LA POLITICA in primo piano sul Fatto di domani, con il governo sempre appeso a eventuali altri “responsabili” che potrebbero fuoriuscire anche da Italia Viva (sempre che il pressing del Pd funzioni). Studieremo le strategie del presidente del Consiglio che, per dare seguito al suo discorso alle Camere, sta andando spedito sulle discussioni sul Recovery Plan con sindacati e confederazioni. Così come ieri sera ha lasciato la delega sui Servizi all’ambasciatore Piero Benassi (vedremo chi è il consigliere diplomatico e perché Conte lo considera uomo di fiducia). L’impressione, dunque, è che il premier voglia accelerare, anche in vista di quelli che saranno gli appuntamenti decisivi per la tenuta della maggioranza nelle prossime settimane, dalla relazione del ministro Bonafede alla riforma del processo penale, dallo stesso Recovery al dl Ristori. Capiremo anche se ci sono strascichi giudiziari e politici dell’inchiesta per ‘ndrangheta che ha coinvolto l’ormai ex segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. Intanto la crisi innescata da Renzi fa alzare lo spread.
NEL COMPARTO COVID, oltre ai consueti numeri di giornata, bisognerà registrare che, secondo il monitoraggio settimanale dell’Iss, l’indice RT è tornato sotto quota 1, ma ci sono ancora dodici regioni con le terapie intensive in grande affanno. Vi ricordate poi tutta la querelle tra la Lombardia e il ministero della Salute per l’inserimento in zona rossa? Ecco, si è scoperto che ad aver inviato dei dati sbagliati è stata la stessa giunta di Attilio Fontana.
NEL NOSTRO FOCUS un’inchiesta esclusiva su uno dei reati più odiosi che possano essere commessi: la pedopornografia, che purtroppo nel 2020 ha fatto registrare in Italia numeri molto alti. Potete leggerne di seguito un’anticipazione.
LA CRONACA si occuperà delle motivazioni della sentenza per la ‘ndrangheta stragista e degli ultimi sviluppi dell’inchiesta sui soldi della Lega. Ci sono novità anche nell’indagine milanese sulla morte di Imane Fadil.
IN ECONOMIA troveremo i dati dell’Inail, che ci raccontano di 132mila contagi, e vedremo come lo smart working, pur non utilizzato al meglio nella Pubblica amministrazione, ha comunque salvato dei posti di lavoro.
NEGLI ESTERI la annosa questione tra Francia e Algeria: dopo un rapporto commissionato a due studiosi (delle rispettive parti), l’Eliseo vorrebbe chiudere la vergognosa pagina della colonizzazione, ma c’è ancora qualcosa da risolvere. Andremo poi in Spagna, meglio in Catalogna: Puigdemont e i separatisti in esilio possono dormire sogni tranquilli.
NELLA SEZIONE RADAR un’interessante lettura del professor Salvatore Settis a proposito degli esempi virtuosi dell’arte e dell’archeologia che si autofinanziano e vengono smantellati.
IL SECONDO TEMPO, infine, con il declino della commedia americana e il consueto appuntamento con il nostro inserto Che c’è di bello.
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Nel mondo dei reati invisibili del Covid
di Antonio Massari e Valeria Pacelli
È uno dei lati più oscuri della pandemia. E anche dei più terrificanti. I primi segnali sono emersi immediatamente, già nelle rilevazioni del 2020, quando s’è scoperto che l’incidenza dei “reati invisibili”, a partire dalla pedopornografia, ma non solo, erano quasi raddoppiati. Le cronache degli arresti sono sempre più frequenti. Ieri un caso a Rimini. Il 15 gennaio a Cagliari, dove è finito in manette un ufficiale della Guardia di finanza: nei suoi computer custodiva migliaia di filmati e foto con adolescenti e bambini. Lo schema è sempre lo stesso: un archivio alimentato grazie allo scambio in rete. La rete, il mare profondo dal quale emergono immagini di bambini, a volte di pochi mesi, vittime di violenze su violenze. Sempre il 15 gennaio, a Perugia viene arrestato un altro uomo, un 53enne in possesso di decine di migliaia di file. E tutto questo, i cosiddetti “reati invisibili”, avviene regolarmente nel luogo che dovrebbe essere il più protetto, soprattutto per un bambino: all’interno delle mura domestiche. Poi viaggia alla velocità della luce in Internet.
(continua a leggere sul giornale di domani)
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it
Gad Lerner a La Confessione di Peter Gomez (stasera alle 22.45 su Nove): “Perché ho lasciato Repubblica? ho riconosciuto l’impronta padronale degli Agnelli”
|