PROVE DI DIALOGO A SINISTRA, PD IN PIAZZA: “SIAMO 50 MILA”. ABBRACCIO SCHLEIN-CONTE. Le opposizioni provano a ripartire da Piazza del Popolo. Il Pd è sceso in piazza con un vasto programma: pace, sanità pubblica, reddito, ma soprattutto No alle politiche del governo Meloni. I militanti hanno risposto, con una piazza piena al colpo d’occhio. Secondo il Nazareno avrebbero aderito 50 mila persone. Con Elly Schlein c’erano i leader delle sinistre Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Il leader M5s e la segretaria dem hanno avuto un breve colloquio, un paio di minuti, subito prima che la padrona di casa salisse sul palco. Sul Fatto di domani vi racconteremo i segnali di vita dalle opposizioni, poi passeremo all’accordo sui migranti in Albania. Sul Fatto di oggi abbiamo riportato tutti i dubbi del presidente Edi Rama: “Non so se l’accordo funzionerà, ma se i migranti verranno trattenuti per 18 mesi allora non saranno mai 36 mila”. Il premier albanese ha smentito proprio ciò che Giorgia Meloni aveva lasciato intendere. La premier aveva annunciato come sull’altra sponda dell’Adriatico sarebbero state costruite due strutture per i migranti: una di prima accoglienza per i richiedenti asilo nel porto di Shëngjin; l’altra sul modello dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), nell’entroterra a Gjader. Nel primo centro i migranti possono restare fino a 28 giorni, nel secondo anche 18 mesi. Peccato che nella struttura di Gjader non sia previsto nemmeno un posto letto. Anche il ministro Piantedosi aveva dichiarato giorni fa che i centri albanesi non sarebbero stati destinati al rimpatrio dei migranti. Poi il sottosegretario Giovambattista Fazzolari ha cambiato carte in tavola, due giorni: trattenimenti “oltre i 28 giorni anche in Albania”, grazie alla costruzione di un Cpr. Numerosi i punti oscuri: Meloni non vuol passare dal Parlamento, ma secondo autorevoli giuristi senza un passaggio parlamentare si violerebbe la Costituzione. Poi il personale da spostare e la giurisdizione. Sul Fatto di domani vi racconteremo tutte le contraddizioni e i punti interrogativi sul protocollo con l’Albania. Anche l’Europa si pone domande: per il Pse, non è certo un modello da promuovere. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz resta alla finestra: “Lo seguiremo con attenzione. Ciò che conta è istituire un meccanismo di solidarietà”.
GUERRA ISRAELE-HAMAS, PROSEGUE L’ASSEDIO DEGLI OSPEDALI: AL-SHIFA AL COLLASSO: 39 NEONATI IN TERAPIA INTENSIVA APPESI A UN FILO. L’assedio di Gaza stringe gli ospedali. Secondo Israele nei tunnel del nosocomio al-Shifa si nasconderebbe Yahya Sinwar con i fedelissimi, dunque il vertice dell’ala militare di Hamas. Stamane sono piovute bombe sull’ospedale circondato dai tank dell’Idf. La struttura è al collasso: senza l’elettricità che alimenta i respiratori, 39 neonati in terapia intensiva rischierebbero la morte vita, ha dichiarato Adele Khodr, direttrice regionale dell’Unicef per il Medioriente. Le operazioni sono state interrotte perché manca il carburante dei generatori di corrente, acqua, farmaci e strumenti medici: lo riferisce al quotidiano Hareetz il direttore dell’al-Shifa Muhammad Abu Salmiya. Medici senza frontiere ha annunciato di aver perso ogni contatto con il personale della struttura. Secondo l’esercito, gli ospedali di Gaza “devono essere evacuati perché Hamas li ha trasformati in fortini”. Non solo ospedali, ma anche le scuole sono nel mirino come covo dei terroristi: sarebbe stato ucciso oggi con un raid sull’istituto Al Buraq il comandante di Hamas Ahmed Siam, sfuggito all’Idf grazie agli scudi umani dell’ospedale Rantisi, due giorni fa. Bibi non allenta la morsa. Israele sarebbe pronta a condurre i combattimenti anche per un anno. Le forze di Tel Aviv hanno rivendicato la conquista di 11 roccaforti di Hamas. Intanto prosegue l’esodo degli sfollati dal nord al sud della Striscia, grazie ad un corridoio umanitario aperto dalle 9 alle 16 ora locale, lungo la strada Salah a-Din. I neogoziati sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi proseguono. Oggi, al vertice della Lega araba di Riad, è giunto il presidente iraniano Ebrahim Raisi indossando la kefiah: è la prima visita del leader di Teheran in Arabia Saudita, da quando i due Paesi hanno riallaciato relazione diplomatiche nel marzo scorso. Raisi ha invocato uno “Stato palestinese dal fiume al mare unica soluzione”. Gli ha fatto eco dal Libano Nasrallah: secondo il leader Hezbollah, l’obiettivo di Israele sarebbe “sottomettere l’intera regione”. Il presidente palestinese Abu Mazen ha accusato Tel Aviv di portare avanti “una guerra di sterminio”, invocando l’interventi di Onu e Stati Uniti. In Europa, l’Alto rappresentante per la politica estera Josip Borrel pensa agli scenari del dopoguerra rimarcando i limiti per Netanyahu: nessuna occupazione di Gaza dopo la fine del conflitto.
GUERRA IN UCRAINA, LA PACE POSSIBILE: MA L’EUROPA È SEMPRE CON L’ELMETTO. La battaglia prosegue anche in Ucraina. Oggi 31 droni kamikaze sono partiti dalla Russia, 19 sono stati intercettati dalle forze di Kiev. Sulla capitale stanno tornando i missili: uno è stato abbattuto questa mattina. Altri due (lanciati dalla Crimea e da Belgorod) sono caduti in un campo tra due villaggi danneggiando cinque abitazioni e diversi edifici, senza vittime e feriti. “Restate nei rifugi”, è l’appello del sindaco Vitali Klitschko dal suo canale Telegram. È da settembre che Kiev non viene colpita. Nell’area intorno alla capitale, le forze russe hanno bombardato un deposito di munizioni. Zelensky ha provato a diffondere ottimismo, nel giorno del primo anniversario della liberazione di Kherson dall’occupazione russa: “Restituiremo al popolo città e villaggi occupati”. Il Cremlino ha risposto lapidario: “Zelensky promette vittorie per coprire fallimenti”. La controffensiva di Kiev non ha prodotto i successi sperati e con le ostilità in Medio Oriente la fine del conflitto in Ucraina non appare più un miraggio sbiadito. Josip Borrell, dal congresso dei socialisti europei a malaga, tiene alta la guardia: “La vittoria dell’Ucraina non sembra immediata. Noi europei dobbiamo essere pronti politicamente e materialmente ad aiutare l’Ucraina e persino a sostituirci agli Stati Uniti se il loro sostegno dovesse diminuire”. Sul Fatto di domani faremo il punto sul conflitto in Ucraina, per capire quanto è ancora distante la fine delle ostilità.
BANCHE, UTILI RECORD SULLA PELLE DELL’ERARIO: NESSUNO VERSA L’OBOLO DEGLI EXTRAPROFITTI. Il flop della tassa sugli extraprofitti certifica l’anno d’oro delle banche. Secondo le previsioni del sindacato dei lavoratori (la Fabi, Federazione autonoma bancari italiani) gli utili a fine anno voleranno fino a 43 miliardi: +70% rispetto ai 25 miliardi dell’anno scorso. Gran parte del merito cade sulle scelte della Bce. I rialzi continui dei tassi d’interesse hanno gonfiato il margine d’interesse, cioè la differenza tra i tassi applicati ai correntisti e quelli incassati dai debitori. Intesa, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Mps hanno raccolto 27,6 miliardi di margine di interesse, pari al 58,3% dell’intera torta dei loro ricavi (poco meno di 50 miliardi). La tassa varata dal governo Meloni serviva a riequilibrare la bilancia togliendo una parte del bottino agli istituti per destinarlo alla collettività. Il braccio destro della premier, Giovanbattista Fazzolari, aveva tuonato dalle colonne del nostro giornale: “Non rispondiamo ai banchieri e ora facciamo pagare i furbi”. Invece le destre hanno inserito la retromarcia e le proteste di Marina Berlusconi per le casse di Mediolanum sono andate a buon fine. Agli istituti è stata data libera scelta: pagare la tassa sugli extraprofitti, oppure accantonare come riserva indisponibile a bilancio una somma pari a due volte e mezzo il valore dell’imposta. Risultato: nemmeno le banche a controllo pubblico – Mps e Mediocredito Centrale – pagheranno l’obolo al loro azionista. Sul Fatto di domani approfondiremo il fallimento del governo e gli incassi alle stelle della finanza.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Londra, 300 mila persone alla manifestazione pro-Palestina: scontri tra ultradestra e polizia. Circa 300.000 persone hanno partecipato alla manifestazione pro-Palestina nella capitale inglese, secondo la polizia locale. Si sono verificati scontri quando un gruppo di persone ha tentato di raggiungere il Cenotafio abbattendo una barriera della polizia. Il sindaco di London Sadiq Khan ha stigmatizzato il comportamento degli estremisti.
Indi Gregory, stop ai macchinari che tengono in vita la neonata. 8 mesi di vita, affetta a sindrome da deplezione del DNA mitocondriale: secondo i medici inglesi, per la piccola non c’è alcuna speranza di vita. Gli strumenti medici che la separano dalla morte sono stati staccati, ha riferito Simone Pillon, legale che ha seguito la famiglia della bimba in Italia. Ricoverata al Queen’s Medical Centre di Notthingham, la neonata sarà trasferita in un hospice, un reparto specializzato per la terapia del dolore e dei pazienti terminali.
Sicilia, colpo di spugna dei meloniani: salvato l’esponente Fdi. La commissione Bilancio ha approvato una norma che salva per primo il presidente della stessa commissione stessa, Dario Daidone, di Fratelli d’Italia. Intanto a Roma Salvo Pogliese, senatore di Fdi ed ex sindaco di Catania (vicino a Daidone ) ha presentato un emendamento per conferire incarichi nella pubblica amministrazione a chi ha subito condanne anche in primo grado.
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