISOGNA SRADICARE HAMAS DA GAZA”. Le fasi militari si sovrappongono al dibattito su King Bibi, il premier di un governo di ultra destra che non avrebbe dato ascolto agli avvisi egiziani che pure lo avevano messo in guardia sulle intenzioni dei miliziani islamisti. Il media Ynet racconta che Abbas Kamel, il capo degli 007 del Cairo, aveva avvertito il primo ministro Netanyahu dieci giorni prima dell’attacco di Hamas. Il funzionario dell’intelligence – secondo la ricostruzione di Ynet – aveva proprio indicato che ci sarebbe stata “un’operazione terribile” al confine con Gaza. All’indifferenza di Netanyahu, Kamel sarebbe rimasto “inorridito”; il primo ministro avrebbe poi aggiunto che le forze di difesa israeliane (Idf) erano concentrate sulla lotta al terrorismo in Cisgiordania. Il premier israeliano ha bollato questa ricostruzione come non vera, ma il malcontento nei suoi confronti monta, tanto che il quotidiano Haaretz chiede che sia allontanato subito dalla sua carica. Difficile che ciò avvenga quando le forze politiche sono intenzionate a formare un governo di unità nazionale; ma l’impressione è che, conclusa l’emergenza, Netanyahu dovrà affrontare critiche molto dure. Sul Fatto di domani ci sarà un focus dedicato al tema della guerra delle spie e una intervista all’ex capo dello Shin Bet – il servizio di sicurezza interno – Ami Ayalon che analizza le falle lasciate dall’intelligence e parla di una “offensiva terrestre inevitabile per sradicare Hamas”.
ISRAELE, IL PARLAMENTO “SPEZZATINO”: NESSUNA RISOLUZIONE CONDIVISA TRA I PARTITI. TAJANI: “LA PACE SI FA CON DUE STATI”. In visita alla sinagoga di Roma, Giorgia Meloni ha rassicurato la comunità ebraica: “Difenderemo i cittadini da ogni forma di antisemitismo”. Secondo la premier, c’è un “rischio di emulazione degli atti criminali che abbiamo visto da parte di Hamas anche da noi”. Sulla sinagoga le misure di sicurezza sono state rinforzate da sabato. Ma nonostante il dramma, la politica italiana è divisa. Nessuna mozione condivisa, sulla guerra, malgrado le trattative durate fino a ieri notte. Alla fine le risoluzioni approvate saranno quattro e l’opposizione si spacca in tre. M5s, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra hanno condiviso una risoluzione, fondata sul principio “due popoli, due Stati”, approvata poi dal Parlamento dopo che ne era stata stralciata la parte relativa ai coloni israeliani illegali. La segretaria dem Elly Schlein in aula ha “condannato senza ambiguità” l’atto di Hamas. Nel testo presentato da Renzi e Calenda, invece, non c’era nessuna concessione alla Palestina. + Europa a sua volta ha firmato un altro documento per disarticolare Hamas evitando l’escalation militare. La risoluzione della maggioranza invece invoca lo stop ai finanziamenti che potrebbero foraggiare, anche indirettamente, l’organizzazione islamista. Il dibattito parlamentare è stato aperto dall’informativa del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il titolare della Farnesina ha invocato la diplomazia e la nascita di uno Stato palestinese: “Restiamo convinti che la sola via per la pace sia una soluzione a due Stati, giusta e sostenibile, negoziata direttamente tra le parti”.
GIUDICE APOSTOLICO, NUOVO VERDETTO SUI MIGRANTI. LA LEGA VUOLE MODIFICARE LA SEZIONE IMMIGRAZIONE DEI TRIBUNALI. La giudice di Catania Iolanda Apostolico torna sulla “scena del crimine”. Fuor di metafora: la magistrata dovrà pronunciarsi ancora una volta sul trattenimento nel centro di Pozzallo di 4 migranti sbarcati a Lampedusa. Era già accaduto il 29 settembre, quando Apostolico aveva disapplicato il Decreto Cutro e accolto il ricorso di 4 tunisini contro la detenzione stabilita dal questore di Ragusa. La decisione arriverà entro domani. 2 giorni fa, un altro giudice di Catania ha annullato il fermo di sei migranti. Il 4 ottobre il tribunale di Firenze ha cancellato l’espulsione di un tunisino. La giurisprudenza non rema dalla parte del governo. Intanto, la Lega annuncia modifiche alle sezioni dei tribunali specializzate in materia di immigrazione. Mentre Meloni e Salvini attaccano le toghe. Apostolico è accusata di sabotare il governo in virtù delle sue idee politiche. L’indizio: un video – postato su Facebook dal ministro degli Interni – che immortala la giudice alla manifestazione di Catania del 25 maggio 2018, per chiedere lo sbarco dei migranti a bordo della nave Diciotti. Ma resta il mistero sull’origine del video. Le opposizioni paventano dossieraggi delle forze dell’ordine (ma Piantedosi smentisce). Il leader dei Verdi Angelo Bonelli ha presentato un esposto in procura. Ieri le cronache riportavano di un carabiniere come autore del video. Come abbiamo scritto sul Fatto di oggi, tuttavia, nella relazione presentata dal militare ai suoi superiori non c’è traccia della confessione. Il luogotenente ha ammesso di aver girato dei video, il giorno del presidio, poi di averli condivisi; senza riconoscere la paternità della clip lanciata dal ministro sui suoi canali social. Sul Fatto di domani, torneremo sulla giudice Apostolico e sul mistero del filmato.
NADEF, L’UPB SMONTA LE PREVISIONI DEL GOVERNO. Un Pil che “ristagna”, attivazione “modesta” dei piani del Pnrr su cui “permangono criticità”. E ancora: “Incertezze sulle privatizzazioni (il governo prevede 21 miliardi in manovra, ndr) che possono influire negativamente sul debito italiano”, per non parlare del “peggioramento del deficit 2024 per la spesa degli interessi sul debito”. Il giorno prima del tanto atteso approdo del documento di programmazione economico-finanziaria (la Nadef) in Aula, l’Ufficio parlamentare di bilancio convalida le previsioni del governo, con più di un “Ma”. Il risultato è una manovra che nasce in un clima di incertezza contabile e con i (miseri) numeri che ballano. Un passaggio delicato, quello del voto di domani, su cui possono pesare i malumori della maggioranza, alimentati dai tagli ai dicasteri e dalle poche risorse per onorare le promesse elettorali, tanto che il governo sta precettando i parlamentari per evitare figuracce in Aula (come quella di primavera sul Def). Un quadro fosco che ha indotto anche oggi il ministro Giorgetti a mettere le mani avanti: “I recenti eventi che hanno caratterizzato l’area Mediorientale aggiungono ulteriore instabilità ad un quadro già reso complicato da conflitti e tensioni geopolitiche”, un quadro che impone “il ferreo controllo dell’andamento della spesa che diventerà un imperativo non più eludibile”. Per poi ribadire i punti cardine dell’azione di governo: taglio del cuneo fiscale, accorpamento delle prime due aliquote Irpef, politiche per contrastare la denatalità e avvio del rinnovo dei contratti della Pa. Capitoli su cui – come vedremo – verranno allocate poche risorse. Quindi tutta colpa di fattori esterni, se ci saranno solo briciole per sollevare le famiglie italiane dalla crisi che le strangola. Sul Fatto di domani i dettagli e le previsioni per il futuro.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Sale il prezzo gas, vicino ai 47 euro/mwh. Le quotazioni del metano sul mercato Ttf di Amsterdam sono in risalita, fino a livelli che non si vedevano da agosto. È l’effetto degli scontri tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Tel Aviv ha ordinato la chiusura del giacimento di gas Tamar, nel Mar Mediterraneo.
Camorra, blitz a Caivano: fermati 3 ex esponenti di Italia Viva. 9 persone sottoposte a fermo, per ordine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Tra i reati contestati: associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate, corruzione. Coinvolti anche ex esponenti del partito di Matteo Renzi.
Pm minacciati di morte: indagavano sulle tifoserie di Inter e Milan. Il prefetto di Milano Renato Saccone ha disposto la scorta per Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco, pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia meneghina. I magistrati conducono l’inchiesta sulla banda Calajò e sulle trame per controllare le curve di Inter e Milan.
OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO FOR FUTURE
Clima, gli ambientalisti russi portano Putin davanti alla Corte europea dei diritti
di Michela A.G. Iaccarino
In difesa del permafrost e della tundra, contro il governo russo, a Strasburgo. La più longeva organizzazione indipendente russa, il Gruppo Helsinki di Mosca – nato nell’era sovietica e ormai sciolto a gennaio scorso per le nuove leggi della Duma – e il gruppo ambientalista Ecozashita – (traduzione: ecodifesa), fondato nel 1989 e dichiarato “agente straniero” – fanno procedere la prima causa ambientale mai intentata nella storia russa, per le emissioni di gas serra, contro il governo della Federazione, per la mancata tutela di clima e ambiente. La falla giudiziaria, se si aprirà, si allargherà lontano da Mosca, alla Corte europea dei diritti umani, dove gli attivisti verdi non retrocedono dalla tentata battaglia legale per contestare la politica climatica di Putin.
(Continua)
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