IL PARLAMENTO EUROPEO: “KIEV PUO ATTACCARE OBIETTIVI SUL SUOLO RUSSO”. ITALIANI DIVISI, M5S E LEGA VOTANO ‘NO’. Il Parlamento Europeo, in seduta a Strasburgo, si occupa della guerra Russia-Ucraina approvando a maggioranza con 495 voti a favore, 137 contrari e 47 astenuti, una risoluzione sulla necessità di un sostegno continuo dell’Ue a Kiev. L’iniziativa è stata portata avanti dal Ppe, dai socialisti, dai Verdi e dai conservatori di Ecr. Diversi i passaggi importanti; uno su tutti, quello che evidenzia come il Parlamento “sostiene fermamente l’eliminazione delle restrizioni all’uso dei sistemi di armi occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo”. Nel testo ci sono anche critiche verso l’iniziativa presa dal premier ungherese Viktor Orban con le sue visite a Mosca e Pechino, e la condanna rivolta alla Russia per il bombardamento dell’ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kiev. L’Italia si è divisa: Lega e Movimento 5 Stelle si sono detti contrari a una risoluzione che appare troppo bellicista, Fratelli d’Italia ha votato a favore del sostegno a Kiev ma ha invece rifiutato la parte che riguarda Orban. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari su questa risoluzione di Strasburgo e su quanto avviene al fronte: la battaglia continua ma c’è anche stato uno scambio di 95 prigionieri tra Kiev e Mosca.
PIERSILVIO, MESSAGGI IN CODICE PER LA LEGA: “MALPENSA INTITOLATO A SILVIO? NON MI SONO PIACIUTE LE MODALITÀ. PIÙ SPOT PER LA RAI? MIGLIAIA DI LICENZIAMENTI”. La stabilità del governo Meloni fa bene all’Italia, ma l’intitolazione di Malpensa alla memoria di Silvio non è piaciuta nella forma. E la proposta di leghista di alzare il tetto per la raccolta pubblicitaria della Rai è “un pasticcio assoluto”. Piersilvio Berlusconi interviene alla presentazione dei palinsesti Mediaset affrontando più di un tema. Sulla sua discesa in campo, dice senza mezzi termini: “La politica sarebbe un suicidio. A chi gli chiede lumi sull’intervista di Marina, la settimana scorsa al Corriere della Sera, risponde che la sorella ha espresso solo opinioni personali. La primogenita lamentava come la difesa dei diritti civili fosse un campo abbandonato dalla destra, presidiato solo dalla sinistra. Piersilvio ribadisce l’importanza dei diritti “nel Dna di ciò che ci ha tramandato mio padre”, ma come valore trasversale: “Sono interista come sono comunista”, ha scherzato Piersilvio. Il numero 1 di Mediaset non ha perso occasione di lanciare stoccate alla Lega. Prima su Malpensa, intitolato alla memoria di Silvio dal ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini. “Non siamo stati informati e coinvolti, non mi sono piaciute le modalità. Nessuno ci ha interpellati”, ha accusato Piersilvio. Che boccia senza appello la proposta del Carroccio di aumentare gli spot della Rai per tagliare il canone: “Distrugge il mercato. Sarebbe la morte della editoria italiana, la Rai senza canone vorrebbe dire migliaia di licenziamenti”. Sul Fatto di domani vi racconteremo cosa c’è dietro la sortita di Piersilvio.
CORRUZIONE A VENEZIA, IL PROCURATORE CHERCHI BOCCIA NORDIO: “CON IL LIMITE DI 45 GIORNI PER LE INTERCETTAZIONI, NON SI POSSONO FARE INDAGINI”. IL GUARDASIGILLI CONTRO IL RIESAME SU TOTI: “LETTO L’ORDINANZA, NON HO CAPITO NULLA”. Il procuratore di Venezia Bruno Cherchi boccia la stretta sulle intercettazioni, bandiera di Carlo Nordio. Secondo il magistrato veneto, con un limite di 45 giorni per gli ascolti, “nessuno potrebbe fare indagini di questo tipo”. Ovvero, l’inchiesta sulla corruzione che ha investito la giunta di Venezia, con l’assessore Renato Boraso in carcere e il sindaco Luigi Brugnaro indagato. Eppure, in parlamento giace il ddl Zanettin per imporre un limite agli ascolti delle toghe: quei 45 giorni indicati da Cherchi come un periodo troppo breve. “Le intercettazioni rilevanti prevedono incontri e tempi di contatto, difficile pensare ad attività corruttive in tempi di prova di questo tipo. Dubito che possa crederci chiunque abbia fatto indagini di questo genere”, ha rincarato il procuratore. Intanto, Brugnaro ha dettato la linea alla sua maggioranza (Fi, FdI, Lega) in un incontro con assessori e consiglieri: nessuna dimissione. Poi il primo cittadino ha disertato il consiglio comunale, mentre le opposizioni ne invocavano le dimissioni, affidando le sue parole ad un testo letto in aula dalla presidente Ermelinda Damiano: “Ho svolto l’incarico di Sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici”. L’inchiesta che lo riguarda tocca le trattative di vendita all’imprenditore Chiat Kwong Ching (di Singapore) dell’area dei “Pili” (di proprietà del primo cittadino) che si affaccia sulla laguna di Venezia. Gli accertamenti riguardano il blind trust che gestisce il patrimonio di Brugnaro. Intanto, il ministro Nordio è tornato alla carica contro l’inchiesta Toti durante il question time, stroncando i giudici del riesame rei di aver confermato i domiciliari per il governatore: “Ho letto l’ordinanza e non ho capito nulla, nessuna inchiesta può condizionare la legittimità di una carica determinata dalla volontà popolare”. Sul Fatto di domani vi racconteremo nuovi dettagli dell’inchiesta di Venezia e l’ennesimo attacco di Nordio ai giudici.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Milano, condannato a due anni e mezzo Giovanni Canio Mazzaro, ex compagno della ministra Santanchè. Il processo riguardava la sottrazione fraudolenta di beni e dichiarazione infedele dei redditi, commessi quando Canio Mazzaro era amministratore di Bioera e Ki Group. Il giudice ha disposto anche la confisca di oltre 644mila euro. La vicenda riguarda una presunta “schermatura” della vendita dello yacht Unica per aggirare il fisco. La posizione della senatrice di Fratelli d’Italia era stata archiviata.
Roma, caso Juventus: chiesto il rinvio a giudizio per gli ex vertici del club. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e altri ex dirigenti allora al vertice della società bianconera, tra cui Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici. L’indagine è quella relativa alle plusvalenze e alla manovra-stipendi. Nei confronti degli indagati, circa una decina, le accuse sono, a seconda delle posizioni, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.
Roma, uccise una diciassettenne: condannato a 20 anni. Il tribunale dei minori di Roma ha condannato a 20 anni di carcere il giovane di origini cingalesi che il 28 giugno dello scorso anno uccise Michelle Causo; la vittima aveva 17 anni, e fu abbandonata dentro un carrello della spesa, in zona Primavalle. L’assassino, diventato da poco maggiorenne, ha ascoltato la sentenza collegato in videoconferenza dal carcere di Treviso; prima della camera di consiglio, ha chiesto perdono ai genitori di Michelle.
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