ISRAELE, LE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI RAPITI DA HAMAS CONTINUANO LA PROTESTA CONTRO IL PREMIER NETANYAHU. LUI REPLICA: “I CORTEI SONO UNA VERGOGNA”. L’Hostages and Missing Families Forum ha annunciato che, dopo quelle iniziate ieri, si terranno nuove proteste in Israele oggi alle 19 (le 18 in Italia), elencando tre luoghi d’incontro: una “manifestazione su larga scala” all’esterno della residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, un “raduno di massa” a Begin Gate a Tel Aviv, e una manifestazione di fronte alla casa del premier, a Cesarea. Le famiglie degli ostaggi, commentando la sentenza di un tribunale del lavoro che impone la fine dello sciopero generale hanno replicato: “Questo non è uno sciopero, è il salvataggio dei 101 ostaggi che sono stati abbandonati da Netanyahu”. Da parte sua, il primo ministro ha condannato l’iniziativa: “Lo sciopero è una vergogna. State dicendo a Sinwar: avete ucciso sei persone, qui noi vi sosteniamo”, riferendosi agli ultimo corpi senza vita trovati dall’esercito a Gaza. Sul fronte del dialogo per una tregua che possa contribuire a salvare i rapiti, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, avrebbe detto ieri alle famiglie degli ostaggi statunitensi trattenuti nella Striscia che il presidente Joe Biden, starebbe valutando la possibilità di presentare a Israele e Hamas una proposta definitiva sia per un accordo sul rilascio degli ostaggi, che sul cessate il fuoco. Lo stesso Biden ha dichiarato però che “Netanyahu non sta facendo abbastanza”. Sul Fatto di domani leggerete le novità sulle proteste contro il governo e sulla situazione militare, che coinvolge anche la Cisgiordania e il Libano.
IL DOSSIER DRAGHI SUL SETTORE DELLA DIFESA UE: “NO A RESTRIZIONI NELL’ACCESSO AI FINANZIAMENTI”. “L’industria europea della difesa non dovrebbe avere restrizioni nell’accesso ai finanziamenti dell’Ue e le fusioni dovrebbero essere consentite per aiutare a scalare i campioni nazionali”. Si tratta di un passaggio del Rapporto Draghi che riguarda il settore della difesa, e che è stato anticipato dal media Politico. Già a fine febbraio Draghi aveva fornito alcune indicazioni. La bozza che risale al 20 giugno contiene una sezione che illustra il contesto maturato negli ultimi due anni: “Con il ritorno della guerra nelle immediate vicinanze dell’Ue, l’emergere di nuovi tipi di minacce ibride e un possibile spostamento dell’attenzione geografica e delle esigenze di difesa degli Stati Uniti, l’Ue dovrà assumersi una crescente responsabilità per la propria difesa e sicurezza”. Il documento chiede a Bruxelles di liberare fondi modificando le politiche di prestito del Gruppo Banca Europea per gli Investimenti, i quadri di finanza sostenibile dell’Ue e le regole ambientali, sociali e di governance (ESG) per consentire gli investimenti nella difesa. Le raccomandazioni includono anche l’introduzione di un “principio di preferenza europea” e la creazione di un’Autorità per l’Industria della Difesa che si occupi degli acquisti a livello centrale. Sul giornale di domani leggerete altri particolari sullo stato dell’arte in Europa in materia di industria bellica, e sulle condizioni di Francia e Germania; la prima alle prese con la difficile formazione di un esecutivo, la seconda con l’avanzata dell’estrema destra del’AfD.
CASO BOCCIA, SANGIULIANO È “CIRCONDATO”. I 5 STELLE: “IL MINISTRO SPIEGHI PERCHE UNA ‘NON CONSIGLIERA’ RICEVESSE MAIL SENSIBILI”. Il ministro della Cultura, Sangiuliano, sempre più in imbarazzo per il caso di Maria Rosaria Boccia, la “collaboratrice” senza mandato ufficiale che ha partecipato ad una serie di incontri e scambi di comunicazioni. I capigruppo del Movimento 5S in Commissione Cultura alla Camera e al Senato, Antonio Caso e Luca Pirondini, scrivono: “Per Gennaro Sangiuliano e per l’intero governo Meloni è finito il tempo dei silenzi imbarazzati. Devono spiegare perché una ‘consigliera’ – che tale non era – del ministro della Cultura ha partecipato a incontri riservati, a chat interne al ministero e a riunioni con i consiglieri del ministro senza averne titolo. Devono spiegare come possa essere possibile che la “non consigliera” di Gennaro Sangiuliano ricevesse mail con informazioni sensibili da funzionari del ministero della Cultura, per giunta su un account non protetto”. Anche Chiara Braga, capogruppo alla Camera del Partito Democratico, stamattina ospite a Sky TG24, ha annunciato che il Pd presenterà un’interrogazione: “Una figura così importante come il ministro della Cultura che espone il nostro paese ad una vicenda di gossip, denota l’atteggiamento di questa destra al potere, un uso patronale delle istituzioni e una mancanza di rispetto per il ruolo che si ricopre. Sangiuliano avrebbe dovuto chiarire senza l’input delle opposizioni”. Sul Fatto di domani leggerete le ultime novità: Sangiuliano dovrebbe restare in carica almeno fino al G7 in programma a Pompei a metà mese, ma i malumori nei suoi confronti all’interno dell’esecutivo sono tangibili.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Strage in famiglia a Paderno, i nonni provano “molta pena” per il nipote assassino. Hanno manifestato “molta pena e compassione per lui” i nonni del 17enne che nella notte tra sabato e domenica ha ucciso a Paderno Dugnano, nel Milanese, il padre, la madre e il fratello di 12 anni. I nonni si sarebbero anche detti disponibili ad incontrarlo, anche se questo non sarà possibile prima dell’udienza di convalida dell’arresto. Gli inquirenti hanno chiarito che il ragazzo, dopo la prima versione, si è deciso a confessare dopo aver parlato con “i familiari e con il suo legale”.
Bergamo, convalidato l’arresto per l’omicidio di Sharon Verzeni. La gip del tribunale di Bergamo, Raffaella Mascarino ha convalidato il fermo di Moussa Sangare, 30 anni, per omicidio pluriaggravato; il giovane ha confessato di aver ucciso Sharon Verzeni. La giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto nei confronti dell’assassino sia l’aggravante della premeditazione, che quella dei futili motivi.
Dossier con accessi non autorizzati a banche dati, atti alla commissione Antimafia. La Procura di Perugia trasmetterà alla commissione Antimafia gli atti relativi all’indagine sui presunti dossieraggi, confezionati attraverso accessi non autorizzati alla banca dati della Direzione investigativa antimafia. I magistrati avevano chiesto la misura degli arresti domiciliari per il luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, ma il gip l’ha negata, così come per l’ex procuratore della Dda, Antonio Laudati.
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