DOMANI LA FINANZIARIA ARRIVA ALLA CAMERA, TRA MANCE E UNA CERTEZZA: VIETATO TOCCARE I SOLDI PER LA DIFESA. Il cronoprogramma della legge di Bilancio è nero su bianco: il testo lascerà la commissione Bilancio per giungere alla Camera domani alle 8. in tarda mattinata dovrebbe esser posta la questione di fiducia, da votare venerdì. Ma Giorgia Meloni ha aperto lo spiraglio: “Sarei molto contenta se ci mettessimo d’accordo sui tempi per un’approvazione della Manovra, senza il voto di fiducia”. Il calendario è stato deciso oggi dai presidenti dei gruppi parlamentari di Montecitorio. Licenziata la Manovra dalla Camera dei deputati, il testo dovrebbe giungere in Senato il 28 dicembre. Palazzo Madama avrà il mero compito di approvare la Manovra: se la volesse emendare, il testo dovrebbe tornare a Montecitorio con la certezza di sforare i tempi. Ecco perché la fiducia è quasi scontata. Sul Fatto di oggi vi abbiamo raccontato le ultime novità sugli emendamenti discussi in Commissione: come i 6 miliardi che la Lega vuole dirottare sul Ponte sullo Stretto, o le concessione elettriche allungate accorciate da 40 a 20 anni. Oltre alla raffica di mance come quella per i birrai, cavallo di battaglia della Lega. Senza dimenticare le novità sui pensionamenti anticipati cari alla Lega, le tasse per i colossi del web e sulle criptovalute. Il dibattito di Montecitorio inciderà sul testo, ma una sicurezza c’è già: i fondi per la difesa e le armi difficilmente saranno tagliati, perché negli anni sono destinati a crescere. Oggi l’Italia spende circa 31 miliardi l’anno per la Difesa: ne servono altri 10 per arrivare al 2% del Pil come chiesto dalla Nato, una ventina per il 2,5% come da più parti si ventila. Del resto, durante le comunicazioni in vista del Consiglio Ue, Meloni ha caldeggiato la proposta di Crosetto: scorporare gli investimenti in Difesa dal nuovo patto di stabilità europeo. Sul Fatto di domani vi racconteremo la “manovra di guerra”.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA, ZELENSKY: “NON ABBIAMO LE FORZE PER RIPRENDERE DONBASS E CRIMEA, SU PUTIN SERVE UNA FORTE AZIONE DIPLOMATICA”. A quasi tre anni dall’inizio del conflitto, in seguito all’invasione della Russia, il presidente ucraino Zelensky è costretto a rivedere le proprie posizioni, anche in virtù dell’arrivo alla Casa Bianca dl neo eletto presidente americano, Donald Trump; come ha più volte ribadito, al nuovo capo della Casa Bianca non interessa sostenere l’Ucraina. In una intervista al media francese Le Parisien, Zelensky ammette di non avere forze militari sufficienti per riconquistare il Donbass e la Crimea, per cui la carta che resta è quella di una pressione diplomatica sul presidente russo Vladimir Putin: “Di fatto, questi territori sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative”. Zelensky però avvisa: qualsiasi trattativa deve coinvolgere il suo Paese, non può essere fatta senza di lui. Per quanto riguarda l’attentato avvenuto ieri a Mosca, nel quale ha perso la vita il generale Kirillov, i servizi di sicurezza russi hanno annunciato di aver arrestato un cittadino uzbeko, che avrebbe lavorato con gli 007 ucraini per portare a termine l’attentato. Il vice presidente russo Medvedev, come nel suo stile, ha utilizzato termini molto forti: “Se Kirillov era un obiettivo legittimo, anche i funzionari della Nato lo sono”. Sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sul conflitto nell’Est e sulla posizione dell’Unione.
MEDIO ORIENTE, SIRIA: I JIHADISTI ANNUNCIANO LO SCIOGLIMENTO DELLE FAZIONI ARMATE. ISRAELE RESTA CAUTA: AVAMPOSTI PER UN ANNO SUL MONTE HERMON. Il leader militare del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Al Hamwi, uno dei comandanti della coalizione che ha spodestato il regime dell’ex presidente Bashar al Assad, prosegue nel tentativo di tranquillizzare gli osservatori internazionali, rispetto a quanto avvenuto nei primi giorni con saccheggi e sparatorie; oggi ha annunciato che la nuova dirigenza della Siria deciderà lo scioglimento delle fazioni armate, a cominciare proprio da Hts, per farle confluire nel futuro esercito. “In ogni Stato, le unità militari devono essere integrate all’interno dell’istituzione militare”. Chi non si fida è Israele, tanto che l’esercito ha ricevuto istruzioni dal primo ministro Benjamin Netanyahu di rimanere per un anno, almeno fino alla fine del 2025, nella zona siriana di Hermon conquistata dopo il crollo del regime di Assad. Secondo il media Channel 12, la data è stata fissata in base alla valutazione secondo cui per la fine dell’anno prossimo la situazione politica e di sicurezza in Siria si sarà stabilizzata, e per allora sarà possibile sapere se nel Paese ci sarà un soggetto che rispetterà gli accordi del 1974, di separazione delle forze. Sul giornale di domani leggerete un approfondimento sulla situazione siriana, con un reportage di Fabio Bucciarelli, e sul pericolo che corrono i curdi: le forze turche sentono ora di avere mano libera per attaccarli nelle loro roccaforti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Corruzione, ok al patteggiamento di Giovanni Toti: lavorerà per 1.650 ore alla Lega contro i tumori di Genova. La pena è di due anni e tre mesi di reclusione, convertiti automaticamente in un monte ore da dedicare ai lavori socialmente utili, in virtù della legge Cartabia. L’ex governatore ligure – arrestato il 7 maggio scorso – era accusato di corruzione e finanziamento illecito. Toti lavorerà alla sede genovese della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), nell’ufficio stampa, in linea con il suo curriculum di giornalista (è stato direttore di Studio aperto e Tg4). Il gup ha respinto la proposta del politico di scontare la pena facendo il “testimonial” del Parco di Montemarcello-Magra-Vara, area protetta regionale nel Levante ligure presieduta da una biologa nominata proprio da lui.
Francia, l’ex presidente Sarkozy condannato a tre anni per corruzione. L’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, 69 anni, è stato condannato per corruzione di magistrato e traffico di influenze a tre anni di carcere, di cui uno senza condizionale, con il beneficio del braccialetto elettronico. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei legali di Sarkozy contro la condanna definitiva in appello. Quella di Sarkozy è una condanna senza precedenti, mai registrata in Francia per un capo di Stato.
Palermo, Matteo Messina Denaro usava ben 15 alias per accedere a strutture sanitarie. Quindici nomi legati a Matteo Messina Denaro sono stati scoperti dalla Procura di Palermo, che ha chiesto agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria. L’inchiesta riguarda anche le connessioni di cui giovava il capomafia. Indagato anche un ex primario.
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