AUTONOMIA E REFERENDUM, LA DESTRA IN ORDINE SPARSO E LA RUSSA SI SMARCA DALL’ASTENSIONISMO DELLA LEGA: “IO ANDRÒ A VOTARE”. EMILIANO (PD): “CORTE COSTITUZIONALE HA MESSO PIETRA TOMBALE SULLA NORMA”. Governo sempre più incerto sulla grana dell’autonomia differenziata, dopo che ieri è stato dato il benestare al referendum abrogativo. Il presidente del Senato Ignazio La Russa intervistato ad Atreju, – la festa di Fratelli d’Italia – a proposito del referendum sull’autonomia, dice la sua: “Dare l’indicazione di non andare a votare e ‘andare al mare’ come fece Bettino Craxi è una tecnica che non mi scandalizza: io personalmente preferisco andare a votare, non c’è una sola elezione in cui non abbia votato. Rimango neutro ma personalmente penso che andrò a votare”. Anche il ministro Tajani (Forza Italia) cerca una posizione equidistante: “Adesso dovremo aspettare la Corte Costituzionale che deve decidere definitivamente, ma noi siamo favorevoli all’Autonomia perché l’abbiamo votata e siamo leali con i nostri alleati, faceva parte del programma. Il testo, così com’è stato approvato, andava modificato perché c’erano alcune cose che non andavano nella giusta direzione”. Dall’opposizione si ribadisce il parere negativo sulla legge spacca-Italia, come ha fatto il presidente della Regione Toscana, Giani: “Non è che non siamo per l’autonomia – ha detto Giani, a margine degli Stati generali dei Comuni della Toscana – anzi io da presidente di Regione sono molto persuaso che molto più potere alle Regioni sia importante: ma noi vogliamo un’autonomia equa e solidale”. Categorico il suo collega della regione Puglia, Michele Emiliano, anche lui ospite di Atreju: “La Corte Costituzionale ha messo una pietra tombale sull’autonomia come devolution, come spostamento di blocchi di materie per diminuire le competenze centrali”. Sul Fatto di domani leggerete le novità sul dibattito politico, rispetto ad una norma il cui percorso appare sempre più incerto.
FRANCIA, MACRON NOMINA BAYROU PRIMO MINISTRO, CHE ESORTA: “BISOGNA RICONCILIARE IL PAESE”. LE PEN LO AVVISA: “SE PROSEGUIRÀ CON IL MACRONISMO, FALLIRÀ”. Il passaggio di consegne tra Michel Barnier e il nuovo premier Francois Bayrou a palazzo Matignon è avvenuto nel pomeriggio. Con questa sintesi, l’Eliseo spera di chiudere l’ennesima crisi politica, che la maggior parte dei francesi attribuisce al presidente Macron. Il capo dello Stato ha rifiutato questa lettura, accusando a sua volta destra e sinistra. La nomina di Bayrou, nello staff di Macron, viene spiegata come una scelta verso un politico “inclusivo” in grado di parlare ai vari schieramenti dell’Assemblea. Le reazioni: la sinistra radicale si limita ad un commento secco: “Cominciamo bene”, scrive il leader di France Insoumise, Jean Luc Melenchon. Marine Le Pen, che rappresenta la destra più intransigente del Rassemblement National, avvisa Bayrou: “Se le sue politiche saranno un’estensione del macronismo, fallirà”. Bayrou ritiene che ci sia un ”cammino da trovare per riunire le persone invece di dividerle. Penso che la riconciliazione sia necessaria”. Ministro dell’Istruzione dal 1993 al 1997, e della Giustizia nel 2017; a capo dal 2007 del Movimento Democratico (MoDem) di cui è leader, Bayrou ora affronta un compito improbo: sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sulla politica francese con interviste ad esperti.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA, ATTACCO AEREO MASSICCIO DI MOSCA CON 287 ORDIGNI. PESKOV: “NON CI SONO REQUISITI PER I NEGOZIATI CON KIEV”. Un attacco massiccio per rispondere al raid di qualche giorno fa, che Kiev aveva lanciato con missili Atacms su una base nella regione russa di Rostov. Secondo fonti ucraine, stamane Mosca ha utilizzato anche quattro missili balistici ipersonici Kh-47M2 Kinzhal, e due missili balistici Iskander-M, oltre 80 missili da crociera e droni kamikaze. In totale, l’Aeronautica militare ucraina ha rilevato 287 mezzi di attacco aereo: 94 missili e 193 droni. Kiev sostiene che molti sono stati abbattuti, ma i danni ci sono, se è vero che alcune regioni sono senza corrente elettrica. I russi continuano, dunque, a prendere di mira la rete energetica per costringere gli ucraini a passare un inverno al gelo. Anche la centrale nucleare di Zhaporizhja è a rischio; l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha indicato che cinque reattori su nove sono stati spenti. Di pace, al momento, non si parla, nonostante le dichiarazioni negli Stati Uniti del presidente neo eletto Donald Trump. Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha ribadito che non ci sono le condizioni: “Non vogliamo un cessate il fuoco, vogliamo la pace, una volta che le nostre condizioni saranno soddisfatte e tutti i nostri obiettivi saranno raggiunti”. Sul giornale di domani troverete le ultime notizie sul conflitto nell’Est e sulla crisi politica in Romania.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Sciopero dei trasporti, a Torino gli studenti si scontrano con la polizia. La protesta dei sindacati di base nel settore trasporti è stata colta al balzo dagli studenti di Torino, che si sono scontrati davanti alla sede del Politecnico, con la polizia. Tensione anche davanti alla sede della Rai di via Verdi. Secondo i primi dati, nelle città l’impatto dello sciopero sui trasporti c’è stato ma in forma parziale: a Roma si sono fermate le metro A e C, a Milano la linea 1, cancellati alcuni treni a lunga percorrenza e diversi regionali.
Esplosione al deposito Eni di Calenzano, la Procura: “Erano in corso due manutenzioni”. La mattina dell’esplosione – che ha provocato cinque morti – nel deposito Eni di Calenzano (Firenze) erano in corso due distinti interventi di manutenzione agli impianti. Uno alla pensilina numero 7, accanto a quella dell’esplosione, riguardava una condotta di alimentazione per il carico di carburante ai camion. L’altro intervento prevedeva la riparazione di due raccoglitori di vapori che da tempo risultavano difettosi nella corsia 6, dove è partita la deflagrazione.
Napoli, condannato l’imprenditore Iervolino per corruzione. Il gup di Napoli Enrico Campoli, ha condannato per corruzione l’imprenditore Danilo Iervolino, proprietario della Salernitana e già patron dell’università Pegaso, al termine del processo celebrato con rito abbreviato sulla corruzione di alti dirigenti del Ministero del Lavoro. A Iervolino sono stati inflitti 4 anni di reclusione e il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per altrettanto tempo. Condanna a 5 anni, invece, per Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, con interdizione perpetua dai pubblici uffici; 2 anni e 8 mesi sono stati inflitti a Mario Rosario Miele, collaboratore di Iervolino. Francesco Fimmanò, direttore scientifico dell’università Pegaso, è stato assolto.
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