LA POLITICA in primo piano sul Fatto di domani, perché si tratta di ore decisive per il governo: dopo la moral suasion del Quirinale, Renzi potrebbe essere sceso a più miti consigli e dovrebbe, dunque, firmare il Piano per il Recovery Fund che sarà analizzato domani in Consiglio dei ministri. In cambio, il leader di Italia Viva potrebbe chiedere a Conte un rimpasto, con l’ingresso in squadra suo e di Maria Elena Boschi, anche se su di loro pesa l’inchiesta sulla Fondazione Open (sono entrambi indagati) e il premier poteva vantare il primato di nessun ministro inquisito almeno all’atto del giuramento.
L’ECONOMIA si occuperà allora del documento sui fondi europei, più volte ritoccato dopo le richieste dei partiti di maggioranza. Cercheremo di capire cosa arriverà tra 24 ore sul tavolo dell’esecutivo, anche alla luce del regolamento che oggi viene approvato dalla commissione Bilancio del Parlamento Ue.
COVID, CHE FARE: mentre stanno arrivando anche in Italia le nuove dosi del vaccino (Pfitzer e Moderna), si attendono le decisioni di governo e regioni su come affrontare le prossime settimane che, a detta del premier, vedranno un’impennata dei contagi. Intanto oggi è nuovamente salito il tasso di positività (qui i numeri di giornata). Il colore delle regioni e le scuole rimangono i nodi da sciogliere (oggi in tutta Italia le proteste degli studenti).
IL NOSTRO FOCUS sarà dedicato ai processi del 2021: uno per uno, vedremo a che punto sono e dove arriveranno i procedimenti da cui dipendono le sorti di politici e faccendieri.
NEGLI ESTERI andremo a seguire gli ultimi sviluppi che arrivano dagli Stati Uniti, dove i dem hanno presentato la richiesta di impeachment per l’ormai ex presidente Trump e sono al vaglio le posizioni dei responsabili della Polizia della Camera e del Senato.
NELLA SEZIONE RADAR una lettura sociologica di Domenico De Masi della grande avventura dei vaccini (ne potete leggere un’anticipazione di seguito) e poi gli interventi di Andrea Vitali e Salvatore Settis.
IL SECONDO TEMPO, infine, si occuperà della Calabria, una regione dimenticata pure dall’editoria, e ospiterà un’intervista esclusiva al rapper Marracash.
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La grande avventura scientifica del vaccino
di Domenico De Masi
Secondo il “College of Physicians” di Philadelphia, il tempo necessario allo sviluppo di un vaccino va dai 10 ai 15 anni perché richiede la decifrazione del genoma del virus, lo sviluppo del farmaco e tre fasi di test clinici. Ma, in occasione di questa pandemia, le cose sono andate diversamente.
Il 9 gennaio 2020 il governo cinese ha riferito che era stato identificato il virus responsabile della Covid-19 e il 12 gennaio ne rendeva disponibile la sequenza genetica. Agli inizi di giugno circa 170 gruppi di ricerca erano scattati nella gara all’invenzione del vaccino; a fine luglio già 26 vaccini erano candidati alla sperimentazione sugli esseri umani; a fine ottobre oltre 200 vaccini erano in fase di sviluppo. Il 9 novembre il gruppo Pfizer-Biontech ha annunziato che il suo vaccino era pronto e l’8 dicembre la sua prima dose è stata somministrata nel Regno Unito. Il 17 dicembre gli Stati Uniti hanno approvato il vaccino dell’azienda Moderna. Dunque, per creare l’antivirus sono bastati più o meno gli stessi mesi che occorrono per mettere al mondo un bambino.
Parlando a Rai3, il farmacologo Silvio Garattini ha spiegato che questo miracolo è dovuto almeno a tre fattori concomitanti. Il primo consiste non solo nella tempestività con cui si è agito ma anche nella modalità con cui si è cercata la soluzione: mai prima d’ora era stato creato un vaccino con la tecnologia RNA. Tutte le forme di vita richiedono quattro tipi di macromolecole: le proteine, i carboidrati, i lipidi e gli acidi nucleici. Sono acidi nucleici sia il DNA, molto complesso, sia l’RNA, molto più semplice, “cugino del DNA” al quale si incarica di trasferire le informazioni. Questo coronavirus utilizza come materiale genetico l’RNA, per cui è stato possibile modificarlo con un processo più rapido, senza bisogno di effettuare grandi test e senza il pericolo di interagire poi con il nostro DNA. Non a caso il nome di una delle due aziende che ha creato il virus più velocemente – Moderna – è un acronimo di “Modified Rna”.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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