LA POLITICA in primo piano sul Fatto di domani, con il Consiglio dei ministri convocato per il varo delle norme per le festività: si va verso la zona rossa nei festivi e prefestivi tra il 24 gennaio e il 6 gennaio, mentre il resto dei giorni l’Italia sarà arancione. Andremo a vedere nel dettaglio tutti i divieti per i giorni a cavallo tra Natale, Capodanno e la Befana e il resoconto del duro confronto nella maggioranza per arrivare alla stesura del decreto. Poi la Casellati, con tutti gli sgambetti della presidente del Senato al governo.
LE PAGINE COVID si apriranno con la questione vaccini, dopo che alcuni operatori sanitari hanno deciso di non sottoporsi alla cura, vedremo perché. A seguire l’analisi dei numeri di giornata (17.992 nuovi casi, 674 morti) e l’indice di trasmissione del contagio che sta risalendo. Poi il resoconto della conferenza stampa di Brusaferro (Iss) e Rezza (direttore del centro Prevenzione del ministero della Salute).
IL FOCUS sarà dedicato allo scontro tra Renzi e Conte: il ricordo va al precedente con Salvini, quando il premier fece il duro intervento in Parlamento. E se andasse così anche in questo caso? Vedremo cosa ne pensano i nostri lettori e Antonio Padellaro commenterà questa possibile soluzione.
L’ECONOMIA si occuperà della manovra di Bilancio, che arriva alle battute conclusive con le ultime trattative per chiudere. Andremo a vedere che fine faranno i bonus, in particolare il 110% per le ristrutturazioni. Poi in ambito europeo, dove si è deciso di incrementare l’anticipo dei fondi del Recovery Fund, una partita che per l’Italia vale 25 miliardi. Cambiando argomento, ci occuperemo dei criteri di onorabilità previsti per i banchieri. Come vedremo si tratta di un testo annacquato che sana il passato e non incide su quei manager accusati di aver commesso irregolarità.
NELLA CRONACA la richiesta di rinvio a giudizio per Tiziano Renzi e altre 11 persone, tra cui Verdini, per la vicenda Consip. Notizia di cronaca che sarà commentata dal nostro Marco Lillo. Provvedimento analogo per il senatore leghista Siri, al quale vengono contestati episodi di corruzione.
NEGLI ESTERI l’Iran, con la scoperta di un sito nucleare, super-fortificato, dove si pensa venga arricchito l’uranio per costruire bombe. Poi in Francia, con il singolare caso dell’Imam gay che ha aperto una struttura che non ha le rigidità proprie dell’Islam.
IL SECONDO TEMPO si aprirà con l’Odissea di Nikos Kazantzakis (autore di Zorba il greco), poema in 33.333 versi. Poi il consueto appuntamento con Che C’è di Bello, il nostro inserto di cinema, serie tv, spettacoli e libri.
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Calembour e retorica: lo sproloquio di Renzi
di Daniela Ranieri
“Abbiamo sbagliato a comunicare”, lacrimò il grande comunicatore al termine (poi rimandato) della sua dis-avventura istituzionale, lasciando intendere che nella politica era invece ferratissimo. Oggi, alla luce dell’attuale, inconcepibile chiasso che ha alzato contro il governo di cui fa parte, dobbiamo dargli ragione, e ammettere che è scarso pure in comunicazione. Si è infilato in un cul-de-sac e non sa come uscirne; quindi – come i fidanzati che minacciano di lasciare e quando vengono lasciati ribadiscono il concetto di stare lasciando, mandando messaggi a raffica e contraddicendosi – sfida, avvisa, dichiara, sdichiara, twitta, chiede perentoriamente udienza e poi non si presenta, precisa sul Corriere cinque pagine di lettera, delira.
“Non mi interessa il numero dei sottosegretari ma quello dei vaccinati”, è la perla dell’ultimo sproloquio. Chi lo segue con attenzione sa che adotta sempre il solito trucchetto lessicale dal 2014; questa locuzione-calembour ricalca quasi alla lettera una del 2017, “A noi non interessa chiudere Report, a noi interessa vaccinare i figli”, ottima Stele di Rosetta per decifrare il codice Renzi: gli interessa il primo termine, quello che sostiene non interessargli affatto, e non il secondo, del tutto estraneo all’insieme. È facile interpretarlo, basta rovesciare le sue asserzioni: “Noi non siamo quelli che rincorrono i sondaggi o i titoli, noi facciamo politica” vuol dire “noi rincorriamo i titoli, la politica non sappiamo nemmeno cosa sia”; e quanto ai sondaggi, beh: dal 2,9% c’è solo da scavare. Comunque, il problema non è più la task force per gestire i soldi del Recovery, a quanto pare, ma il numero dei vaccinati. Altra contrapposizione fittizia: “Tolto il volgare argomento delle poltrone possiamo parlare di politica?”. Ma se non vuole poltrone, che altro può volere uno come Renzi? L’altro giorno, echeggiato a pappagallo dalle equipollenti Boschi/Bellanova, ha detto “non vogliamo uno strapuntino”. Ne vuole forse due? Tre? Se volesse il bene del Paese, non se ne starebbe buono e soprattutto zitto a dare una mano? (Può darsi che in qualche villaggio della foresta pluviale del Borneo, dove non lo conoscono e dove non arrivano i giornali che ne pompano l’immagine floscia, ci sia qualcuno che, leggendo la lettera di richieste che ha recapitato a Conte via social, possa credere che Renzi voglia davvero quel che c’è scritto, per esempio più soldi alla Sanità; ma noi sappiamo che il suo governo è stato tra quelli che ne hanno tagliati di più).
(continua a leggere sul giornale di domani)
La Confessione (Nove, questa sera alle 22,45), Peter Gomez: “Ecco perché intervisto Vittorio Feltri”
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