LA POLITICA in primo piano sul Fatto di domani: tra vendette e doppi giochi, cominciano i tavoli sul Recovery Fund. Oggi è il turno del M5S e del Pd, nel quale, però, non c’è estrema chiarezza: Dario Franceschini, in un’intervista al Corriere della Sera, ha esplicitamente invocato le urne nel caso di una crisi dell’esecutivo. Ma non si è ancora udita la voce del segretario, Nicola Zingaretti.
Domattina a sedersi davanti a Conte sarà Matteo Renzi, e cercheremo di scoprire quali – delle tante espresse in queste settimane – saranno le reali richieste del leader di Italia Viva, sempre pronto a far saltare il governo (con orgoglio, come trapela dalle sue dichiarazioni a La Stampa). Di seguito potete leggere un’anticipazione del ritratto che Pino Corrias ha scritto per noi del “bomba”.
L’ECONOMIA si occuperà invece della manovra di bilancio. O meglio, della maratona durata 48 ore per approvare in tempo la legge. Tutti si sono complimentati per la “straordinaria pagina politica”, nessuno ha protestato. Perché? Cosa è stato inserito in fretta e furia?
IL NOSTRO FOCUS sarà dedicato al Covid-19 (qui i numeri di giornata), e in particolare alla variante del virus scoperta in Inghilterra. Proveremo a capire se, come sembra, quella variante in realtà circolasse già anche nel nostro Paese e perché, allora, non è stata individuata. La domanda che poi tutti si pongono, nel giorno in cui l’Agenzia europea del farmaco ha dato il via libera a Pfizer-Biontech, è: il vaccino che faremo ci tutelerà anche da questa modificazione del coronavirus? Ne parleremo con Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
GLI ESTERI ci porteranno negli Stati Uniti, dove vengono stanziati 1,3 miliardi per la costruzione del muro al confine con il Messico (con il benestare dei dem e nel silenzio di Biden) e dove il Congresso ha approvato un piano di aiuti a base di bonus e sostegno ai disoccupati. E poi in Turchia, dove sono stati inflitti tre anni di carcerazione preventiva a Osman Kavala, l’altro grande nemico di Erdogan, dopo Gulem.
NELLA SEZIONE RADAR un intervento dello scrittore Andrea Vitali.
NEL SECONDO TEMPO, infine, le strenne natalizie: i consigli delle firme del Fatto per ripararsi dal “lungo inverno del nostro scontento”.
Ricatti & dispetti: il Bomba gioca l’Italia come una Playstation
di Pino Corrias
A perfezionare l’anno nero degli italiani mancava l’ultimo algoritmo bisestile. Ci ha pensato Matteo Renzi a disegnarlo e, collegando i fili, a godersi il conto alla rovescia. Non per niente ai tempi delle cingomme sotto al banco e degli scout d’Appennino toscano, lo chiamavano il Bomba, quello che le spara grosse, si tiene la palla e vuole la merenda dei più piccoli.
Prepotente oggi come allora, ma sempre con il mezzo sorriso imbracciato ai tempi di #Enrico stai sereno, mentre gli tagliava la testa e la carriera. Peccato che la sua nuova playstation siamo noi, l’Italia assediata dal Covid e dalla eterna chiacchiera politica, che per lui vuol dire fare e disfare governi, palleggiare coi nemici, abbattere gli amici.
Ha benedetto il Conte Due e dal giorno dopo ha cominciato a prenderlo a martellate. Appena il governo ha dichiarato il lockdown, lo scorso marzo, lui ha chiesto di riaprire tutto. Se Conte rifiuta il Mes, lui lo pretende. Chiede chiarimenti di programma, poi disdice la riunione, “la mia capogruppo Bellanova ha da fare”.
A sentir lui oggi Conte non cade, domani forse, vediamo come gli gira l’umore che oscilla tra quello di Napoleone e di Bertoldo. Va avanti e indietro a gomitate. Senza mai smettere le sue due specialità: querelare chi non gli garba; disdire in pubblico il contrario di quello che pensa in privato, e dichiarare l’opposto: “Le poltrone sono l’ultimo dei miei problemi”, ha appena detto. Che vuol dire il primo.
Eppure. Quando comparve al mondo, sembrava ossigeno per la sinistra in apnea. Era sveglio di chiacchiera, veloce nel tornaconto, bravo coi calci sugli stinchi, spiritoso a raccontar bugie e col ciuffo da bimbo a renderle plausibili. Sembrava l’antidoto anche sonoro al borbottare oscuro di Bersani, strillando in chiaro: “Rottamazione senza incentivi!” . Per poi finire al Nazareno con Denis Verdini a scavare la fossa al buon senso e alla sinistra.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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