Sul Fatto di domani ancora in primo piano la gestione dell’emergenza da coronavirus: cercheremo di capire se è vero che siamo vicini al picco e se le terapie intensive sono realmente in sofferenza (come ha denunciato oggi l’Agenzia per i servizi sanitari regionali). Vi racconteremo poi di come Guido Bertolaso sta lavorando in Umbria, depotenziando gli ospedali pubblici e trasferendo pazienti nel “suo” Covid center marchigiano.
Non è stato risolto, poi, il problema politico della Calabria, perché è ancora in ballo il nome del nuovo (e definitivo, si spera) commissario alla Sanità. Emergency ha firmato un accordo con il governo per la gestione degli ospedali da campo, mentre per risanare le casse sanitarie della regione potrebbe essere nominato l’ex colonnello della Finanza Federico Maurizio D’Andrea.
Il nostro Focus sarà dedicato al Titolo V della Costituzione, proprio la regionalizzazione della sanità, che non pochi problemi sta dando in questo periodo di pandemia.
Nell’Economia la notizia che il governo ha già stanziato un miliardo di euro per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina, a dimostrazione del fatto che si tratterà di una spesa non da poco dello Stato. Ci occuperemo anche dei nuovi numeri della manovra di Bilancio, con i nuovi stanziamenti per fisco, figli e famiglie.
In Cronaca la quarta puntata della nostra “storia del renzismo”, con il ruolo dell’ex manager di Pirelli, Filippo Maria Grasso (e i suoi colloqui con l’ex presidente della Fondazione Open, Alberto Bianchi).
Gli Esteri andranno in Francia, per registrare la protesta di cento sindaci contro Macron, colpevole di aver promesso e mai erogato dei fondi per le periferie; e poi negli Usa, dove scopriremo chi è il nuovo amico “mediatico” di Donald Trump.
Nella sezione Radar un intervento della giornalista Tiziana Ferrario – in occasione dell’uscita di “Donne sul fronte”, una collana di graphic journalism tutta al femminile edita da Paper First – e una lettura dello storico Alessandro Barbero. Infine il Secondo Tempo, con la storia dell’ultima censura cinematografica in Russia: “Outlaw”, un film su un adolescente omosessuale e una transgender in Unione Sovietica.
Sono 34.283 i nuovi casi di coronavirus accertati e 753 i morti nelle ultime 24 ore. I casi di positività sono stati rintracciati tra i 234.834 tamponi processati (14,59% il tasso di positività). Rispetto a ieri sono 58 in più i posti letto occupati in terapia intensiva (3.670 in totale) e 430 in più i ricoverati con sintomi nei reparti Covid (33.504). E’ sempre la Lombardia, la regione più colpita dal contagio con 7.633 positivi rintracciati, segue la Campania (3.657) e il Piemonte (3.281). Caos a Berlino per la manifestazione contro le misure anti-covid. E la Svizzera esaurisce le terapie intensive.
Mediaset si salva ancora grazie alla “sinistra”
di Gad Lerner
All’indomani della visita del segretario Ds a Cologno Monzese, per non lasciare adito a equivoci, così titolava L’Unità del 5 aprile 1996: “Pace D’Alema-Mediaset”. E l’articolo esordiva: “Mediaset è un patrimonio di tutti gli italiani. La vostra azienda non corre nessun rischio”. Niente di nuovo sotto il sole? L’ho pensato leggendo su Il Fatto dell’altro ieri la giustificazione fornita da Luigi Di Maio all’emendamento salva-Mediaset proposto al Senato dalla maggioranza M5S-Pd-Iv-Leu e votato da tutti con la sola astensione della Lega: “Nessuno scambio. C’è stata un’azione molto chiara da parte del ministero dello Sviluppo economico per tutelare un’azienda italiana, come abbiamo sempre fatto”.
La retorica sulla difesa dell’italianità delle imprese, che tanti danni ha prodotto in Alitalia, mal si applica al settore delle telecomunicazioni e in particolare dei network tv, già penalizzato da gravi distorsioni della libera concorrenza. Vedremo come il governo se la caverà in sede di ricorsi alla Commissione e alla Corte di giustizia europea preannunciati dall’azionista francese Vivendi, appoggiato da Macron (che in materia di nazionalismo economico è più agguerrito di noi). Restiamo in attesa degli esiti del braccio di ferro sul futuro di Mediaset e sul parallelo coinvolgimento di Berlusconi nelle scelte governative. Ma intanto vale la pena di interrogarsi anche sulla parte che svolgerà Mediaset nel dare voce al riassetto della destra italiana; costretta a fare i conti col fallimento delle spallate di Salvini.
(continua a leggere sul giornale di domani)
Padellaro a Punto Esclamativo: “Vaccini? Un italiano su sei non lo farà? Colpa della propaganda No vax”
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