5 STELLE DICONO Sì A DRAGHI. Sul Fatto di domani il racconto della giornata clou per il Movimento: oggi la base ha deciso, esprimendo la preferenza sulla piattaforma Rousseau, di far parte del governo Draghi con il 59,3% dei voti (74.537 i votanti). Casaleggio esulta per il risultato: “Esempio di democrazia”. Di Maio: “I nostri iscritti hanno dimostrato maturità e lealtà verso le istituzioni”. Ma è un risultato che non placherà i molti malumori interni, visto che una parte dei parlamentari (vedi Di Battista: “Il curriculum di Berlusconi ci impone di dire no”) continua a dire no all’ammucchiata con Renzi, Berlusconi e Salvini. Malumori che sono nati anche dal modo in cui è stato formulato il quesito (i motivi del no non sono stati espressi, accusano alcuni) e per i tempi della votazione: c’è chi fa notare ad esempio che dovevano passare 24 ore prima di dare la parola a Rousseau. Parecchie cose, quindi, cozzano con lo statuto del Movimento. E questa cosa costituisce un precedente pericoloso e ha dato adito alla facile ironia della Meloni che parla di carnevalata grillina: “Se voti no per Casaleggio è boh”.
IL RILANCIO DI GRILLO. Il fondatore ha pubblicato nel pomeriggio un piano in 17 punti a cui il Movimento tiene. Si va dal salario minimo alla patrimoniale sulle grandi ricchezze, dalla legge sul conflitto di interessi alla questione Autostrade. Poi la Banca pubblica per gli investimenti, il reddito universale, la “riforma fiscale ecologica con meno imposte sul lavoro e più sul consumo di ambiente” e la riforma della giustizia targata Bonafede. Un programma di governo che lascia il tempo che trova, visto che Draghi ha solo ascoltato le proposte dei partiti. Poi Grillo, in un post su Twitter, ha messo un fotomontaggio con l’ex numero uno della Bce sul cornicione del Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella affacciato a una finestra che sembra intento a rassicurarlo, sotto la scritta “Aspettando #Rousseau”.
IL CAMMINO DI DRAGHI. Altra questione è quando il premier incaricato salirà al Quirinale. Dopo la telefonata di ieri con Grillo, in cui ha confermato la creazione del super ministero della Transazione ecologica, la consultazione nei 5 Stelle ha subito un’accelerazione. Visto l’esito del voto, Draghi probabilmente domani andrà da Mattarella a riferire. E qui si apre la questione ministeri. Chi avrà cosa? Il solco è sempre quello tracciato da Ciampi con il suo governo tecnico-politico. Poi l’ex Bce andrà in Parlamento per la fiducia.
TRE MINISTERI IN UNO. Il ministero dell’Ambiente ha già al suo interno un dipartimento per l’ecologia. Nel Focus andremo a vedere cosa è stato fatto finora e quali sono i temi in lavorazione. Una delle perplessità del nuovo super ministero sarà come conciliare l’apertura dei cantieri (vedi Tav per esempio) con la salvaguardia dell’ambiente. Esprimerà il suo parere anche Luca Mercalli. Altra questione è il Recovery Plan: molti accusano il precedente governo di aver prodotto una “scatola vuota”. Andremo a vedere se le cose stanno così o se è solo propaganda.
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Il Covid: una nostra inchiesta sugli stabilimenti per la produzione del vaccino (e prodotti biologici per realizzarlo) presenti nei territori nazionali. Una questione importante per il futuro, visto che consentirà agli Stati di realizzare i medicinali in casa. L’Italia a che punto è? Altra questione è quella delle Regioni, alcune vogliono prendere gli antidoti al Covid sul mercato. È possibile? Qui i numeri di oggi.
Buon compleanno. Il colloquio di Antonello Caporale con Rosy Bindi che compie 70 anni.
Secondo tempo. L’intervista a David Grohl, frontman dei Foo Fighters.
Richetti ad Accordi&Disaccordi (Nove): “Renzi? Come piromane che incendia un edificio, chiama i pompieri e poi si fa ringraziare”
Travaglio ad Accordi&Disaccordi (Nove): “Il sostegno di Grillo? Questa resa incondizionata mi lascia perplesso e molto triste”
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