SINDACATI, IL BLUFF DI DRAGHI: INCONTRO SÌ, MA DOPO LO SCIOPERO. PARLA LANDINI. Il caro bollette, ma anche i temi del fisco e della scuola, stanno rallentando il percorso di approvazione della manovra di bilancio in Parlamento. Non è ancora finito il negoziato tra ministri e partiti di maggioranza sugli emendamenti, e nel migliore dei casi il testo dovrebbe arrivare al Senato mercoledì, mentre alla Camera soltanto il 21 dicembre, con l’approvazione che quasi certamente arriverà dopo Natale. Giovedì, invece, sarà il giorno dello sciopero generale, convocato da Cgil e Uil. Esclusa ogni ipotesi di rimandarlo (a meno che il governo non riveda le norme su fisco e pensioni), in questi giorni le parti sociali hanno comunque provato a tenere aperto il dialogo con l’esecutivo. Che alla fine li ha convocati, ma tra una settimana (lunedì prossimo) quindi dopo lo sciopero. Sul giornale di domani sentiremo la reazione del segretario della Cgil Maurizio Landini, intervistato da Gad Lerner. Inoltre, sempre oggi sono usciti i dati Istat sull’occupazione, che confermano il trend degli scorsi trimestri: i posti di lavoro aumentano, ma sono quasi tutti a tempo determinato e precari. Cresce anche il numero delle donne inattive: analizzeremo i numeri sul Fatto di domani.
BOLLETTE, IL GOVERNO RECUPERA SUL FONDO DISABILI, MA NON SUI RINCARI. La polemica del giorno riguarda l’impegno del governo sui disabili. L’esecutivo si è affrettato a replicare alla denuncia dell’Anfass, l’Associazione nazionale delle famiglie con persone con disabilità, chiarendo che il fondo speciale da 200 milioni dedicato alla categoria non è stato cancellato, ma anzi verrà raddoppiato dal 2023 al 2026. Il dirottamento dei soldi sulle bollette, dicono, è un manovra contabile che serve ad allocare risorse non spese (mancano i decreti attuativi del fondo), ma i 200 milioni, chiariscono il ministero dell’Economia e quello della Disabilità (guidato da Erika Stefani) torneranno al loro posto dal 2023 con 50 milioni l’anno. “Non c’è da preoccuparsi e se è necessario si farà di più, la volontà del governo è molto chiara”, ha detto Draghi. Tutt’altro che risolto resta, invece, il tema originario, quello dei rincari delle bollette. I fondi stanziati finora, circa 3,8 miliardi, sono insufficienti a evitare una stangata invernale: l’Authority per l’energia aveva già spiegato che ne servirebbero circa il doppio (sette). Oggi sia dalla Lega che dal Movimento 5 Stelle è arrivata la richiesta a Draghi di trovare più soldi. Salvini ha riproposto la sua solita ricetta: togliere soldi al Reddito di cittadinanza e metterli sulle bollette. Conte, invece, che oggi ha incontrato il premier a Palazzo Chigi, ha proposto di agire anche sulle imprese, usare i crediti Co2 e fare ordine sugli oneri di sistema. Sul Fatto di domani vedremo quanti soldi servono e quali sono gli effetti ipotizzabili a seconda degli interventi.
LA LUNGA MARCIA DI B. AL QUIRINALE. SALVINI LO CHIAMA, MELONI LO VUOLE GIÀ SCARICARE. Tra una sparata sui social e l’altra, Matteo Salvini ha avviato il suo personale giro di consultazioni sul tema dell’elezione del capo dello Stato con le altre forze politiche. Ha cominciato proprio con una telefonata a Berlusconi, a cui il leader leghista ha chiesto “un momento di incontro, confronto e condivisione, per evitare di arrivare a metà gennaio con il liberi tutti”. Poi è stata la volta del leader centrista Giovanni Toti, mentre con il segretario Pd Enrico Letta si prevede di avviare un “dialogo” dopo l’approvazione della manovra di bilancio. Nel frattempo Forza Italia continua a promuovere la candidatura dell’ex cavaliere come presidente della Repubblica. “Salvini e Meloni saranno leali alla fine”, dichiara per esempio Gianfranco Rotondi. Però dopo il discorso di chiusura di Atreju, ieri, non sembra che Meloni sia molto convinta di B., il suo richiamo al “patriota” che guidi la nazione non combacia molto con il profilo dell’ex cavaliere (grande amico di Putin, per dirne una). Lo vedremo su giornale di domani con una nuova puntata della Storia di B. di Marco Travaglio. La nostra petizione su change.org è arrivata a 170 mila firme. Anche il Movimento 5 Stelle apre ufficialmente oggi il cantiere del voto del Colle, con una cabina di regia tra ministri e coordinatori di cui daremo conto sul giornale di domani. Intervisteremo anche il capogruppo M5S alla Camera Davide Crippa.
COVID, L’INCOGNITA OMICRON, CHE IN UK GIÀ DILAGA. Mentre i partiti discutono essenzialmente della proroga dello stato di emergenza, che il governo ha deciso di prorogare al 31 marzo (il Cdm), sul piano sanitario il tema di discussione principale è, ancora una volta, quello della diffusione del virus e della capacità dei vaccini di frenare il contagio. Le analisi sono complicate dall’insorgenza della nuova variante Omicron. Dal Regno Unito è arrivato un nuovo allarme: c’è il primo morto da variante e la stima che il 40% dei positivi a Londra siano riconducibili a Omicron. Ma i risultati degli studi sulla capacità di aggirare la protezione immunitaria non sono ancora arrivati: si attendono a giorni. Uno studio dell’Università di Oxford in fase di approvazione dice che “sebbene non vi siano prove di un aumento del potenziale di Omicron di causare forme gravi di malattia o morte, è probabile una crescita delle infezioni in persone precedentemente contagiate o immunizzate”. Il Centro europeo di controllo delle malattie conferma che la variante circola ormai autonomamente nel nostro continente. Al 13 dicembre i casi confermati sono 1.686 in 23 Paesi dell’area Ue, di cui 27 in Italia. Quelli derivanti da viaggi all’estero sono solo il 13%. Tornando in Italia, i casi registrati nelle ultime 24 ore sono 12.700 (con un quinto dei tamponi che si fanno abitualmente). I nuovi positivi sono il 34% in più rispetto alla settimana scorsa. Si allunga la lista delle Regioni che rischiano di finire in zona gialla dalla prossima settimana. Sul Fatto di domani faremo il punto con il microbiologo Andrea Crisanti. Poi faremo una panoramica di come sta evolvendo il ritmo dei contagi nel mondo, dall’Irlanda a Cuba, dall’Inghilterra fino a Israele, dove oggi, inaspettatamente, le autorità sanitarie hanno affermato che per il momento non c’è alcun bisogno di pensare alla quarta dose.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
L’inchiesta calciomercato si allarga. La procura ha indagato due agenti sportivi per le cessioni di Chiesa e Pjanic, mentre la Guardia di Finanza è entrata nella sede di 11 club di Serie A. Il calcio italiano ha cose più gravi di cui preoccuparsi che la figuraccia del sorteggio di Champions League.
Libia, voto nel caos. Le elezioni a Tripoli sono programmate per il 24 dicembre, ma con l’escalation di tensioni politiche che sta scuotendo il Paese la data è in forse.
De Giovanni racconta la Napoli di Sorrentino. Lo scrittore e giallista racconta i luoghi visti nel film È stata la mano di Dio.
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