ELEZIONI IN BASILICATA, IL VOLTAFACCIA DI CALENDA AI GIALLOROSA BATTEZZATO DALLA GAFFE SUGLI EBREI. PITTELLA: “CONOSCETE LE CAMERE A GAS? DEVO MORIRE COME LORO”. SCHLEIN-CONTE, ROTTURA IN PIEMONTE. In Basilicata Carlo Calenda ha chiuso la porta al centrosinistra per abbracciare il centrodestra, mentre il suo plenipotenziario Marcello Pittella ha battezzato il cambio di schieramento con una gaffe da scuse istantanee. “Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Ecco, io sono un ebreo per loro che deve morire”: è il commento dell’uomo di Azione sull’accordo giallorosa per il candidato lucano Piero Marrese, in un audio inviato ai suoi colleghi. Ad agognare la fine di Pittella sarebbero Conte e Schlein, rei di aver siglato l’intesa per il voto regionale senza aver consultato Azione. Il braccio destro di Calenda in Basilicata ha subito corretto il tiro: “Giorni di stress e tensione emotiva hanno generato una ingiustificata e totalmente non voluta iperbole in un audio privato”. Giuseppe Conte ha bollato l’audio come “vergognoso”, accusando Calenda di voler solo distruggere il Movimento. Le urne si apriranno il 21 e il 22 aprile, ma le liste elettorali dovranno essere presentate entro il 23 marzo. Stavolta il “campo largo” visto in Abruzzo lo farà il centrodestra, con una coalizione extra-large dalla Lega al “centrino” di Calenda e Renzi, passando per Forza Italia e i meloniani. Carlo dai parioli ha accusato Schlein di essere la “ruota di scorta” di Giuseppe Conte, ma a destra non troverà il tappeto rosso. Matteo Salvini lo ha accolto così: “Per Calenda il problema del mondo sono io, se in Basilicata sono meno problematico e sceglie di venire sui nostri candidati, sui nostri programmi, sui nostri temi e sulle nostre battaglie… io sono un democratico”. Le destre sostengono il governatore uscente Vito Bardi (Forza Italia). A sinistra, lo schieramento è quello vittorioso in Sardegna: M5s, Pd e Avs, con l’aggiunta di +Europa. Per trovare il candidato è stata un’Odissea: prima la saga del dem Angelo Chiorazzo, rifiutato da Conte e una parte del Pd; poi la scelta del medico Domenico Lacerenza, le proteste e il passo indietro dell’oculista; infine l’intesa sul presidente della provincia di Matera Piero Marrese. In Piemonte, invece, i giallorosa andranno divisi. Lo ha annunciato Conte su X: “Il Pd ha avuto una fuga in avanti designando una sua candidata (Gianna Pentenero, ndr). Il M5s procederà a designare una propria candidata o un proprio candidato. Questo non significa che il Pd diventerà un nemico”. Sul Fatto di domani vi racconteremo la soap lucana dei giallorosa e la rottura piemontese, il voltafaccia di Calenda e la gaffe sugli ebrei.
IL FUTURO DELLA RUSSIA DOPO IL PLEBISCITO PRO-PUTIN. LA ONG GOLOS; “LE VOTAZIONI PIU FRAUDOLENTE DI SEMPRE”. IN ITALIA GOVERNO IN TILT: SALVINI APPLAUDE IL RISULTATO, TAJANI LO STRONCA. Il giorno dopo la vittoria annunciata del presidente Putin con quasi il 90% dei voti, le reazioni riflettono sentimenti contrapposti: chi si complimenta con lo Zar e chi non riconosce la validità del voto. A inviare i complimenti a Putin sono Paesi come l’India del leader Modi, la Siria del presidente Assad, e la Corea del Nord del dittatore Kim Jong-un che fa un esplicito riferimento all’unione delle nazioni “anti-imperialiste” che si oppongono all’Occidente. Sul fronte opposto, il gruppo indipendente russo Golos ha dipinto queste elezioni presidenziali come “le più fraudolente e corrotte” della storia del Paese perché “la campagna si è svolta in una situazione in cui gli articoli fondamentali della costituzione russa, che garantiscono i diritti e le libertà politiche, essenzialmente non erano in vigore”. In Europa, il cancelliere tedesco Olaf Scholz non intende congratularsi con il presidente Putin. “Il risultato era chiaramente già predeterminato. Non è stata un’elezione democratica” ha dichiarato la portavoce Christiane Hoffmann. In Italia si è creata tensione nella maggioranza dopo le frasi del ministro Salvini (Lega): “Quando un popolo vota ha sempre ragione”. Tajani (Forza Italia) lo ha contestato: “Dentro i seggi c’erano i militari”. Il Cremlino giudica “assurdi” questi giudizi, rivendicando la bontà delle preferenze date dall’elettorato. Sullo sfondo di queste polemiche, resta la guerra con l’Ucraina, che si dice molto preoccupata per le dichiarazioni di Putin nel suo discorso per la vittoria elettorale, che ha evocato una zona-cuscinetto all’interno del territorio ucraino. Per Kiev si tratta di “una dichiarazione evidente che la guerra non farà altro che intensificarsi”. Sul Fatto di domani leggerete particolari di cronaca, i motivi di una vittoria così ampia, e uno scenario su come sarà la Russia nei prossimi sei anni.
INCHIESTA DI PERUGIA, LAUDATI NON RISPONDE AI PM MA SI SCAGIONA: “MAI COSTRUITO DOSSIER, IL MIO LAVORO SOTTO IL PIENO CONTROLLO DEL PROCURATORE NAZIONALE”. IL N. 2 DELL’ANTIMAFIA CONTRO DE RAHO: “SI ASTENGA DALLA COMMISSIONE”. Il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati ha disertato l’interrogatorio della procura di Perugia. Ma respinge le accuse e rivendica la correttezza del suo lavoro con una nota: “Mai costruito dossier e compiuto accessi a sistemi informatici, né ho stretto rapporti con i giornalisti indagati”. Il magistrato si è avvalso della facoltà di non rispondere con i pm umbri. Una scelta, ha spiegato l’avvocato Andrea Castaldo, dettata dal timore delle fughe di notizie e dalla volontà di tutelare la riservatezza della toga. “Quando avremo finalmente accesso agli atti e li conosceremo potremo dare la nostra versione limpida e chiara per quanto riguarda la correttezza del suo operato”, ha annunciato il difensore. Laudati è indagato per abuso d’ufficio, falso e accesso abusivo ai sistemi informatici. L’ultimo reato ipotizzato dalla procura è in concorso con il finanziare in forza alla Direzione nazionale antimafia (Dna) Pasquale Striano. Secondo gli inquirenti, Striano avrebbe scaricato decine di migliaia di file e “spiato”, negli archivi digitali dell’Antimafia e della Pubblica amministrazione, i dati di esponenti politici e personaggi pubblici. Il finanziere avrebbe passato notizie ad alcuni giornalisti: la procura indaga su tre cronisti del quotidiano Il Domani. A far gola era l’archivio Siva con le sos, segnalazioni di operazioni sospette: quei passaggi in denaro in odore di riciclaggio segnalati all’Antimafia (per le verifiche investigative) da istituti di credito, operatori finanziari e Bankitalia. Striano faceva parte del gruppo di lavoro sulle sos coordinato da Laudati. Il sostituto procuratore rivendica la correttezza del suo operato, “sotto il pieno controllo del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo”. Al vertice della Dna oggi siede Giovanni Melillo, prima di lui il deputato M5s Federico Cafiero De Raho. Sull’ex procuratore (oggi nella commissione parlamentare Antimafia) punta il dito il vicepresidente di palazzo San Macuto Mauro D’Attis (Forza Italia): “La sua astensione dalla Commissione è un’esigenza e un’urgenza”. Anche Striano, alla procura di Roma, aveva parlato delle sue interlocuzioni con il Procurato nazionale antimafia. Sul Fatto di domani leggerete retroscena e approfondimenti sul caso dell’inchiesta di Perugia.
CORTE DEI CONTI: BANDA LARGA& PNRR, ITALIA IN GRAVE RITARDO. ALLARME PER I DATI PERSONALI RUBATI IN RETE. “È sensibile il ritardo registrato nella realizzazione delle infrastrutture digitali legate al ‘Piano Banda Ultralarga-Aree Bianche’ per la connettività di circa 8.400.000 abitazioni in Italia, con una dilatazione dei tempi medi delle fasi procedurali e uno spostamento in avanti della concreta attuazione rispetto alle scadenze originarie”. La Corte dei conti certifica l’arretratezza del Paese nell’ambito della diffusione della rete veloce per abitazioni e imprese, opere previste dal Pnrr. In sostanza, scrivono i giudici contabili, dopo sei anni e tre di ritardi i lavori sono fermi al 54%, un gap che ci divide dagli altri Stati europei. Secondo la Corte “i ritardi registrati finora sono stati governati con il ricorso all’istituto delle penali che, a fine 2023, risultano applicate per un importo complessivo di 54,6 milioni di euro. In caso di disallineamento tra effettivo progresso dei lavori e scadenza finale del Piano (settembre 2024) – raccomandano i giudici al ministero competente – andranno definiti i necessari interventi correttivi anche sul fronte della scarsità di manodopera specializzata e adottato un nuovo cronoprogramma che garantisca la chiusura dei lavori in tempi celeri”. Sul Fatto di domani ci occuperemo anche del cybercrimine: l’Osservatorio Cyber di Crif, che analizza la vulnerabilità degli utenti e delle aziende, lancia l’allarme per i dati personali rubati e messi in rete, un fenomeno cresciuto del 45%. Il mese scorso, per dire, c’è stata a livello globale quella che è stata definita “la madre di tutti gli attacchi informatici” con una estrazione di dati da Twitter, Linkedin e pure Dropbox del valore di 26 miliardi.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Guerra Israele-Hamas, battaglia all’ospedale di Gaza: 80 arresti e 20 morti. Il conflitto nella Striscia – scaturito dal massacro firmato da Hamas il 7 ottobre con 1.200 morti e centinaia di ostaggi catturati – è giunto al 165° giorno. Per i palestinesi, le vittime sono più di 30.000. Lo Stato ebraico ha perso 250 militari. I soldati israeliani hanno compiuto una operazione dentro l’ospedale al Shifa; c’è stata una battaglia con i miliziani islamici durante la quale è stato ucciso Fàaq Mabhouh, capo della sicurezza interna di Hamas. Il bilancio è di 20 morti e 80 persone arrestate. Restano le polemiche sulla situazione dei civili. Philippe Lazzarini, capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha denunciato che l’esercito israeliano non gli ha permesso di entrare nella Striscia. In serata, telefonata tra il presidente americano Biden e il premier Netanyahu, la prima dal 15 febbraio: i due hanno discusso di aiuti umanitari e di Rafah, dove più di un milione di gazawi è accampato e dove Netanyahu vuol dare battaglia ai plotoni di Hamas.
Casa di Montecarlo, per Gianfranco Fini chiesta condanna a 8 anni. L’ex leader di Alleanza nazionale rischia la galera con l’accusa di riciclaggio. La pubblica accusa ha chiesto la condanna anche per gli altri imputati: la compagna di Fini Elisabetta Tulliani (9 anni), il fratello di lei Giancarlo (10 anni) e il padre Sergio (5 anni). L’ultima udienza è arrivata 15 anni dopo i fatti, 6 dall’inizio del processo. Elisabetta Tulliani ha provato a scagionare il suo compagno: “Ho nascosto a Gianfranco Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo. Non ho mai detto a Fini la provenienza di quel denaro che ero convinta fosse di mio fratello”.
Processo Regeni, la procura chiama in causa il governo: “Servirà lavoro della Farnesina”. Davanti ai giudici della I Corte d’assise di Roma, il pubblico ministero Sergio Colaiocco ha presentato gli elementi probatori e l’elenco dei testimoni. Con i nomi del presidente della Repubblica egiziana, Abdel Fattah al-Sisi, l’ex premier Matteo Renzi e l’ex ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Per la procura, servirà l’aiuto del ministero degli Esteri: “Dovrà suscitare la collaborazione delle autorità egiziane. Solo la polizia egiziana, infatti, può notificare gli atti e dare il via libera per ascoltare a processo i 27 testimoni”.
OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO ECONOMICO
Il bitcoin vola, si moltiplicano i rischi della raccolta delle reti irregolari senza autorizzazione
di Nicola Borzi
“Il bitcoin è oro digitale, programmato per essere tale, e ha da ormai 15 anni dimostrato nei fatti di essere tale. Decine e decine di progetti sorgono attorno ad esso, finanziati da colossi della finanza, tra cui il più grande, BlackRock“. Già l’equiparazione dei bitcoin all’oro solleva domande: non si è mai visto l’oro perdere un quinto del suo valore in pochissime sedute. Ma c’è di più: “Sto indirizzando un mio cliente a un trust crypto-friendly. Ha comprato 83mila euro in bitcoin a ottobre 2023, quando il bitcoin stava attorno ai 25mila di valore. Ci ha guadagnato non meno di 110mila di euro in cinque mesi (non è così: il presunto guadagno si valuterà, se c’è, solo al momento del cash out, ndr). Se le interessa poi sapere con chi lavoro, ossia con quali consulenti – quelli sì – regolarmente autorizzati a dare indicazioni d’investimento come advisor e responsabili di fondi, non ho problemi a indicarglieli. Quello che invece faccio, e che faccio sulla base di un regolarissimo mandato, è segnalare specifici professionisti – quelli sì – dell’investimento, della gestione, del trading e della compravendita, nonché della custodia qualora ne sorga l’opportunità, in ambito crypto. Tutti questi professionisti del settore vantano certificazioni e abilitazioni che come ovvio possono esibire”.
(Continua a leggere)
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it
|