LA CRISI DI GOVERNO in primo piano sul Fatto di domani: dopo un lunghissimo tavolo di maggioranza, la trattativa sul possibile Conte ter è tutta in salita. Italia Viva continua ad alzare la posta e contesta persino il verbale della riunione: dopo la proposta di ieri di una Bicamerale, i nodi rimangono la giustizia (con la mediazione del Pd sulla prescrizione rimandata al mittente, cioè Orlando, da Renzi) e i ministeri di peso, come Trasporti e Lavoro. Ma non solo: sul tavolo ancora un incarico per Maria Elena Boschi. Tra le curiosità, allora, vi racconteremo che l’antipatia dell’ex premier per Alfonso Bonafede nasce tra i banchi dell’università e poi in consiglio comunale, quando Renzi era sindaco di Firenze.
Venendo alle possibili soluzioni, il presidente della Camera, Roberto Fico, che aveva ricevuto il mandato esplorativo, è atteso al Colle per riferire al capo dello Stato. Nel frattempo, però, qualcosa si è mosso: il deputato Emilio Carelli ha annunciato il suo addio al Movimento 5 Stelle. E la società civile sta manifestando il proprio appoggio a Conte, dalle sardine agli intellettuali. Leggerete, poi, che sono molti i lettori che hanno scritto ad Antonio Padellaro dopo le sue riflessioni sul giornale di oggi.
Qualcosa, invece, rimane fermo in questa assurda crisi: è il decreto Ristori 5, che il governo non può varare adesso ma che lascia senza un euro centinaia di migliaia di persone (e gli artisti stanno già protestando). Nel frattempo sono usciti i dati Istat sul Pil, e sono migliori delle previsioni. Rimanendo in ECONOMIA, una notizia esclusiva dal mondo della serie A di calcio che sta facendo di tutto per ripianare i propri bilanci.
PER L’EMERGENZA COVID, oltre all’analisi dei numeri di giornata, ci occuperemo del piano vaccinale della Lombardia, che finalmente è stato presentato (in ritardo rispetto alle altre regioni), ma contiene contraddizioni, imprecisioni e gravi mancanze (a parte il fatto che l’assessora Moratti smentisce se stessa). Leggerete poi un’intervista all’immunologa Antonella Viola, mentre slitta a domani la decisione dell’Aifa sulle monoclonali.
NEL FOCUS, in esclusiva, il nostro Gianni Barbacetto ci racconterà – carte alla mano – tutti i piani affaristici che ruotano attorno al nuovo stadio di San Siro, a Milano.
LA CRONACA andrà in Sicilia, dove sono scattati 22 fermi per mafia. Tra loro, il mandante del delitto Livatino che, in semilibertà, aveva riorganizzato la Stidda.
GLI ESTERI ci porteranno, o meglio ci riporteranno al Cairo, dove il 3 febbraio 2016 veniva ritrovato il corpo torturato di Giulio Regeni. A distanza di cinque anni, dunque, e con una verità giudiziaria ancora da scrivere, parla l’allora ministra Federica Guidi, cui spettò l’ingrato compito di dare la notizia ai genitori. Potete leggere di seguito un’anticipazione di quanto ci ha raccontato. Poi la sentenza Navalnyj: l’oppositore di Putin è stato condannato a 2 anni e 5 mesi di colonia penale.
NELLA SEZIONE RADAR, Virginia Della Sala ci spiegherà Clubhouse, il nuovo social tutto da ascoltare. Ospiteremo poi una lettura del politologo Jan Zielonka sui contratti per i vaccini che l’Europa ha siglato con Big Pharma.
IL SECONDO TEMPO, infine, con un’intervista allo sceneggiatore Luca Vendruscolo, che sta lavorando a un nuovo (e attesissimo) Boris, e le lettere inedite e femministe di Louisa May Alcott, la scrittrice di Piccole donne.
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“Con i Regeni, nell’ora più buia”
di Pierfrancesco Curzi
“Mi sono trovata davanti due persone distrutte dall’ansia e quasi rassegnate, a cui io stessa ho dovuto comunicare il ritrovamento, poche ore prima, del corpo di un giovane che presumibilmente era il loro figlio. È stata la pagina più dura del mio impegno da ministro, una mezz’ora di angoscia. Da genitore, non avrei mai voluto fare quella visita, spero di dimenticarmela per il dolore che mi ha causato”. Quando l’ex ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, entrò nell’appartamento dove viveva Giulio Regeni, al civico 8 di Yanbo street, a Doqqi, quartiere sulla sponda occidentale del Nilo della Capitale egiziana (anche se fa parte del Governatorato di Giza), era la tarda serata del 3 febbraio 2016, esattamente cinque anni fa.
La ministra quel giorno era in Egitto a capo di una missione economico-diplomatica. Una dozzina di ore prima, il cadavere dello studente della Cambridge University era stato rinvenuto in un fossato lungo l’autostrada verso Alessandria. Il culmine della tensione al termine di una giornata controversa e drammatica.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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