Sul Fatto di domani, in primo piano, la bufera che ha investito Autostrade con l’arresto dell’ex amministratore delegato, Castellucci, e di altri manager del gruppo che gestisce una buona fetta della rete autostradale d’Italia. Vi daremo conto delle intercettazioni in cui si parla di risparmi fatti sulla manutenzione, a discapito della sicurezza, e dei ricatti interni. Un capitolo a parte meritano i contatti tra Castellucci e il governatore della Liguria Toti. Sempre nel comparto il ruolo di Mion, ad di Edizione Holding che controlla Atlantia, e il punto sulla trattativa Stato-Benetton per uscire (o meno) dalla gestione della rete viaria. Vi racconteremo anche un’altra inchiesta, quella di Pescara sulla sicurezza dei viadotti della Strada dei parchi, l’arteria che collega Roma con la sponda adriatica: anche in questo caso sono indagati manager della società che gestisce il tratto stradale.
In tema Covid, oltre al consueto bollettino quotidiano, un punto sulle scuole, con una nuova indagine sui contagi in crescita. Andremo poi a verificare l’ipotesi di un mini lockdown nel fine settimana e le ordinanze territoriali in arrivo. Proseguiremo poi con l’analisi delle nuove linee guida per gli ospedali, sempre più sotto pressione.
Sempre in tema virus Gad Lerner ci porterà nell’ormai noto Pio Albergo Trivulzio, dove, come vedremo, regna un vero e proprio clima di terrore. Poi il crollo della mobilità in tutti i settori con l’aggravarsi della pandemia e i dati sulla tenuta degli ospedali. In politica un resoconto delle manovre di avvicinamento gli Stati generali, con la richiesta dell’M5S a Conte di intervenire in video. A seguire la grande fuga dall’Italia Viva di Renzi. In Cronaca la vicenda di quegli arbitri di calcio per cui non è previsto il tampone.
In Economia ci occuperemo dell’emendamento “salva Mediaset” e di come è andata la votazione. In tema Reddito di cittadinanza, i numeri che dimostrano come una grossa fetta dei percettori abbiano trovato un posto di lavoro, sfatando la vulgata dell’inutilità della misura.
Negli Esteri ancora negli Stati Uniti lacerati dal dopo-voto: vedremo chi è Gina Haspel, il capo della Cia, e perché fa litigare i repubblicani. Poi troverete un’intervista a Gevorg Misrajan, politologo di origine armena che ci parlerà della guerra nel Nogorno e dei rapporti tra Putin ed Erdogan.
Nella pagina Radar le nostre firme, Domenico De Masi e Andrea Scanzi (di cui anticipiamo uno stralcio di seguito). Nel secondo tempo “Ritrovare Venezia”, il libro fotografico con testi di Pier Luigi Pizzi.
Nelle ultime 24 ore sono diminuiti i contagi da coronavirus: 32.961 a fronte di oltre 225 mila tamponi effettuati. È però cresciuto ancora il numero delle vittime: 623. Il 6 aprile scorso erano stati 636. E purtroppo anche le terapie intensive fanno registrare un’ulteriore crescita: +110, dato che ha portato il totale a 3.081. Intanto il premier Conte ha indicato nel Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri il responsabile del piano per la distribuzione del vaccino.
Aperitivisti e ultrà dei cenoni. No, non andrà tutto bene…
di Andrea Scanzi
“Non ne usciremo migliori” e “non andrà tutto bene”. Gli hashtag che imperversavano durante la prima ondata, oltre a portare sfiga quanto il “vinciamo noi” con cui i 5 Stelle si gambizzarono da soli prima delle Europee 2014, son già passati di moda. Il paese è incarognito e spesso neanche ci prova più a dare il meglio di sé. Durante il lockdown di primavera il Paese ha perlopiù rispettato le regole, un po’ perché è stato bravo e un po’ (soprattutto) perché ha avuto paura di morire. Adesso vige invece un terrificante “liberi tutti” mentale. Ognuno si costruisce nella propria testa il proprio virologo di riferimento e, sulla base di speranze e credenze personalissime, fa tutto quello che gli pare e piace. Per poi dare la colpa al governo. Una sorta di tragicomico “Piove, Covid ladro!” imperante. Ecco una carrellata di alcuni italiani (non) brava gente.
Noncenècoviddisti. Sono quelli che, d’estate, hanno riso di fronte alle parole irricevibili di una donna che – in un paese normale – andava dimenticata subito. Da noi invece è diventata pure famosa. Ora tal “Angela da Mondello” fa l’influencer e a tempo perso la “cantante”. Organizza videoclip e assembramenti, e quando (giustamente) la convocano in Questura fa la martire su Instagram. Ennesima irrinunciabile creatura regalataci da Barbara D’Urso, qualcuno si è pure tatuato la frase “Non ce n’è Coviddì”. Se una così è diventata famosa, vuol dire che in tanti amano ignoranza e menefreghismo. Cosa potrà salvarci da tutto questo sfacelo? Un meteorite, verosimilmente.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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