UNA SETTIMANA DI TRANCE AGONISTICA PER SMANTELLARE LA GIUSTIZIA. A mettere in fila le iniziative che la maggioranza di governo ha intrapreso negli ultimi giorni vengono i brividi. Tra bavagli all’informazione, stretta alle intercettazioni – non si potranno conoscere nemmeno i nomi delle persone con cui parlano gli indagati – e smantellamento dei reati dei colletti bianchi, Forza Italia e Lega hanno addirittura ripreso il vecchio pallino di Licio Gelli sui test attitudinali ai magistrati. Per non parlare dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio, norma picconata dalla Commissione europea che pure il ministro Nordio ha dichiarato di voler portare avanti insieme con la limitazione del traffico d’influenze. Sul Fatto di domani metteremo in fila tutti gli interventi che daranno il colpo di grazia alla giustizia. Sentiremo poi il parere della professoressa Marina Castellaneta, ordinaria di Diritto internazionale all’Università di Bari.
SGARBI E IL QUADRO DELLA DISCORDIA: I MAGISTRATI CHIEDONO UNA CONSULENZA SULL’OPERA DI MANETTI. LE TESTIMONIANZE DI CHI FU COINVOLTO NEL FURTO. Come raccontato dal Fatto con una serie di inchieste, la vicenda del quadro di Manetti in possesso di Vittorio Sgarbi si arricchisce di un nuovo capitolo. Su mandato della Procura di Macerata, i carabinieri ieri hanno sequestrato “La Cattura di San Pietro”, quadro attribuito al maestro Rutilio Manetti, nella disponibilità del sottosegretario alla Cultura. Gli inquirenti chiederanno una consulenza sull’opera. Nell’indagine dei pm marchigiani, Sgarbi è accusato di riciclaggio di beni culturali. “La Cattura di San Pietro” è stata rubata nel 2013 dal Castello di Buriasco, in Piemonte. Poi è riapparso nel 2021, ufficialmente nella disponibilità di Sgarbi. Gli investigatori vogliono stabilire se si tratti della stessa opera. Sul giornale di domani ci saranno ulteriori particolari sugli sviluppi dell’indagine, tra cui la testimonianza di due persone coinvolte nel furto e sull’altra inchiesta, quella della Procura di Imperia. In questo caso si parla di un altro quadro, il “Concerto del bevitore” di Valentin de Boulogne, valore 5 milioni di euro. Il reato ipotizzato a carico del sottosegretario è esportazione illecita di beni culturali; Sgarbi è accusato di aver portato in Francia il quadro in modo illecito, per cercare di rivenderlo.
CON RENZI PREMIER, CARRAI FA AFFARI. ECCO I RAPPORTI CON UN GRANDE GRUPPO INDUSTRIALE. Leonardo, Enel, Terna, Poste, Ferrovie dello Stato, Tim, Fastweb, Fiat Chrisler, Benetton. E poi le banche: da Intesa a Unicredit, Consorzio Cbi e Unipol, Che Banca, Bnl, Carige, Fideuram. Sono alcuni dei nomi dei clienti illustri della Cmc di Marco Carrai, amico e consigliere di Matteo Renzi. Come abbiamo raccontato sul Fatto di oggi, le attività della società hanno registrano un picco in parallelo con l’ascesa, nel 2014, di Renzi alla guida del governo. Nel dossier di 457 pagine del rapporto della Guardia di Finanza acquisito dal Copasir si legge: “Dal volume d’affari di 1,5 milioni del 2013 [Cmc, ndr] è balzata a 6,2 milioni nel 2014, registrando una lieve flessione nel 2015 con 5,09 milioni e il picco massimo di 6,5 milioni nel 2016”. Sul giornale di domani approfondiremo uno di questi rapporti d’affari, ricostruendo anche il contesto storico in cui si è sviluppato. Per condotte simili, in mezza Ue i politici rischiano decadenza o arresto.
GAZA, CENTO GIORNI DI PRIGIONIA: I FAMILIARI DEGLI OSTAGGI NELLE MANI D HAMAS SI MOBILITANO. LIBANO, YEMEN, SIRIA E IRAQ: COME SI ALLARGA IL CONFLITTO. Nella Striscia di Gaza domani saranno 100 giorni di guerra, in seguito al massacro firmato da Hamas il 7 ottobre, durante il quale ha trucidato 1.200 persone tra bambini, donne e anziani, e preso più di 300 ostaggi. La risposta di Israele è stata violentissima, tanto che in questi giorni dinanzi alla Corte internazionale dell’Aja, su richiesta del Sudafrica, è stato avviato il confronto su una accusa di genocidio verso i palestinesi. Tesi che lo Stato Ebraico rifiuta, rivendicando il diritto a difendersi dopo essere stato attaccato. La battaglia sul campo prosegue, soprattutto al sud e a Gaza City. Resta aperta la questione degli ostaggi, 132 ancora tenuti dentro i tunnel dai fondamentalisti; i loro parenti hanno organizzato una serie di iniziative per ricordare anche al governo Netanyahu che la loro liberazione è fondamentale. Ma Gaza non è l’unica emergenza in Medio Oriente. Israele ha un continuo scambio di colpi con Hezbollah in Libano. In Yemen, gli attacchi anglo-americani contro le basi degli Houthi, per scoraggiarli dai loro raid verso le navi commerciali lungo ìl Mar Rosso e la penisola arabica, aprono una ulteriore fase di incertezza. Nel nord della Siria e in Iraq, la Turchia conferma di aver colpito “30 obiettivi” ed eliminato 20 miliziani curdi; sebbene sia stato proprio l’Ypg a sconfiggere l’Isis negli anni scorsi, per Ankara gli affiliati al Pkk come all’Ypg sono “terroristi”. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento con un quadro dettagliato di schieramenti e mappe.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Elezioni a Taiwan, vince Lai: per la Cina è un “piantagrane”. A riconoscere la vittoria di William Lai, candidato del Partito democratico progressista (Dpp) è stato l’avversario del Kmt, Hou Yu-ih, rappresentante del Kuomintang, schieramento politico vicino alle posizioni di Pechino. Yu-ih aveva promesso, in caso di vittoria, di riavviare i colloqui con il governo del presidente Xi Jinping; la Cina da tempo sostiene che Taiwan deve rientrare a far parte della sua sfera. Invece ha vinto Lai, che, a meno di colpi di scena, per i prossimi quattro anni governerà per mantenere l’indipendenza: non a caso Pechino lo ha definito un “istigatore alla guerra” e un “piantagrane”.
Martina Rossi morì per evitare lo stupro. Gli avvocati: “Una certa responsabilità fu anche sua”. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi sono stati condannati a 3 anni per il tentato stupro cui seguì la morte della studentessa, a Palma di Maiorca, il 3 agosto 2011. I loro avvocati hanno chiesto al tribunale civile di Arezzo una nuova perizia sulla caduta, nell’ambito della causa civile di richiesta di risarcimento promossa dai genitori della vittima. Secondo gli avvocati, ci fu un grado di responsabilità di Martina nello scavalcare la ringhiera del balcone per sfuggire alla violenza sessuale. Il giudice si è riservato la decisione.
La palestra di Luttazzi. Domani un nuovo appuntamento con gli allenamenti di satira. Guerra mondiale, crisi economica, sanità allo sbando, Giorgia Meloni: mai come in questi tempi c’è bisogno di dissenso informato. Inviate i vostri esercizi (firmati) a questo indirizzo: palestraluttazzi@proton.me. In palio un abbonamento annuale al Fatto Quotidiano.
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