LA POLITICA in primo piano sul Fatto di domani con il braccio di ferro nella maggioranza, dopo i ricatti di Renzi che rincara la dose. Andremo a vedere quant’è credibile l’ipotesi di un Conte ter. Nella partita rientrano anche le sponde reciproche dei due Matteo, Renzi e Salvini, per le larghe intese e la sortita di Orlando che si auto-candida ad essere il nuovo Gianni Letta. Poi in Sicilia per seguire gli sviluppi del processo a Salvini per il caso Gregoretti.
LE PAGINE COVID si apriranno con l’intervista a Ranieri Guerra dell’Oms, sul caso del piano pandemico e non solo. A seguire l’analisi dei dati con gli interventi di Brusaferro dell’Iss che raccomanda di “seguire le regole per evitare la terza ondata” e Rezza che mette le mani avanti sul vaccino. Nel comparto anche l’analisi dei numeri di oggi: 19.903 nuovi contagi e 649 morti.
L’ECONOMIA si occuperà del caso Vivendì, dopo la chiusura indagini e la notizia di Vincent Bolloré e l’ad Arnaud de Puyfontaine indagati. Ma, come vedremo, non è l’unico passaggio difficile per il gruppo francese.
NELLA CRONACA la presa di posizione del ministero dell’Ambiente sul condono edilizio (di cui trovate un’anticipazione) e l’articolo di Selvaggia Lucarelli sul revenge porn.
NEGLI ESTERI l’intervista alla sociologa Noelia Chávez che ci aiuterà a capire la protesta pacifica che dal Perù si sta propagando al resto dei Paesi del Sud America. Poi in Iran e Messico per denunciare la morte dei giornalisti, uccisi solo per aver fatto il proprio dovere.
NEL RADAR il caso Micromega, lo storico periodico che chiude i battenti. A seguire il racconto di Daniele Luttazzi.
IL SECONDO TEMPO si aprirà con l’intervista a Stefania Rocca.
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Il ministero dell’Ambiente: “Condono? Non se ne parla”
di Marco Palombi
Ieri il Fatto ha rivelato che nella bozza del nuovo testo unico sull’edilizia, in discussione al tavolo tecnico del Consiglio superiore dei lavori pubblici (ministero delle Infrastrutture), è presente un enorme condono edilizio – anzi, una sorta di amnistia – per tutte le costruzioni abusive antecedenti al 1° settembre 1967. Un provvedimento che, tentando di risolvere alcuni problemi, rischia di sanare tutto, veri e propri ecomostri compresi.
Ebbene, il ministero dell’Ambiente non ha intenzione di avallare un provvedimento di questo genere: “Non passerà mai”, rivelano fonti del dicastero guidato da Sergio Costa. In sostanza, l’idea partorita al tavolo tecnico di Paola De Micheli – un testo in forma di articolato esiste fin da luglio – al momento non è stato ancora condiviso con gli altri ministeri. Quando lo sarà, se non sarà stato modificato, il ministero dell’Ambiente porrà il veto non solo sull’amnistia per gli abusi pre-1967 (l’attuale articolo 39), ma chiederà modifiche anche sulle altre due norme che cambiano – ma in maniera assai meno scandalosa – la disciplina attuale per le sanatorie (art. 37 e 38).
(continua a leggere sul giornale di domani)
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