LA POLITICA in primo piano sul Fatto di domani: dopo l’ennesima bordata di Renzi che ha minacciato la crisi addirittura in un’intervista a El Paìs, Conte vuole un confronto aperto con i partiti della maggioranza. In attesa che ciò accada, chiederemo ad alcune delle nostre firme cosa, secondo loro, deve fare il presidente del Consiglio nei confronti dell’alleato. Anche perché, dagli scranni opposti dell’aula, assistiamo a una destra bifronte: da un lato Salvini si è detto disponibile al dialogo, dall’altro Meloni tiene la linea dura. E in tutto questo si assiste alla probabile formazione di un gruppo “contiano”.
LE PAGINE COVID si apriranno con un confronto tra i vari vaccini (quello Sanofi slitta a fine 2021) per poi occuparsi dell’ultimo monitoraggio regionale e della possibilità, che il parlamento sarà chiamato a valutare, di aprire agli spostamenti tra Comuni. Anche se non tutti sono d’accordo. I numeri di giornata: 18.727 contagi, 761 morti. La Germania verso il lockdown duro: leggi l’articolo dalla nostra newsletter Internazionale.
IL NOSTRO FOCUS sarà dedicato al Green Deal: l’Unione europea ha trovato un accordo per ridurre del 55% le emissioni entro il 2030. Lo faremo analizzare al meteorologo Luca Mercalli mentre scopriremo, nelle pagine a seguire, che la Campania è ancora maglia nera per gli ecoreati. Leggi l’ultimo numero della nostra newsletter Fatto for Future.
LA CRONACA. Torneremo sul caso Regeni, dopo che il presidente della Camera Fico ha confermato la chiusura delle relazioni diplomatiche sull’Egitto e il presidente del Consiglio ha parlato di “processo italiano per arrivare alla verità” (qui il video).
NEGLI ESTERI ci occuperemo di Turchia, con un’intervista a un giornalista turco in esilio, sui giochi geopolitici di Erdogan (oggi il rinnovo delle sanzioni “morbide” da parte dell’Europa: leggi l’articolo dalla nostra newsletter Internazionale). E poi un’altra discutibile scelta del neo presidente Usa, Jo Biden: Susan Rice sarà direttrice della politica interna.
IL SECONDO TEMPO, infine, con tutti i film che avremmo dovuto vedere in sala ma non sono neanche arrivati su una piattaforma streaming, e il consueto appuntamento con “Che c’è di bello”, la cui copertina sarà dedicata alla morte per complicazioni da covid del regista coreano Kim Ki-duk, di cui potete leggere di seguito un’anticipazione.
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Addio Kim Ki-duk, il pittore mistico che ha tentato di comprendere l’incomprensibile
di Anna Maria Pasetti
Un artista vero. E per questa sua arte estrema Kim Ki-duk soffriva di quel pathos comprensibile solo ai suoi simili. Avrebbe compiuto 60 anni fra 10 giorni questo poeta della regia sudcoreano, ma l’annus horribilis in corso gliel’ha impedito: a coglierlo complicazioni da Covid-19 mentre si trovava in Lettonia per acquistare una casa sul mare.
L’opera pluripremiata lasciata da Ki-duk va interpreta in sovrapposizione alla sua persona, così tormentata dalla necessità di esprimersi dentro al senso misterioso della vita. Emblematica la frase che pronunciò sulle ragioni del proprio cinema, così folle e a tratti geniale: “L’odio di cui parlo non è rivolto specificatamente contro nessuno, è quella sensazione che provo quando vivo la mia vita e vedo cose che non riesco a capire. Per questo faccio film: tentare di comprendere l’incomprensibile”.
Capace di gesti sovversivi come i repentini quanto estremi cambiamenti di vita – tutti tradotti in arte cinematografica – Kim Ki-duk era radicale in ogni sua manifestazione, anche quando si ritirava nell’isolamento di una montagna, sotto una tenda, a cantare l’Arirang, l’omonimo canto popolare coreano. Era il 2011, l’artista era reduce da un incidente sul set del film “Dream” che era costatato la vita a un’attrice, ne uscì un’omonima opera testamentaria nella forma di video-confessione, anch’essa disperata, anch’essa totalizzante.
(continua a leggere sul giornale di domani)
Mauro Corona e Massimo Cacciari ospiti di Peter Gomez a La Confessione stasera alle 22.45 su Nove
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