ALLA FACCIA DEL “TRIPLICHIAMO”. Lo ha annunciato ieri il premier Draghi, lo hanno ripetuto a spron battuto i “giornaloni”: l’Italia triplicherà le somministrazioni dei vaccini nel giro di qualche settimana. Obiettivo, secondo il nuovo piano, 500 mila dosi al giorno. Bene, bravo, bis. Peccato che da Big Pharma continuino ad arrivare notizie scoraggianti: Astrazeneca, dopo lo stop a due lotti per motivi precauzionali, ha reso noto che taglierà ancora le forniture. Sul Fatto di domani vi racconteremo allora come stanno davvero le cose, nel nostro come negli altri Paesi europei, dove la pandemia è nel pieno della terza ondata (continua a crescere contagi e, soprattutto, ricoveri: qui i numeri di giornata). E vedremo che il Wto ha detto no alla deroga sui brevetti per la produzione di vaccini.
QUANDO SI STAVA PEGGIO. Leggendo le motivazioni della sentenza con cui la Consulta il 24 febbraio ha accolto il ricorso del governo contro la legge della Valle d’Aosta, si scopre che i Dpcm non erano poi così sbagliati (nell’adulazione generale del nuovo esecutivo, del resto, nessuno ha fatto notare come l’ultimo decreto anti Covid debba essere approvato entro 60 giorni, quando la situazione chissà come si sarà evoluta). A sentire molti partiti che sostengono Draghi e a leggere l’intervista del generale Figliuolo al Corriere della Sera, adesso però “ci attrezziamo a essere più bravi”: ricorderemo allora quanto era stato fatto dall’ex commissario straordinario Arcuri, per trovare le differenze tra le due gestioni. Intanto, da lunedì, molte regioni italiane cambieranno colore.
QUESTIONE DI EURO. Il governo lavora ancora alle bozze del Recovery Plan, anche in questo caso, “sfruttando” quanto fatto dall’esecutivo precedente. Eppure tutti si mostrano entusiasti del “cambio di passo”. Per contrastare la propaganda, sul giornale di domani troverete un confronto impietoso tra quanto messo sul piatto dall’Unione europea per far ripartire l’economia post Covid e quanto investito, per la stessa ragione, dagli Stati Uniti.
IL GIORNO DI ENRICO. Domani si riunisce l’assemblea del Pd, che dovrà “incoronare” Letta segretario (oggi la visita al circolo di Testaccio). Ad applaudire l’ex premier (potrete leggerne il ritratto dalla penna di Pino Corrias) ci saranno anche coloro che, nel 2014, non lo fecero stare poi tanto sereno. Così come ci sarà l’uscente, Nicola Zingaretti, che con le sue dimissioni ha inanellato finalmente una serie di mosse azzeccate. Quali? Ce lo dirà Antonello Caporale.
IL LUPO E L’AGNELLO. Che fine ha fatto la “Bestia” di Salvini? Da quando è nel governo Draghi, il leader della Lega si è scoperto europeista e favorevole alle chiusure per la pandemia, e persino i “clandestini” sembrano essere spariti dalla sua agenda (e dai suoi social). Ma questa nuova veste istituzionale sta pagando?
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
L’Antitrust europea in braghe di Bezos. Altro che tasse e sanzioni: da Bruxelles non sono in grado di dimostrare che l’algoritmo Amazon viola la concorrenza.
Afghanistan, terra di chi. Non è affatto detto che la nuova amministrazione americana ritiri le truppe dal Paese, come invece stabilito da Donald Trump.
Addio al re del “lissio”. È morto per Covid, a 83 anni nella sua Cesena, Raoul Casadei, l’uomo che ha esportato la Romagna nel mondo.
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