IL GREEN PASS IN SALSA VERDE. Come da copione, il governo ha incassato alla Camera la fiducia al dl che estende il green pass a scuola e trasporti con 413 voti a favore e 48 contrari. Rinviati a domani, invece, esame e voto dei 90 ordini del giorno. Il problema, si sapeva, è tutto interno alla Lega, dove si è consolidata la spaccatura tra Matteo Salvini e l’ala governista incarnata dal ministro Giorgetti e dai governatori. Alla votazione alla Camera hanno partecipato 80 deputati su 132 (il 60%, hanno votato tutti a favore). Qualcuno prova a tenere insieme tutto: “Rinnoviamo la fiducia al governo Draghi, ma pensiamo sia giusto porre dei problemi per trovare soluzioni condivise e positive per il Paese”, ha affermato nella sua dichiarazione di voto Rossana Boldi. Ma tra deputati e senatori, sarebbero in molti a pensare di lasciare il partito (l’ultima defezione in ordine di tempo, quella dell’europarlamentare Francesca Donato). Sul Fatto di domani capiremo anche cosa sta accadendo nella base leghista, preoccupata soprattutto del sorpasso a destra di Giorgia Meloni alle prossime amministrative. Tornando invece al green pass, vedremo che ci sono luoghi o situazioni rispetto ai quali, ancora, le istituzioni non sanno che fare.
VACCINATI E OSCENI: IL SENSO DELL’OCCIDENTE PER I VACCINI. “Siamo sull’orlo dell’abisso e ci muoviamo nella direzione sbagliata”: lo ha detto senza mezzi termini il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aprendo il dibattito della 76esima Assemblea Generale. “La maggioranza del mondo più ricco si è vaccinata – ha proseguito – oltre il 90% degli africani sta ancora aspettando la prima dose. È un’oscenità”. Secondo Bloomberg, il presidente americano Biden vuole invitare i leader mondiali a donare un miliardo di vaccini con l’obiettivo di immunizzare il 70% della popolazione mondiale entro il prossimo anno. Intanto da noi si continua a parlare dell’opportunità di vaccinare i bambini. Dopo la cautela espressa ieri dai pediatri (subito dopo il via libera-annuncio delle case farmaceutiche), è intervenuto anche il direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, secondo cui “non sempre ciò che si legge nei comunicati stampa delle aziende corrisponde a studi severi e condivisi dalla comunità scientifica”. Non solo: come leggerete sul giornale di domani, Vaia punta il dito contro il nulla fatto per garantire il ritorno a scuola in sicurezza (e senza mascherine) di tutti gli alunni. Qui i numeri odierni dei contagi.
GUERRA TRA ITA E SINDACATI, E IL PIANO NON SI VEDE. Ieri Ita ha deciso di rompere con i sindacati e procedere alle assunzioni dei nuovi dipendenti senza applicare il Contratto nazionale del lavoro e mantenendo un piano di organico esiguo, per cui resterebbero a casa migliaia di dipendenti Alitalia. I sindacati avevano organizzato una protesta sotto la sede dell’azienda e chiesto un intervento del governo. Oggi pomeriggio un’altra manifestazione. Nel frattempo, il presidente esecutivo di Ita Alfredo Altavilla e l’amministratore delegato Fabio Lazzerini sono stati ascoltati in commissione Lavoro al Senato sul piano industriale dell’azienda. L’audizione si è tenuta a porte chiuse, quindi del piano di Ita si è saputo solo che i senatori, leggendolo, hanno espresso scetticismo. Pubblicamente Altavilla si è limitato a dichiarare che la data del 15 ottobre per il lancio della società non è discutibile e che “malgrado l’applicazione del regolamento aziendale, ci siamo impegnati per iscritto a continuare a tenere informati i sindacati e le associazioni professionali dell’andamento delle operazioni e della società”. A ogni modo, il ministro dell’Economia Daniele Franco si è detto disponibile a riferire al Senato il 5 ottobre. Sul Fatto di domani vi aggiorneremo sulla vicenda e faremo un po’ di conti in tasca alla nuova compagnia aerea italiana.
CARO CANDIDATO, QUANTO CI COSTI. Le elezioni sono fra 12 giorni. Per fare un bilancio politico dovremo aspettare i risultati, ma per quello economico possiamo già metterci al lavoro. Lo abbiamo già fatto per Carlo Calenda la scorsa settimana, sul giornale di domani proseguiamo e allarghiamo la nostra indagine chiedendoci quanto sono costate le campagne elettorali dei principali candidati in corsa per la poltrona da sindaco alla prossima tornata.
QUALCUNO LO VUOLE MORTO (IL PAPA). Francesco lo sapeva fin dall’inizio: in Vaticano bisogna guardarsi le spalle. E a giudicare dagli ultimi eventi, l’atmosfera sta ulteriormente peggiorando. “Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto”: è stato lo stesso Bergoglio a rivelarlo in un colloquio a porte chiuse con i suoi confratelli gesuiti slovacchi. Nei giorni in cui si era reso necessario l’intervento al colon – e parliamo di inizio luglio –, secondo la versione del Pontefice c’erano addirittura prelati che “preparavano il conclave”. Chissà se erano gli stessi che avevano messo in giro le voci di sue possibili dimissioni. Lui, di sicuro, sa con chi prendersela: con chi vuole “tornare indietro o cercano certezze nel passato”. Sul giornale di domani ci occuperemo delle oscure trame in Vaticano.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Vendite “all’insaputa”. Il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas ha risposto con un post Facebook alle inchieste pubblicate dal Fatto nei giorni scorsi, relative ad alcune sue compravendite di immobili. In un caso, ha detto che non conosceva il suo acquirente. Vi ricorda qualcuno? Domani il seguito della vicenda.
Transizione ecologica alla francese. Parigi a parole è tra le capitali più convinte della conversione all’economia green: domani una nostra inchiesta.
Eugenio Bennato. Intervistiamo il cantautore napoletano in occasione della rinascita della Nuova Compagnia di Canto Popolare.
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