PROVE DI GOVERNO TALIBAN, ANCORA CAOS EVACUAZIONE. A poco meno di una settimana dalla presa di Kabul, il capo dell’ufficio politico e cofondatore del movimento fondamentalista Abdul Ghani Baradar è arrivato nella capitale afghana per formare il nuovo governo, mentre tutti gli edifici pubblici sono ancora chiusi. L’agenzia stampa di Kabul dà notizia di nuovi incontri tra l’ex premier Karzai e i leader talebani, e da entrambe le fonti si cita l’intenzione di creare un “governo inclusivo”. Oggi il fratello del presidente deposto Ashraf Ghani ha giurato fedeltà ai nuovi governatori. In città, nel frattempo, proseguono a fatica le evacuazioni dall’aeroporto internazionale, dove si trovano ancora migliaia di afghani che tentano di lasciare il Paese. Una corrispondente di Sky News ha parlato di “almeno tre morti” per la ressa e ha descritto la situazione come “un pandemonio assoluto”. L’ambasciata Usa ha consigliato ai cittadini statunitensi di non andare all’aeroporto perché pericoloso, e il Pentagono ha descritto la situazione come “molto fluida, cambia di ora in ora”. Gli Stati Uniti stanno anche facendo, con una certa preoccupazione, l’inventario delle armi e dei mezzi militari abbandonati e finiti in mano ai talebani, mentre è stata smentita da un portavoce di Ghani l’ipotesi (fatta circolare dai russi) che l’ex presidente avesse portato con sé milioni di dollari nella fuga. Sul Fatto di domani proseguiremo nel racconto delle ore concitate che sta vivendo l’Afghanistan in mano talebana.
LA TRAMA GEOPOLITICA DIETRO IL DIALOGO CON I TALEBANI. Dopo le parole di Angela Merkel ieri (“con i talebani dobbiamo parlare”), oggi è intervenuta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in visita in Spagna, per dire che sono in corso “contatti operativi” con i mullah per facilitare le evacuazioni, ma non si parla in alcun modo di riconoscere il regime. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha dichiarato che l’Ue dovrebbe “impiegare le proprie capacità di influenzare le relazioni nel mondo in modo positivo, per difendere i propri interessi”, e ha vagheggiato di un’autonomia strategica dell’Unione. che al momento però non si vede. Mentre gli europei si preoccupano soprattutto di evitare nuovi flussi migratori (la Grecia ha eretto una recinzione videosorvegliata di 40 km al confine con la Turchia), le altre grandi potenze cominciano a stendere la tela diplomatica attorno a Kabul. Secondo fonti del Cremlino, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan hanno avuto un colloquio telefonico in cui hanno convenuto di “rafforzare la cooperazione bilaterale sulle questioni afghane”. Sul giornale di domani vedremo quali sono le posizioni delle diverse capitali mondiali e come si stanno muovendo le diplomazie, con un’intervista al generale Pasquale Preziosa sugli scenari geopolitici.
COVID, ORA I CONTAGI CRESCONO TRA GLI OVER 40. C’è una nuova tendenza nella diffusione del virus nel nostro Paese. I contagi stanno rallentando tra gli under 30, “mentre si osserva un aumento dei casi nelle fasce di età più adulte”, e in particolare “l’incidenza nella fascia 50-59 per la prima volta da inizio maggio è superiore a 50 casi per 100.000 abitanti”. Da ciò deriva il lento ma progressivo aumento del tasso di ospedalizzazione. È questa l’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, condotta sulla base dei dati di monitoraggio dell’ultima settimana. Non è una lettura incoraggiante, visto che proprio nella fascia d’età over 50 la campagna vaccinale ha rallentato di più, non riuscendo a scalfire lo zoccolo duro di circa 4 milioni di persone non ancora vaccinate. E visto che il conto delle ospedalizzazioni è centrale nella definizione della fascia di rischio delle Regioni. Quella con la situazione più critica, la Sicilia che ieri ha sfiorato per un soffio il passaggio in zona gialla, pare essere scesa sotto la soglia del 10% di occupazione delle terapie intensive, secondo i dati Agenas. Il bollettino di oggi segna 7470 i nuovi casi (ieri erano 7200), e 45 morti (ieri 49), con un tasso positività in calo al 2,9%. Del trend epidemico e delle prospettive per le prossime settimane parleremo domani in un’intervista con Lorenzo Pregliasco. In tema di contagi tra i giovani, invece, vi daremo conto di uno studio inglese sulla diffusione del Covid durante gli Europei di calcio, che dimostra che l’effetto Wembley c’è stato eccome. Un’analisi da tenere a mente, considerando che stasera anche da noi riaprono gli stadi per la prima giornata di campionato.
DURIGON RITORNA E FA FINTA DI NIENTE. L’ultima volta che ha parlato pubblicamente ha proposto di intitolare il parco Falcone e Borsellino ad Arnaldo Mussolini. Dopo settimane sottocoperta, ora il sottosegretario fascioleghista rompe il silenzio con un’intervista a un quotidiano locale di Latina, ma parla solo delle prossime elezioni amministrative. Di dimissioni neanche l’ombra. Del resto, Durigon può contare sull’appoggio diretto del leader della Lega, Matteo Salvini, e quello indiretto del silenzio del premier Mario Draghi, che tace da 16 giorni nonostante gli appelli. Oggi Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ha invocato l’intervento di Mattarella, mentre la petizione che chiede le dimissioni del sottosegretario sfiora quota 160 mila firme. Sul Fatto di domani vedremo quali sono i prossimi appuntamenti che lo riguardano.
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Cile, giustizia per i desaparecidos. Chiesta l’estradizione in Italia per tre ex militari accusati dell’uccisione di cittadini italiani scomparsi sotto la dittatura di Pinochet.
I 5S hanno una candidata a Milano. Dopo settimane di attesa è stata scelta Layla Pavone, indicata da Giuseppe Conte.
Dossier Monte dei Paschi. Definire quanto varrà l’aumento di capitale della Banca significa capire come andrà la cessione a Unicredit.
150 anni di Campidoglio. Una lettura sulla storia di Roma di Domenico De Masi.
Mai dire… Il protagonista dell’intervista della domenica è Giorgio Gherarducci, del trio della Gialappa’s Band.
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