FRANCIA AL VOTO, 218 CANDIDATI SI RITIRANO IN CHIAVE ANTI LE PEN. FRANCE INSOUMISE GUARDA AVANTI: “AL GOVERNO NON CI SARÀ UNA GRANDE COALIZIONE CON MACRON”. Sono saliti a 218 i candidati che si sono ritirati dalle corse a 3 o a più candidati, in vista del secondo turno di domenica 7 luglio. Si tratta dei désistements e l’obiettivo è chiaro: non disperdere voti e permettere a chi ha più possibilità di ricevere le preferenze degli elettori, di sbarrare il passo agli avversari del Rassemblement National. Restano 81 triangolari e 2 quadrangolari. Come ha detto oggi sul Fatto il politologo Camus, la posta in gioco è fermare la Francia xenofoba. Ricordiamo che al primo turno, nello scorso fine settimana, RN ha ottenuto il 33% dei voti, inseguito dal Nuovo Fronte Popolare delle sinistre con il 28% e la formazione di Macron al 21%. I dubbi sulla compattezza del fronte anti Le Pen rimangono: “France Insoumise governerà solo per applicare il suo programma” ha detto Manuel Bompard, il coordinatore del partito della sinistra radicale creato da Jean-Luc Mélenchon, interrogato da Bfmtv sulla proposta di “Assemblea plurale” del premier macroniano uscente, Gabriel Attal. Il deputato di France Insoumise esclude l’idea di una “grande coalizione” se nessuna maggioranza assoluta dovesse disegnarsi, all’indomani del secondo turno delle elezioni. In casa RN, la candidata Ludivine Daoudi è stata costretta a lasciare per le foto con un cappello da nazista apparse sui social. Battibecco a distanza tra il presidente Macron e Marine Le Pen, quest’ultima lo ha accusato di “golpe amministrativo” per alcune nomine poco prima del ballottaggio, l’Eliseo ha chiarito che si tratta di attività già previste. Sul Fatto di domani leggerete le ultime novità sui desistenti e una intervista a Christophe Guilluy, autore del libro “No society” dedicato alla rivolta dei Gilet Gialli, e al malessere sociale in Francia.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA, ORBAN CHIEDE A ZELENSKY UN CESSATE IL FUOCO PER NEGOZIARE CON MOSCA. AIUTI A KIEV, GLI USA STANZIANO ALTRI 2,3 MILIARDI DI DOLLARI. Il primo ministro ungherese Viktor Orban – che ha assunto la presidenza del Consiglio Ue – ha incontrato questa mattina a Kiev il presidente Zelensky, invitandolo ad un “cessate il fuoco rapido” che permetta di accelerare l’avvio di negoziati con la Russia, per arrivare alla fine della guerra. L’Ungheria apprezza le iniziative di pace elaborate dall’Ucraina, ha aggiunto Orban, sottolineando la volontà di migliorare i rapporti con Kiev e di firmare un accordo di cooperazione bilaterale. La richiesta di Orban non stupisce: è il miglior alleato in Europa della Russia ed ha più volte manifestato insofferenza per i fondi stanziati dall’Unione europea a sostegno degli ucraini sotto attacco ormai da più di due anni. Zelensky ha chiesto che “il sostegno dell’Europa all’Ucraina rimanga ad un livello sufficiente, anche per quanto riguarda la nostra difesa dal terrore russo”. Secondo il Wall Street Journal, la Nato invierà un suo alto rappresentante a Kiev per coordinare gli aiuti a lungo termine, anche in vista di una possibile elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, che potrebbe mutare il sostegno di Washington. Sul giornale di domani leggerete ulteriori notizie sul conflitto nell’Est: oggi gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 2,3 miliardi di dollari. Il presidente russo Putin incontrerà domani l’omologo cinese Xi Jinping e il leader turco Erdogan, ad Astana.
FRONTE POPOLARE ALL’ITALIANA: SCHLEIN, CONTE, FRATOIANNI E MAGI. CONTRO PREMIERATO E AUTONOMIA, L’ANPI CHIAMA ALL’APPELLO LE OPPOSIZIONI UNITE. Anche in Italia opposizioni unite come in Francia. Ieri, per un giorno, il miraggio dei giallorosa a braccetto (con Verdi e sinistra da un parte e i liberali di + Europa dall’altra) si è materializzato a Bologna sul palco dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani). Assieme erano riuniti Elly Schlein (Pd), Giuseppe Conte (M5s), Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs), Riccardo Magi (+Europa) fino a Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista. Tranne Calenda e Renzi, tutti hanno accettato l’invito del presidente dei partigiani Gaetano Pagliarulo, che ha subito messo in chiaro la missione: “Vorremmo una svolta per un fronte costituzionale e antifascista”. Come Oltralpe per arginare Le Pen, ma l’obiettivo è diverso: la fiamma tricolore è già al governo con Meloni e punta a scardinare la costituzione con l’elezione diretta del presidente del Consiglio, più due corollari: Parlamento ancor più al guinzaglio del governo, Quirinale sotto scacco di palazzo Chigi. Intanto, sull’unità nazionale pende la ghigliottina dell’autonomia: abbastanza per cementare sinistre e centristi in una lotta comune. L’Anpi è impegnata nella raccolta firme per il referendum costituzionale e anche le opposizioni sono pronte alla battaglia contro le riforme. Ma oltre il No a premierato e Autonomia, M5s e Pd dovranno costruire un programma comune. Come mettersi d’accordo, ad esempio, sulla guerra e sulla giustizia? Sul Fatto di domani vi racconteremo analogie e distanze tra alleati giallorosa. Intanto, contro l’Autonomia, le Regioni governate dal Pd si organizzano per la richiesta del referendum: serve il Sì di 5 consigli, il numero delle giunte a guida dem (Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna, Campania, Toscana). Ma entro l’11 luglio il governatore Bonaccini dovrà dimettersi per insediarsi all’europarlamento. Dunque, una corsa contro il tempo.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Satnam Singh, in carcere il titolare dell’azienda. L’accusa per Antonello Lovato ora è di omicidio doloso: dopo la consulenza medico legale, la procura di Latina ha abbandonato l’ipotesi dell’omicidio colposo. Il gip ha evidenziato la “condotta disumana e lesiva dei più basilari valori di solidarietà” dell’indagato. La custodia cautelare in carcere è motivata dalla necessità “di recidere i contatti con l’esterno di Lovato”, per impedire “possibili intimidazioni” verso i lavoratori chiamati a testimoniare. Satnam Singh era stato scaricato davanti casa da Lovato, il 17 giugno scorso, con il braccio tranciato e abbandonato dentro una cassetta della frutta. Due giorni dopo, il bracciante è morto all’ospedale San Camillo di Roma.
“Serena Mollicone come Marco Vannini. Condannare Franco Mottola a 24 anni”. A sostenere l’analogia con il delitto di Ladispoli è il procuratore generale della corte d’Assise d’Appello di Roma, Francesco Piantoni. Insieme alla sostituta Deborah Landolfi, il magistrato ha presentato le richieste di condanna per le persone coinvolte nell’omicidio della studentessa di Arce, in provincia di Frosinone, uccisa nel 2001. Per l’accusa è necessario condannare l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, a 24 anni, a 22 la moglie Annamaria e a 22 anni il figlio Marco; da assolvere, invece, i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. La requisitoria dei Pg terminerà nell’udienza che si terrà domani (3 luglio) a Roma. In primo grado, i giudici della Corte d’Assise di Cassino avevano assolto tutti gli imputati. La sentenza è prevista per il prossimo 12 luglio.
Regno Unito, domani le elezioni: i Conservatori rischiano la disfatta, Labour pronto per la festa. I Tories, secondo gli analisti, perderanno il controllo del governo dopo 14 anni di potere. L’azzardo del premier Sunak, che ha anticipato le elezioni – la legislatura doveva concludersi a fine anno – potrebbe essere deludente: gli osservatori danno come favoriti i laburisti di Starmer che già pensa alla squadra di governo. A togliere preferenze ai Tories potrebbe anche essere il partito populista di Farage, Reform UK.
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Turismo, la ricercatrice Gainsforth: “Senza politiche sostenibili, il boom di presenze si trasformerà in un boomerang”
di Elisabetta Ambrosi
“Di solito quando si parla di turismo sostenibile ci si concentra sull’aspetto della domanda, quindi sui comportamenti individuali dei turisti. Ma il problema è che quei comportamenti sono anche indotti, sono il risultato di una nuova offerta creata dal mercato. L’esempio più classico è Airbnb: prima è stata creata l’offerta a tavolino, dopo le persone hanno iniziato ad usarla, non viceversa”. Sarah Gainsforth, giornalista, ricercatrice indipendente, scrittrice, autrice di vari libri sul tema degli affitti brevi e del turismo sostenibile (tra cui: Airbnb città merce. Storie di resistenza alla gentrificazione digitale, DeriveApprodi), rovescia il punto di vista.
(Continua)
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