CRIMINALI A RISCHIO FUGA (GRAZIE ALLA RIFORMA NORDIO) E LE INTERCETTAZIONI NEL MIRINO: ALTRO CHE DESTRA “LEGGE E ORDINE”. L’IMBARAZZO DI GIORGIA MELONI A RIDOSSO DELLA COMMEMORAZIONE DI BORSELLINO. L’eco delle polemiche sulla riforma della Giustizia targata Carlo Nordio non si attenua. Sul Fatto di oggi avete letto l’intervista al pm Eugenio Albamonte. La toga ha attaccato duramente il Guardasigilli e la legge che ne porta il nome. “L’abolizione dell’abuso d’ufficio è un’amnistia selettiva”, ha dichiarato il magistrato, rilanciando l’allarme dell’Anm. Secondo il sindacato dei magistrati, la cancellazione del reato per i pubblici amministratori è un modo per ripulire le fedina penale dei 4mila condannati per abuso d’ufficio, mentre alle vittime resta solo l’amarezza. Del resto, l’Europa aveva ventilato la possibilità di una procedura d’infrazione, in caso di abolizione di un reato tutelato anche dalla convenzione Onu di Merida. Infatti, con l’impulso del Quirinale, un emendamento per far tornare l’abuso d’ufficio è stato presentato al decreto carceri da parte della maggioranza. Ma non c’è solo l’abolizione di un baluardo fondamentale contro corruzione e criminalità. La legge Nordio rendono più farraginose le misure cautelari. Cinque giorni prima dell’arresto, l’indagato dovrà essere chiamato per un interrogatorio, con la possibilità di darsi alla fuga. Sul Fatto di domani vi racconteremo le conseguenze paradossali del nuovo corso. Ora nel mirino ci sono le intercettazioni: l’obiettivo è impedire la proroghe degli ascolti oltre il limite dei 45 giorni. È la proposta contenuta nel ddl firmato dal forzista Zanettin. Fratelli d’Italia però non è convinta: la stretta sulle captazioni rischia di appannare l’immagine del partito “legge e ordine” cara a Giorgia Meloni. La premier, attesa la settimana prossima per le commemorazioni della strage di via d’Amelio, ha sempre sbandierato l’eredità di Paolo Borsellino come luce guida. Eppure il suo governo, a detta di molti a addetti ai lavori, piccona la Giustizia sulla scia di Berlusconi.
TOTI, PRATICA DISCIPLINARE SUI GIUDICI DEL RIESAME: LA RICHIESTA DELLE DUE CONSIGLIERE LAICHE DEL CSM IN QUOTA CENTRODESTRA. SANTALUCIA (ANM): “UN’INTERFERENZA PREOCCUPANTE”. Mentre s’infiamma il dibattito sulla giustizia, sale di tono lo scontro politico sugli arresti domiciliari di Giovanni Toti. Dopo la conferma della misura cautelare da parte del tribunale del Riesame, sui giudici pende il rischio delle sanzioni. Due consigliere laiche del Csm – Isabella Bertolini (FdI) e Claudia Eccher (Lega) – hanno chiesto al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura di valutare una segnalazione alla procura generale della Cassazione, per aprire un fascicolo disciplinare sui quei magistrati, colpevoli di aver bocciato la richiesta di Toti di tornare in libertà con la revoca dei domiciliari. Per Bertolini ed Eccher, il provvedimento del Riesame sarebbe sbagliato noi toni, oltre che nel merito. L’Anm è insorto con il presidente Giuseppe Santalucia. Il magistrato ha giudicato “preoccupante” l’iniziativa delle due consigliere vicine alla maggioranza, “un tentativo di interferenza” della politica nel campo esclusivo della magistratura. Secondo Santalucia, l’episodio conferma “il timore che con la riforma del Csm e l’istituzione dell’Alta Corte risulterà fortemente indebolita l’autonomia e l’indipendenza di giudici e pubblici ministeri”. Intanto, si riapre il capitolo delle dimissioni del governatore. Toti ha sempre ribadito di volere restare in sella spalleggiato dalla Lega. Ma dopo la bocciatura del Riesame, solo l’addio alla presidenza della Regione potrebbe avvicinarlo alla revoca dei domiciliari. Ieri, in una lettera al suo avvocato Stefano Savi, annunciava: “Per me la poltrona di Presidente è maggiormente un peso che un onore, le scelte che faremo saranno per il bene della Liguria”. Lunedì Matteo Salvini sarà a Genova per un impegno istituzionale, ma potrebbe aggiungere in agenda una visita al governatore sotto inchiesta per corruzione. Sul Fatto di domani, l’ultimo capitolo sui domiciliari di Toti e il risiko nella maggioranza sulle sue dimissioni.
GAZA, RAID DI ISRAELE SUGLI SFOLLATI A KHAN YOUNIS: ALMENO 71 MORTI. L’OBIETTIVO ERA IL CAPO DELL’ALA MILITARE DI HAMAS MOHAMED DEIF. Il bilancio, per ora, è di 71 morti e 289 feriti, secondo fonti palestinesi. Nel corso della giornata la conta funebre è andata via via peggiorando. Il raid aereo di Israele ha colpito l’area di al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, dove si accalcano migliaia di gazawi in fuga dai bombardamenti dell’Idf. Decine di persone sarebbero rimaste intrappolate sotto le macerie degli edifici colpiti. Eppure, l’esercito di tel Aviv aveva definito come “zona umanitaria sicura”, l’area di al-Mawasi. Gli obiettivi israeliani erano due leader di Hamas: il capo dell’ala militare Mohamed Deif e Rafàa Salameh, comandante della brigata Khan Yunis. Il secondo avrebbe perso la vita, secondo organi di stampa sauditi e libanesi. Sulla sorte di Deif, sin dal 7 ottobre nel mirino di Netanyahu, si sono rincorse notizie contrastanti. Stando a una fonte della tv libanese Al Mayadeen, affiliata a Hezbollah, il capo delle Brigate Ezzedin al-Qassam sarebbe in buone condizioni. Poco prima, l’emittente israeliana Kan aveva dato una versione opposta, con l’alta probabilità dell’uccisione di Deif nel raid aereo su al-Mawasi. Per la tv saudita al-Hadath, invece, il leader guerrigliero di Hamas sarebbe gravemente ferito. Inyanto, in un messaggio diffuso via Telegram, Hamas ha chiesto ai palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est di partecipare a “manifestazioni di massa” contro Israele e “i coloni terroristi”, per le vittime di al-Mawasi. Non c’è solo il sud della Striscia. Più a nord, a Gaza City, si sono intensificate le operazioni, con il ritorno di una parte delle milizie di Hamas nell’area ridotta ad un cumulo di macerie. Stando a fonti del governo di Hamas riportate dal Guardian, un raid avrebbe provocato 17 morti nella sala di preghiera di un campo profughi sulla spiaggia di Gaza, a ovest della City. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha incontrato il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano (Idf) Herzi Halevi e Ronen Bar dello Shin Bet, per fare il punto dopo il raid contro Deif.
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Ucraina, Peskov: “Risponderemo ai missili Usa, capitali europee possibili bersagli”. Dopo il vertice Nato, prosegue l’escalation bellico tra Mosca e l’Occidente. Il Cremlino ha voluto rispondere alla decisione Usa di schierare missili a lungo raggio in Germania a partire dal 2026. “Gli Stati Uniti hanno schierato diversi tipi di missili, di diversa gittata, tradizionalmente puntati verso il nostro Paese. Il nostro Paese, di conseguenza, ha identificato centri europei come obiettivi per i nostri missili”, ha detto il portavoce di Putin Dmitri Peskov. .
Ragazzina di 12 anni denuncia: “Violentata da un animatore del villaggio turistico”. La presunta vittima era in vacanza con i genitori in Salento, località Torre dell’Orso, nella marina di Melendugno in provincia di Lecce. L’abuso sarebbe avvenuto mercoledì scorso: l’autore della violenza, secondo il racconto dell’adolescente, sarebbe un animatore di 17 anni. Ascoltato dagli investigatori, il ragazzo (indagato) avrebbe negato la violenza parlando di “rapporto consensuale”.
Wimbledon, sfuma il sogno di Jasmine Paolini: Krejcikova vince la finale al terzo set. La tennista azzurra lotta fino all’ultimo punto, ma è Barbora Krejcikova la vincitrice. La finale femminile sul Campo Centrale dell’All England Club di Londra è stata una battaglia di due ore: la ceca si è imposta con il punteggio 6-2, 2-6, 6-4. Wimbledon resta un tabù per il tennis italiano: dopo Matteo Berrettini, anche Paolini arriva a un passo dal trofeo più prestigioso. L’azzurra deve ora smaltire la delusione per la terza finale Slam persa, dopo quelle in singolare e in doppio al Roland Garros. A consolarla c’è una classifica straordinaria: da lunedì sarà la nuova numero 5 al mondo.
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