DRAGHI VA O RESTA? LA TRATTATIVA STATO-MARIO. L’unica cosa certa è che Mario Draghi si presenterà in Senato mercoledì mattina, poi alla Camera. Per il resto è buio pesto sulle reali intenzioni del premier, che ha annunciato le dimissioni (respinte dal Colle) dopo il non voto dei 5Stelle al contestatissimo dl Aiuti. E mentre il Pd spinge per tenerlo ancora in sella, il Movimento cerca una strategia da percorrere. Dopo l’incontro tra Conte e la delegazione del Movimento, il M5S ha smentito che “il presidente Conte abbia chiesto le dimissioni dei ministri”. A dire il vero qualcuno al governo aveva storto il naso per l’ipotesi abbandono della poltrona, come il ministro d’Incà per esempio. Ma si vedrà domani, durante l’assemblea dei pentastellati convocata alle 15. Sul Fatto di domani vi daremo conto delle ipotesi in campo, delle mosse dei 5 Stelle e delle indiscrezioni su ciò che farà l’ex SuperMario (anche alla luce delle pressioni internazionali per tenerlo a Palazzo Chigi). Mario che si prepara al viaggio in Algeria in cerca di gas. E lo faremo anche con i pareri delle nostre firme, Di Cesare, Padellaro e Lerner. Ma ci occuperemo anche di Giggino Di Maio, la cui scissione ha in qualche modo fatto sì che la trattativa tra Movimento e governo si inasprisse.
IN FONDO A DESTRA REGNA IL CAOS. Tra quelli che una volta erano i giallorosa i rapporti sono assai tesi, ma anche dall’altra parte del fronte le idee sono ben confuse. Ossia: l’unica che le ha chiare è la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che non vede l’ora di andare al voto per capitalizzare i voti che gli assegnano i sondaggi (e che la vedono alla testa dello schieramento). Meloni che oggi ha ribadito che “la crisi non rientrerà” e che “le elezioni non sono una piaga d’Egitto”. Dalle parti di Forza Italia e Lega il mantra è “ascolteremo cosa dirà Draghi in parlamento” e poi si vedrà. E oggi lo hanno fatto con comunicati congiunti dei due partiti. Ma nello schieramento le preoccupazioni sono tutte in seno a Salvini: schiacciato dall’ala governista e dai governatori del carroccio (Confindustria Veneto, per dire, si dice “preoccupata per la crisi”), che non vorrebbero staccare la spina, e l’ala più battagliera che ha paura di restare col cerino acceso in mano a pochi mesi dal voto. Sul giornale di domani vedremo cosa sta succedendo e gli schieramenti in campo nel centrodestra.
I MERCATI SNOBBANO LO STRAPPO DI DRAGHI. L’effetto del bye-bye annunciato da Draghi non c’è stato: lo spread è salito di qualche punto base (217 la chiusura), mentre l’indice della Borsa di Milano è partito in salita per terminare la seduta a +2,7%. A riprova che l’effetto deterrente della permanenza del premier al governo per ora è solo una ricostruzione giornalistica. Ma sul fronte economia reale la musica è diversa (e qui Draghi c’entra solo per il non-fatto): secondo una rielaborazione dei dati Istat, l’inflazione colpisce in maniera più consistente le fasce più povere della popolazione, dove supera il 9%. Ossia chi ha meno possibilità economiche soffre più i rincari. E il divario con la parte ricca della popolazione è nell’ordine del 3,7%. Ne parleremo con l’ex segretaria della Cgil, Susanna Camusso. Altra nota dolente è quella dell’energia: l’Arera, l’autorità apposita, per il 2021 segnala prezzi del gas più che triplicati, mentre la produzione nazionale è ai minimi storici. Dati che peseranno sulle previsioni di crescita. Il tutto mentre il quadro economico della Cina peggiora, anche per via delle chiusure dovute alla nuova ondata di Covid.
BIDEN IN ARABIA PER RICUCIRE COL “DIAVOLO” BIN SALMAN. L’Ambasciata Usa a Kiev ha chiesto agli americani in Ucraina di “lasciare immediatamente” il paese. Sul fronte militare la guerra continua e gli ucraini denunciano attacchi missilistici contro due università a Mykolaiv. Mentre l’esercito ucraino continua il contrattacco contro le posizioni russe. Sul Fatto di domani un’analisi di Fabio Mini ci aiuterà a capire quale direzione sta prendendo il conflitto e come sarà l’estate.
Ma la notizia sul fronte internazionale è il viaggio di Biden in Medio Oriente. Il presidente USA ha lasciato Israele per sbarcare in Arabia Saudita. E questo dopo gli attacchi a inizio mandato contro lo “stato canaglia” di bin Salman per le sue violazioni dei diritti umani. Il presidente Usa ora vorrebbe normalizzazione i rapporti tra i due paesi anche come conseguenza alla guerra di Putin. Per quanto riguarda la politica estera, la strategia sembra funzionare: il primo segnale di cambiamento sono proprio i voli: l’Arabia Saudita apre lo spazio aereo alle compagnie israeliane. Per la politica interna, invece, sostegno e indice di gradimento non fanno ben sperare in un prossimo mandato.
LE NOTIZIE CHE TROVERETE DOMANI
Giulio Regeni, giornata chiave per il processo. La Cassazione si pronuncerà sulla possibilità di procedere in assenza dei quattro 007 egiziani imputati per aver sequestrato, torturato e ucciso il giovane ricercatore italiano. “È una decisione che riguarda la dignità dell’Italia”, commenta la legale della famiglia.
Covid, i dati di oggi. Sono 96.384 i nuovi contagi registrati nelle scorse 24 ore, diminuiti del 4,3% rispetto alla scorsa settimana. Le vittime sono 134.
La “falange” di Scalfari. Giovanni Valentini racconta la sua esperienza con il fondatore di Repubblica.
Due 50enni splendidi. Vi parleremo del “compleanno” dei bronzi di Riace.
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it
|