MEDIO ORIENTE, SINWAR, IL CAPO DI HAMAS, ELIMINATO A GAZA “PER CASO”. E DOMANI IN LIBANO ARRIVA GIORGIA MELONI. Sinwar è stato ucciso dall’esercito israeliano. Colui che era considerato da Israele il nemico numero uno, tra gli “architetti” del massacro del 7 ottobre, è caduto in un raid nel sud della Striscia, a Jabalya. L’operazione non sarebbe stata mirata. Il Canale 12 è stato tra i primi a confermare la notizia: “Tutti i test effettuati indicano che il leader di Hamas Yahya Sinwar è stato eliminato”. Fondamentale sarebbe stata la comparazione dell’arcata dentale. Da quando l’Idf è entrato nella Striscia, in seguito all’attacco dei fondamentalisti (1.200 vittime e centinaia di ostaggi catturati) Sinwar e Haniyeh erano stati indicati come i bersagli principali dell’offensiva. Il primo perché capo dell’ala armata, il secondo perché aveva la statura del leader politico del movimento. Hanyeh è stato ucciso a Teheran, in Iran, il 31 luglio scorso. Sinwar era divenuto il capo assoluto, e su di lui gli islamisti hanno costruito leggende: si muove solo nei tunnel e quando esce indossa vestiti da donna per non farsi individuare, è un “fantasma” imprendibile. Il ministro della Difesa, Gallant, ha scritto sui social: “I nostri nemici non possono nascondersi. Raggiungeremo ogni terrorista e lo elimineremo”. Gallant ha pubblicato le foto di Muhammad Deif, uno dei leader dell’ala armata di Hamas, e di Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah in Libano; entrambi con la croce sopra, con un terzo quadrato, in nero, anche questo sbarrato da una croce. È in questo contesto che Giorgia Meloni da primo ministro domani arriverà in Libano, per discutere anche con i referenti del Paese dei Cedri la missione dei soldati italiani inquadrati in Unifil, da giorni nei bunker per gli “avvertimenti” dell’Idf. Tel Aviv ritiene che i Caschi blu non facciano abbastanza per evitare che Hezbollah si organizzi con proprie postazioni vicine proprio a quelle di Unifil. Sul Fatto di domani leggerete i particolari sul raid che ha portato alla morte di Sinwar e sulla visita di Meloni a Beirut.
MANOVRA, CAOS SUI SOLDI PER LA SANITÀ: MELONI ANNUNCIA CIFRE RECORD, MA CARTABELLOTTA (E IL DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI BILANCIO) LA SMENTISCONO. IL SINDACATO MEDICI OSPEDALIERI: “OFFESI E PRESI IN GIRO”. ISTAT: RECORD DEI MINORI IN POVERTÀ NEL 2023. Dopo il caos sui soldi per la sanità, è Nino Cartabellotta a mettere i punti fermi. Per il presidente della Fondazione Gimbe, nel 2025 arriveranno solo 880 milioni mentre nel 2026 i fondi saliranno a 3,1 miliardi. I numeri sono nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, in attesa del testo della Manovra. Eppure Giorgia Meloni aveva dato cifre ben diverse, denunciando “le falsità” diffuse dai media e dall’opposizione: “+6,4 miliardi per la Sanità in due anni (+2,37 miliardi nel 2024 e +4,12 miliardi nel 2025). Record della storia d’Italia per il fondo sanitario nazionale: 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026. Questi i numeri. Il resto sono mistificazioni”. Peccato che il sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed sia sul piede di guerra. Il segretario Pierino Di Silverio ha accusato il governo di “offendere i medici”, “presi in giro” dalla confusione delle cifre ed esclusi dalle scelte di bilancio. Poi ha lanciato la minaccia: senza le misure giuste, il governo deve “aspettarsi mesi di fuoco”. È ancora Cartabellotta a spiegare il malinteso nei numeri diffusi dalla premier, sottolineando come Meloni sommi “risorse assegnate alla sanità in due Leggi di Bilancio: 2024 e 2025”. Il vero record oggi lo ha rammentato l’Istat e riguarda i minori in povertà assoluta: 1,3 milioni nel 2023, il 13,8% del totale. Cresce l’indigenza anche nelle famiglie con la persona di riferimento lavoratrice dipendente oppure impiegata in fabbrica: nel primo caso l’incidenza ha toccato il 9%, in salita rispetto all’8,3% del 2022; nel secondo il 16,5% del totale, contro il 14,7% dell’anno prima. La povertà assoluta riguarda 5,693 milioni di individui – 3,9 milioni di italiani e 1,7 milioni di stranieri – pari al 9,7% della popolazione: in lieve aumento dalle 5,674 del 2022. Sul Fatto di domani vi racconteremo i numeri della Manovra e dell’indigenza, con tutti gli annunci traditi dal governo.
MIGRANTI, IL FLOP DELL’ALBANIA. IL CONSIGLIO EUROPEO SI SPACCA SUL “MODELLO MELONI”. Come abbiamo scritto sul giornale di oggi, il primo trasferimento di persone da Lampedusa a Tirana si è rivelato un fallimento: dei 16 migranti che sarebbero dovuti essere detenuti nei centri costruiti dopo l’accordo con Edi Rama, almeno 4 stanno già tornando in Italia perché minorenni e fragili. Quelli rimasti, di nazionalità egiziana e bengalese, dopo una procedura lunga e “delicata” saranno portati in serata nel centro di Gjader. “Li abbiamo visti, erano silenziosi, spaesati, i volti molto tirati. Non avevano ben realizzato dove si trovassero”, ha raccontato un volontario di un’associazione albanese. Oggi i migranti hanno ricevuto la visita di alcuni parlamentari italiani. Meloni sperava di arrivare vittoriosa al Consiglio europeo. In realtà momenti di tensione si sono registrati con gli altri leader dell’Unione, Macron in particolare, infastidito dal pre-vertice sulla migrazione organizzato da Italia, Olanda e Danimarca a cui hanno preso parte von der Leyen e altri otto Paesi membri: Polonia, Grecia, Austria, Cipro, Ungheria, Malta, Slovacchia, Repubblica Ceca. La Germania non ha partecipato alla riunione: il cancelliere Scholz ha parlato di “concetti che possono assorbire pochissime piccole gocce, se si guardano i numeri, non sono realmente la soluzione per un Paese grande come la Germania”. E ha aggiunto: “L’Ue ha bisogno di “espulsioni conformi al diritto europeo”. Gli altri Paesi sono spaccati: il Belgio prende le distanze da “soluzioni che la storia ha già dimostrato produrre volumi ridotti e presentare costi elevati”, mentre secondo l’Austria la strategia di Roma “mostra come innovare”. D’accordo con Meloni, neanche a dirlo, anche l’ungherese Orban. Sul giornale di domani vi racconteremo le conclusioni dell’ispezione parlamentare nel centro albanese e le varie posizioni europee.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Milano, tenta furto di Gratta e Vinci in un bar: ucciso a colpi di forbice. La vittima è Eros Di Ronza, 37 anni: il suo corpo è stato trovato all’alba nella periferia meneghina, davanti al bar Ji Sufen in via Giovanni da Cermenate, con 35 ferite al petto. In stato di fermo per l’omicidio ci sono due persone: il titolare del bar (cittadino cinese di 32 anni) e uno zio. La dinamica: Di Ronzo con un complice avrebbe forzato la serranda per rubare i Gratta e Vinci (trovati vicini al cadavere), ma l’allarme avrebbe allertato il proprietario, accorso subito insieme ai famigliari. Poi sarebbe scoppiata la lite, fino ai colpi di forbice. Il complice di Di Ronza invece è riuscito a fuggire.
Open Arms, domani a Palermo lo show della Lega davanti a tribunale. Gazebo, volantini e forse addirittura un flash-mob: venerdì è il giorno della requisitoria della difesa nel processo che vede Matteo Salvini imputato per sequestro di persona relativamente ai naufraghi della Open Arms. La Lega, come annunciato, ha chiesto a tutti i ministri di essere presenti.
Caso Boccia-Sangiuliano, il ministro Giuli ascoltato in Procura. Dopo le acquisizioni di documenti avvenute nei giorni scorsi al ministero, stamane il successore di Sangiuliano è stato sentito come persona informata sui fatti dal pm Cascini, titolare dell’indagine a carico di Boccia per minaccia a corpo politico dello Stato e lesioni gravi. Sul giornale di domani vedremo cos’ha raccontato.
|