GUERRA RUSSIA-UCRAINA, MOSCA ACCUSA KIEV: “INTERCETTATI MISSILI ATACMS”. PUTIN RIVEDE LA “DOTTRINA NUCLEARE”: POSSIBILE L’UTILIZZO DI ATOMICHE, ANCHE SE ATTACCATI DA ARMI CONVENZIONALI. Il presidente russo Vladimir Putin, a mille giorni dall’inizio dell’invasione in Ucraina, ha annunciato che l’uso di missili occidentali da parte di Kiev per colpire la Federazione potrebbe comportare una risposta nucleare; anche se l’attacco subito fosse portato con armi non nucleari. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “L’aggressione da parte di un Paese non nucleare, ma con la partecipazione di una potenza nucleare” è considerato come un “attacco congiunto”. Una decisione, quella del leader del Cremlino, che si riferisce al via libera ricevuto dall’Ucraina da parte del presidente americano Biden, sull’utilizzo di missili Atacms, che hanno una gittata di 300 chilometri e dunque possono colpire in territorio russo. Secondo Mosca, un primo attacco è avvenuto questa notte, su un deposito di armi nella regione russa di Bryansk, e cinque missili sono stati intercettati. Il comando generale di Kiev ha smentito che siano stati utilizzati Atacms. Il presidente ucraino Zelensky continua a sostenere che all’avversario non si devono lasciare spazi: “Putin ha portato 11.000 truppe nordcoreane ai confini dell’Ucraina. Queste possono crescere fino a 100.000. Mentre alcuni leader europei pensano a vincere le elezioni o a qualcosa del genere, Putin è concentrato sulla vittoria di questa guerra”. A Varsavia, i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito hanno confermato: “Imperativo rimanere fermi nel nostro sostegno a una pace giusta e duratura per l’Ucraina, basata sulla Carta dell’Onu, riaffermando che la pace può essere negoziata solo con l’Ucraina, con i partner europei, americani e del G7 al suo fianco, e assicurandoci che l’aggressore si faccia carico delle conseguenze, anche finanziarie, dei suoi atti illegittimi”. Sul Fatto di domani leggerete le ultime sul conflitto e sulla “svolta nucleare” russa, e sul “partito della guerra”, sulla base dell’ultimo libro di Marco Travaglio.
MEDIO ORIENTE, L’INVIATO USA HOCHSTEIN IN LIBANO: “REALE OPPORTUNITÀ PER LA TREGUA”. COLPITA LA BASE UNIFIL DEI MILITARI ITALIANI, L’IDF: “È STATO HEZBOLLAH”. Il segnale che in Libano si possa arrivare ad una tregua tra Israele e Hezbollah, il partito armato sciita sostenuto dall’Iran, è il rinvio del discorso del segretario generale Naïm Kassem. A confermare che il leader di Hezbollah ha rimandato l’appuntamento a data da destinarsi, sono stati diversi media libanesi. La decisione sarebbe legata alla proposta dell’inviato americano Amos Hochstein, secondo cui esiste una “reale opportunità” di porre fine ai combattimenti, dopo aver incontrato il presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri: “Sono qui a Beirut per facilitare questa decisione, ma in ultima analisi è una decisione delle parti”. Intanto, l’Idf prosegue le operazioni sul terreno e rivendica di aver ucciso il comandante dell’unità missilistica a medio raggio di Hezbollah, Ali Tawfiq Douek, mentre i miliziani sciiti hanno lanciato missili che hanno ferito cinque israeliani a Ramat Gan, periferia di Tel Aviv; lo Stato ebraico ha ammesso che il sistema di protezione per intercettare gli ordigni non ha funzionato. In pericolo anche i caschi blu italiani della missione Unifil: otto razzi hanno colpito la base, per fortuna senza conseguenze per i militari, anche se cinque di loro sono “sotto osservazione”. Peggio è andata ai caschi blu del Ghana: in quattro sono rimasti feriti, in un altro attacco. Secondo Israele, gli ordigni da 107 millimetri sono stati sparati da Hezbollah, ed erano destinati a raggiungere lo Stato ebraico. Per quanto riguarda la Striscia di Gaza, appaiono difficili le trattative con Israele. I negoziatori di Hamas non sono a Doha, ma l’ufficio del gruppo militante palestinese non è stato chiuso definitivamente, ha affermato oggi il Qatar. Un segnale che la presenza della dirigenza politica islamista non sarebbe più gradita. Sul giornale di domani troverete gli ultimi aggiornamenti sulla crisi in Medio Oriente.
REGIONALI, AL CENTRO NON SI VINCE: ZERO ELETTI PER GLI ORFANI DEL TERZO POLO RENZI E CALENDA. UMBRIA, CROLLO LEGA E MELONI PERDE 80 MILA VOTI: TESEI È IL CAPRO ESPIATORIO. Il mantra “si vince al centro”, questa volta, non lo ripete nessuno. In Umbria ed Emilia Romagna, le forze moderate come Italia Viva, Azione e Più Europa restano a bocca asciutta: nessun candidato è stato eletto nei consigli regionali. Però Matteo Renzi ci tiene a rimarcare il dato: in Liguria, senza di lui, il centrosinistra ha perso. In Umbria ed Emilia Romagna, con l’ex premier, i progressisti hanno vinto. Eppure, il contributo del leader centrista è minimo. Nella regione più colpita dalle alluvioni ha rinunciato al simbolo piazzando 4 fedelissimi nella lista “Civici con de Pascale”: nessun eletto. Stesso risultato nell’ex feudo della leghista Donatella Tesei, appena strappato dalla civica di sinistra Stefania Proietti: archiviato il simbolo, zero eletti nella lista “Civici Umbri”. L’altro orfano del Terzo polo, Carlo Calenda, al contrario di Renzi ha evitato commenti: Azione (insieme a +Europa, Socialisti e Repubblicani) non ha ottenuto seggi in nessuna delle 2 Regioni. I leader di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, in conferenza alla Camera hanno rimarcato l’esigenza di un’alleanza con il Pd che includa anche il M5s. I pentastellati attendono l’apertura dei lavori per l’assemblea costituente, in un clima di crescente tensione per l’incognita Beppe Grillo, mentre il Pd guarda con ottimismo alle elezioni regionali del 2025 – Puglia, Toscana, Campania – non fosse per la “grana De Luca” pronto a correre da solo per il terzo mandato. Nel centrodestra invece nessun dramma per la duplice sconfitta, attesa in Emilia Romagna, molto meno in Umbria, dove la governatrice uscente – la leghista Tesei – ha convinto poco. Neppure Meloni era certa della candidatura bis: ma la Lega ha fatto quadrato su Tesei e ora sconta le lamentele degli alleati. La Lega, del resto, è crollata nelle urne e FdI ha perso 80 mila voti rispetto alle europee di giugno. Sul Fatto di domani torneremo sulle elezioni regionali con nuovi dati e approfondimenti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Processo Regeni, un teste: “Vidi Giulio sfinito dalla tortura”. Giuria in lacrime per la testimonianza della sorella del ricercatore. In udienza alla alla Prima Corte di Assise di Roma, oggi è stata acquisita la video testimonianza di un ex detenuto palestinese, contenuta in un documentario trasmesso da Al Jazeera. L’uomo, nello stralcio mostrato in aula, ha raccontato di aver visto Giulio Regeni il 29 gennaio 2016, mentre veniva portato al luogo dell’interrogatorio. “L’ho rivisto che usciva, sfinito dalla tortura. Era tra due carcerieri che lo portavano a spalla verso le celle”. Durante l’udienza, la testimonianza di Irene Regeni (sorella di Giulio) ha commosso alcuni giurati.
Palermo, mafia: arrestato Gaetano Savoca, era l’erede del “Papa” Michele Greco. La polizia ha arrestato Gaetano Savoca, 57 anni, accusato di associazione mafiosa; per gli investigatori, eera lui il capo del mandamento di Brancaccio. Savoca è ritenuto l’erede del “Papa” di Ciaculli, il capomafia Michele Greco. Secondo l’accusa, Savoca avrebbe continuato a gestire gli affari di Cosa nostra, soprattutto nei settori delle estorsioni e del traffico di stupefacenti. L’inchiesta è stata avviata in seguito all’omicidio di Giancarlo Romano, avvenuto lo scorso 26 febbraio: Romano era considerato uomo d’onore in forte ascesa.
Sanità, domani sciopero generale di 24 ore. Mercoledì 20 novembre si asterranno dal lavoro medici, dirigenti sanitari, infermieri che manifesteranno a Roma, in piazza Santi Apostoli (alle 12). Sono 1,2 milioni le prestazioni sanitarie che potrebbero essere rimandate. A rischio tutti i servizi, compresi gli esami di laboratorio, gli interventi chirurgici (circa 15mila quelli programmati che potrebbero essere rinviati), le visite specialistiche (100 mila), i servizi assistenziali e le prestazioni infermieristiche e ostetriche, anche a domicilio, e gli esami radiografici (50mila).
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