INCHIESTA TOTI, PRESSING DEL GOVERNATORE PER L’INTERROGATORIO DI GARANZIA. LEGA E FORZA ITALIA BLINDANO LE GRANDI OPERE. L’inchiesta della procura di Genova sull’intreccio tra affari e politica va avanti, ma la preoccupazione delle destre è tutelare le grandi opere. Intanto Stefano Savi – l’avvocato di Giovanni Toti – preme per fissare la data dell’interrogatorio di garanzia. Il governatore “ha l’esigenza di farsi sentire”, ha dichiarato il legale. Con buona probabilità il governatore sarà ascoltato dalle toghe la prossima settimana. Prima di allora, difficilmente arriveranno le dimissioni. Ieri Giorgia Meloni – intervistata da Maurizio Belpietro – ha elogiato il governatore ligure concedendogli tempo, almeno fino all’interrogatorio: “Toti ha detto che avrebbe letto le carte e dato le risposte. Aspettare quelle risposte e valutare penso sia il minimo indispensabile per un uomo che ha governato molto bene”. L’ex sodale di Toti, Paolo Emilio Signorini, procede in modo diverso: prima la richiesta di scarcerazione e poi – forse – l’incontro con i magistrati. A differenza di Toti e Spinelli, l’ex presidente del Porto di Genova è in cella. Il suo legale è stato chiaro: “Se e quando uscirà dal carcere si potrà ragionare su un interrogatorio dai pm”. Sul fronte politico, Lega e Forza Italia difendono il governatore, ma soprattutto le grandi opere. L’inchiesta svela anche il fallimento del modello Genova: appalti senza gara, in deroga alle norme, per correre veloce. Lo stesso sistema, Matteo Salvini vuole replicarlo per il Ponte di Messina. Uno dei rischi è l’aumento esponenziale dei costi – a carico dello Stato – per via delle varianti al progetto. Ad esempio la diga di Genova: ieri il presidente Anac Giuseppe Busia ha messo in guardia dall’aumento della spesa. Ma la linea è quella di Tajani: “Le opere devono assolutamente andare avanti”. Sul Fatto di domani vi racconteremo i nuovi sviluppi dell’inchiesta e le opere dai costi gonfiati.
SLOVACCHIA, PENSIONATO SPARA AL PREMIER FICO. “Robo, vieni qui!”. Così Juraj Cintula, 71 anni, avrebbe attirato l’attenzione del premier Robert Fico, sparandogli poi numerosi colpi di pistola; almeno tre proiettili hanno raggiunto la vittima – due ad un braccio, uno all’addome – che è stata portata all’ospedale di Banska Bystrica per essere operata d’urgenza. L’attentatore è stato arrestato; i media slovacchi lo descrivono come “uomo di sinistra”, ex dipendente di una agenzia di sicurezza e fondatore di un club letterario. Tsintula possedeva l’arma che ha utilizzato in modo legale. L’attentato è avvenuto a Handlova, a circa 150 chilometri dalla capitale Bratislava, davanti alla Casa della cultura dove il premier si era recato per incontrare i suoi sostenitori. Fico, partito da posizioni europeiste, tanto da far entrare la Slovacchia nell’euro, ha cambiato poi la sua visione politica, con una svolta nazionalista; ha attaccato più volte Bruxelles per il sostegno a Kiev nella guerra contro la Russia, ed ha criticato le sanzioni economiche a Mosca. Inoltre, Fico si è opposto all’adesione dell’Ucraina alla Nato, trovandosi spesso alleato con l’Ungheria di Orban. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sull’attentato.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA: MOSCA AVANZA SU KHARKIV, EVACUATI 8.000 CIVILI. BLINKEN (USA): “IN ARRIVO MISSILI, BLINDATI E DIFESA AEREA”. Il presidente russo Putin gioisce per l’avanzata del suo esercito sul fronte nordorientale, nell’area di Kharkiv. Il capo del Cremlino fornisce la sua lettura: “Quanto più efficace è il lavoro sulla linea del fronte, tanto maggiori sono le possibilità di risolvere pacificamente la situazione in Ucraina”. I russi hanno occupato diversi villaggi e questo ha spinto 8.000 civili ad evacuare. A Kiev, il segretario di Stato Usa, Blinken, annuncia un nuovo pacchetto di aiuti militari per due miliardi di dollari e parla dell’invio di “munizioni, veicoli corazzati, missili e difese aeree per portare tutto in prima linea”. Blinken ha confermato che saranno spediti anche i Patriot tanto sollecitati dal presidente Zelensky come forma di difesa area più efficace rispetto ai missili russi. Sul piano diplomatico, oggi il Vaticano, con il cardinale Parolin, ha confermato che parteciperà alla conferenza di pace in programma in Svizzera tra un mese. L’appuntamento è stato criticato dalla Russia, e il presidente Putin l’ha definita “un fenomeno da baraccone”. Sul Fatto di domani leggerete altre notizie e un reportage da Kharkiv.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Guerra Israele-Hamas: il ministro Gallant pressa Netanyahu sul futuro di Gaza: “Dica che non la governeremo”. Dal Libano Hezbollah spara 60 razzi. “Finora a Rafah è stato evacuato dalle zone di combattimento quasi mezzo milione di persone. La catastrofe umanitaria di cui hanno parlato non si è materializzata, né si materializzerà”. Così il premier israeliano Netanyahu cerca di aggirare le preoccupazioni degli Stati Uniti e di altri alleati sulle attività militari nell’area dove si trova più di un milione di civili. Il premier ha ribadito che per lui esiste solo la “vittoria militare” su Hamas, responsabile del massacro del 7 ottobre. Ma il ministro della Difesa, Gallant, ha chiesto a Netanyahu di andare oltre e rassicurare in modo ufficiale che lo Stato ebraico non governerà Gaza in futuro per evitare altre vittime. Sull’altro fronte, a nord, dal Libano Hezbollah ha lanciato 60 razzi, molti indirizzati sul monte Meron dove c’è una base di controllo del traffico aereo.
Gigi D’Alessio smentisce l’articolo del Corriere della Sera e annuncia querela. Il cantante ha annunciato di aver già dato il mandato ai suoi legali. D’Alessio ha smentito in una nota le parole del funzionario dell’agenzia delle Entrate riportate dall’edizione romana del quotidiano. Riccardo Cameo, il dipendente ai domiciliari, in un’intercettazione avrebbe ammesso di aver intascato 20 mila euro “per risistemargli tutto”. Parole “assolutamente false e frutto della fantasia di tale soggetto”, ha dichiarato l’artista.
Ilaria Salis agli arresti domiciliari a Budapest. L’insegnante italiana a processo in Ungheria avrà il braccialetto elettronico e per uscire dal carcere dovrà pagare una cauzione di 40mila euro. Ma potrà finalmente lasciare la cella. “Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare” ha detto all’Ansa Roberto Salis. Il padre di Ilaria però si è scagliato contro il governo: “Paghiamo il ministro della Giustizia e degli Esteri per lavorare per noi, non abbiamo visto nessuna attività concreta per risolvere il problema di Ilaria da parte di questi due ministeri”. Salis potrà uscire perché è stato accolto dal tribunale il ricorso presentato dai suoi legali, contro la decisione del giudice del 28 marzo scorso. Il magistrato Jozsef Sós, in quella data, aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria. Ilaria Salis è candidata con Alleanza Verdi Sinistra alle prossime Europee.
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