GUERRA RUSSIA-UCRAINA, L’UNIONE VERSO IL RIARMO: DIVERSI NO ALLE SPESE (FINO A 40 MILIARDI) RICHIESTE DA KALLAS. BATTAGLIA NEL KURSK, LA BBC: “DISASTROSA RITIRATA DI KIEV”. Il piano proposto dall’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas per fornire a Kiev aiuti con spese da 20 fino a 40 miliardi di euro l’anno, come dichiara lei stessa, “giova di un ampio sostegno politico e ora la discussione è sui dettagli”. Ma non tutti i Paesi sembrano convinti. “Si tratta di una proposta che va approfondita, attendendo quelli che saranno gli sviluppi della situazione”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles, si è espresso sul piano preparato dalla numero uno della diplomazia Ue. La stessa perplessità è stata mostrata dal ministro spagnolo José Manuel Alvares Bueno. Che l’Ungheria fosse nettamente contraria, era cosa nota. Ma il concetto è stato ribadito dal ministro degli Esteri Péter Szijjártó: “Un pacchetto di aiuti finanziari di almeno 20 miliardi di euro per l’Ucraina è in fase di preparazione al Consiglio affari esteri di oggi. Non ci faremo trascinare in questo, né lasceremo che i soldi dei contribuenti ungheresi vengano utilizzati per finanziare le forniture di armi all’Ucraina”. Domani è in programma la telefonata tra Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin; si vedrà se la diplomazia americana riuscirà a ottenere garanzie dal Cremlino per un piano di pace, e a che prezzo per Kiev. A proposito di Ucraina, pessime notizie dalla regione russa del Kursk. La Bbc ha raccontato la ritirata come “catastrofica” dei reparti, martellati dai droni di Mosca. Sul Fatto di domani leggerete le novità sul conflitto nell’Est, sia dal punto di vista dell’approccio europeo che rispetto alle evoluzioni sul terreno.

PIANO REARM, IL PD È SPACCATO E PICIERNO ATTACCA SCHLEIN. MAGGIORANZA DIVISA TRA LA LINEA DELLA LEGA E QUELLA DI FRATELLI D’ITALIA. I 5S CHIEDONO AL GOVERNO DI DIRE ‘NO’ E LANCIANO LA MANIFESTAZIONE DEL 5 APRILE. “Inutile girarci intorno, siamo in fibrillazione, ci sono dei problemi con il posizionamento europeo del Pd”. Pina Picierno guida la pattuglia del Pd che è pro piano Ue, a differenza della segretaria Schlein. Picierno, in una intervista al Foglio, attacca la leader: “L’uomo solo, anzi la donna sola al comando non è un modello che va bene al Pd”. Anche nella maggioranza il piano Rearm procura non pochi grattacapi. La Lega è contraria e lo stesso ministro Giorgetti ha espresso perplessità per una spesa nel settore bellico a discapito di altri capitoli, mentre la premier Meloni e Fratelli d’Italia vogliono confermare il sostegno a Kiev ma senza inasprire il rapporto con gli Stati Uniti, che sempre più propendono per una linea vicina agli interessi della Russia. Il Movimento 5 Stelle sabato scorso non ha partecipato alla piazza per l’Europa volendo mettere una distanza con chi in quella piazza approva le spese nel settore delle armi, e rilancia con una sua iniziativa prevista il 5 aprile dove riproporrà la sua linea: più fondi per il settore sociale. A confermarlo oggi è stato il leader del Movimento, Giuseppe Conte: “Inviteremo tutti coloro che dicono no a questo folle piano di riarmo, tutti coloro che vorrebbero maggiori investimenti ma ben destinati alla sanità per contrastare il caro vita e il caro bollette, tutti coloro che ritengono che la priorità dell’Italia sia continuare a investire sul futuro delle nostre generazioni”. Domani i 5 Stelle presenteranno una risoluzione al senato, e mercoledì alla Camera, in occasioni delle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio europeo, per confermare la “ferma contrarietà al piano Rearm Europe”. Sul giornale di domani leggerete le ultime notizie sul variegato mondo della politica italiana rispetto alle indicazioni di Bruxelles.

ALTRO CHE DESTRA SOCIALE, L’ISTAT CERTIFICA L’AUMENTO DELLE DISEGUAGLIANZE ECONOMICHE: CON L’ABOLIZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA, 850 MILA FAMIGLIE PERDONO IN MEDIA 2 MILA 600 EURO L’ANNO. Ieri il governo Meloni si è intestato il successo del programma Garanzia occupabilità lavoratori (Gol), con circa un milione di persone che hanno trovato un lavoro strappandole alla disoccupazione. Nella narrazione dei fratelli d’Italia, il merito sarebbe delle destre per via dell’abolizione del Reddito di cittadinanza: invece è una misura del governo Conte II e con il sussidio avrebbe avuto anche più successo. Oggi sono i dati Istat a bocciare le politiche sociali della maggioranza. Secondo l’istituto di statistica, proprio l’azzeramento della misura più odiata dalle destre – sostituito dall’Assegno d’inclusione (Adi) – ha comportato l’impoverimento di circa 850 mila famiglie: in media, il calo del reddito è di 2 mila 600 euro l’anno e interessa quasi esclusivamente le famiglie più in difficoltà. L’Istat ha quantificato le diseguaglianze economiche (attraverso il cosiddetto indice Gini) analizzando gli effetti delle riforme Meloni anche sul fisco. Risultato: “Il passaggio dal RDC all’ADI, impattando negativamente sulle famiglie con reddito disponibile più basso, aumenta di oltre 2 decimi di punto l’indice di Gini e questo effetto è solo parzialmente compensato dal lieve effetto positivo connesso alla riforma dell’Irpef, valutata congiuntamente agli esoneri contributivi e all’indennità per i lavoratori dipendenti”. Intanto torna a mordere l’inflazione, particolarmente dolorosa per le fasce povere. A febbraio il cosiddetto carrello della spesa torna ad accelerare (ma meno del previsto): i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona salgono dal +1,7% di gennaio a +2,0% del mese scorso. Sul Fatto di domani smonteremo la retorica meloniana sui dati economici.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
“Andrea Prospero si è suicidato in diretta su Telegram”: un 18enne arrestato per averlo spinto al gesto. Il 19enne di Lanciano (Chieti), studente universitario a Perugia, il 29 gennaio scorso è stato trovato morto in una stanza presa in affitto nel centro storico del capoluogo umbro. Questa mattina è stato messo agli arresti domiciliari un giovane residente nella provincia di Roma, con un’ordinanza del Gip di Perugia. L’accusa è di “istigazione o aiuto al suicidio”. Andrea Prospero era sparito cinque giorni prima del ritrovamento del corpo e secondo i risultati delle analisi tossicologiche sarebbe morto per un mix di farmaci, benzodiazepine e ossicodone, ingeriti in massicce quantità. Durante le perquisizioni gli agenti della polizia hanno trovato cinque telefoni e decine di sim.
Macedonia del Nord, violenze in strada dopo il rogo a Kocani (51 morti e 100 feriti). Una richiesta di giustizia prima pacifica, poi violenta. Centinaia di persone, che si erano radunate davanti al Municipio, al grido di “Assassini”, hanno assaltato e distrutto un bar e un’auto appartenenti al proprietario della discoteca Pulse, dove è maturata la tragedia. L’imprenditore è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul rogo del locale.
Morte della vigilessa Sofia Stefani: con il comandante Gualandi (accusato dell’omicidio) c’era un “contratto di sottomissione sessuale”. Il 18 maggio 2023 Giampiero Gualandi e Sofia Stefani avrebbero firmato un “contratto di sottomissione sessuale”. Ne hanno parlato nel processo a carico dell’ex comandante della polizia locale di Anzola, accusato dell’omicidio della giovane collega, la procuratrice aggiunta Lucia Russo e l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile per la famiglia Stefani, nei loro interventi di richiesta delle prove. Nel contratto, è stato riferito in aula, Gualandi si autodefiniva “padrone, colui che tutto può sulla sua schiava”. In un passaggio si diceva: “Io signore e padrone mi impegno a dominare l’anima della mia sottomessa”.
Viktor Orbán vuole vietare la parata del Pride in Ungheria: “Violano i diritti dei bambini”. Il partito ungherese al governo, Fidesz, ha presentato un disegno di legge per vietare la marcia del Pride da parte delle comunità LGBTQ+, imponendo multe agli organizzatori e alle persone che partecipano all’evento, in scena a Budapest da tre decenni. Il provvedimento vieta il Pride stabilendo che “non si possono tenere riunioni che violino il divieto stabilito dalla legge sulla protezione dei bimbi”. Orbán si è impegnato a reprimere i finanziamenti esteri ai media indipendenti, ai politici dell’opposizione e alle ong in Ungheria in vista delle elezioni previste all’inizio dell’anno prossimo.
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