LA STRETTA SULLA SCUOLA. Dopo l’incontro tra governo e Regioni, è pronto il primo Dpcm dell’era Draghi (in questi minuti la conferenza stampa dei ministri Speranza e Gelmini). Le misure principali riguardano gli istituti scolastici: facoltà per i governatori di chiudere anche in zona gialla e arancione, se in un territorio ci sono più di 250 casi ogni 100mila abitanti. Tra le regioni messe peggio, l’Emilia Romagna, che conta solo a febbraio 6.000 contagi tra alunni e docenti. Sul Fatto di domani metteremo a confronto il nuovo Decreto con quelli dell’ex premier Conte, che tanto era stato accusato di “dittatura sanitaria”. La nostra Virginia Della Sala ci racconterà, poi, di come il Pd attraverso il “tecnico” Bianchi abbia rimesso le mani sul mondo della scuola, suo storico bacino elettorale (grazie ai sindacati). E ci occuperemo della possibilità di una “card” vaccinale. Intanto risalgono i contagi e si assiste a una nuova impennata di ricoveri: qui i numeri di giornata.
LE MASCHERINE DI ARCURI. Faremo il punto sull’inchiesta mascherine: l’ex commissario per l’emergenza, accompagnato ieri alla porta da Draghi, non è indagato, ma cercheremo di capire come ha operato la struttura durante l’anno della sua gestione.
A CHE GIOCO GIOCANO? Nel Pd, come abbiamo visto negli ultimi giorni, il clima è tutt’altro che sereno. Tra le varie correnti, ce n’è una sottotraccia che sembra fare da sponda alla Lega: vedremo di chi si tratta e perché. Banco di prova per la tenuta del partito è la decisione della giunta laziale, guidata dal segretario Zingaretti, di aprire o meno ai 5S. Del resto, però, anche tra gli (ex?) alleati, le acque non sono placide: nonostante una timida apertura di Grillo rispetto a un possibile reintegro e nonostante il ricorso pronto contro le espulsioni, altri parlamentari sono stati cacciati dal Movimento. Capiremo, poi, cosa sta facendo Giuseppe Conte per predisporre la sua guida e qual è invece la presa di posizione di Alessandro Di Battista. La nostra Silvia Truzzi intervisterà il professor Marco Revelli sulla “kakistocrazia”.
MA QUALE “RINASCIMENTO ARABO”. Reporter Senza Frontiere ha presentato una denuncia penale in Germania sostenendo che la corona saudita, tanto cara a Matteo Renzi, ha messo in atto una persecuzione sistematica contro i giornalisti (almeno 30 i casi di detenzione arbitraria). E dal senatore Gianluca Ferrara, capogruppo dei 5 Stelle in Commissione Esteri, è arrivato l’invito per l’ex rottamatore alle dimissioni dalla Fondazione: “Invece di auto-assolversi in ridicole auto-interviste, Renzi dovrebbe vergognarsi, scusarsi pubblicamente e dimettersi dal consiglio della fondazione saudita Future Investment Initiative Institute dalla quale percepisce 80mila euro annui”. Intanto anche all’interno di Italia Viva c’è chi comincia a storcere il naso rispetto all’amicizia (ben pagata) tra il senatore di Rignano e Mohammed bin Salman. Sulla vicenda avremo anche una lettura di Barbara Spinelli.
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