DRAGHI ALLA CAMERA SBEFFEGGIA LA COMPLESSITÀ. CONTE BLINDA LA LEADERSHIP. Anche la Camera, come ieri il Senato, ha dato via libera alla risoluzione di maggioranza sul dossier Ucraina faticosamente negoziata ieri. 410 sì, 29 contrari e 34 astenuti di FdI. A Montecitorio il premier ha scelto una postura più aggressiva, prendendo di petto il tema dell’invio di armi e lanciandosi in un dualismo tagliente. “C’è una fondamentale differenza tra due punti di vista. Il mio è che l’Ucraina si deve difendere. Le armi e le sanzioni servono a questo”, ha detto Draghi. L’altro punto di vista, ha continuato con enfasi, sostiene che la Russia è troppo forte e quindi prevede di lasciare l’Ucraina in pasto a Mosca. Del resto, la tenuta della maggioranza è stata messa al riparo ieri dalla sessantina di parlamentari che Di Maio ha portato in dote al centro. Dal lato del Movimento, nelle prime ore sono circolate idee diverse sul sostegno all’esecutivo, ma oggi pomeriggio Conte, dopo una riunione, ha escluso un cambiamento di linea su Draghi e ancor meno di leadership. Vedremo sul Fatto di domani come ha incassato il colpo il Movimento. Di Maio riunirà il suo gruppo domani.
DI MAIO, DA “BIBITARO” A IDOLO D’ESTABLISHMENT (E DI KIEV): COME TI CAMBIA LA SCISSIONE. Per i giornali del “Draghi per sempre” Di Maio è diventato uno statista in una notte. Secondo i commentatori, la sua mossa potrebbe avvicinare un nuovo polo di centro, oppure materializzare un “campo largo” finalmente liberato dal patto col diavolo populista del 5S. Gli endorsement politici di peso, per ora, sono pochi: Renzi e Calenda si negano, Letta dal Pd prende tempo. L’unico è Giovanni Toti a considerare già il ministro degli Esteri un interlocutore. L’apprezzamento più divertente viene però da Vincenzo De Luca, presidente dem della Campania che definiva Di Maio “una mezza pippa” e oggi lo considera “maturato”. L’endorsement più preoccupante (per metodo) viene invece da Kiev. Il ministro degli Esteri ucraino, Dimitro Kuleba, ringrazia Di Maio per “l’integrità” nel sostegno al suo Paese: ha fatto bene a uscire dal Movimento con le sue posizioni “ambigue”, scrive su Twitter. Segue a ruota Podolyak, consigliere di Zelensky: “Ogni politico sceglie come entrare nei libri di storia. Luigi Di Maio comprende le sfide del tempo”. L’opinione della base, riversata sui social network, sembra molto diversa. E non manca chi ricorda i tempi in cui Di Maio sferzava i “voltagabbana del Parlamento” e sbandierava multe salate ai grillini che migravano nel Misto (qui il video del 2017). Sul Fatto di domani faremo anche una radiografia del nuovo gruppo “Insieme per il Futuro”, vedremo chi sono i deputati (51) e senatori (11) che l’hanno seguito (a cui si aggiungono due eurodeputati), come sono schierati e a cosa ambiscono. Peraltro, al Senato il gruppo dovrà appoggiarsi a un simbolo pre-esistente (per regolamento) e andrà con quello di Bruno Tabacci.
UCRAINA, QUANTO COSTA RICOSTRUIRE. Mentre l’avanzata russa prosegue lentamente, nel 119° giorno di guerra, Mosca alza i toni su Kaliningrad (minaccia risposta “non diplomatica”). Il cancelliere tedesco Scholz ha detto che serve un Piano Marshall per ricostruire l’Ucraina (sulla cui candidatura a Stato membro si pronuncerà il Consiglio europeo domani e venerdì). “Ricostruiremo tutto” aveva scandito Draghi in visita a Kiev. Intanto va registrato un passo avanti sulla questione del grano: una piccola nave cargo operata da una compagnia turca è salpata da Mariupol oggi, mostrando che il porto è sbloccato. Nel suo discorso al Bundestag, Scholz ha anche detto che Berlino difenderà la Nato centimetro per centimetro. Sul Fatto di domani vedremo quanto potrebbe costare il piano di investimenti per la ricostruzione delle città ucraine distrutte dalle bombe russe. Putin e Xi si sono incontrati a Pechino a un incontro dei Paesi Brics, condannando le sanzioni occidentali.
GAS, L’AIE: “PREPARATEVI AI RAZIONAMENTI”. Lo aveva già detto settimane fa, con qualche condizionale in più. Oggi il presidente dell’Autorità Internazionale per l’Energia Fatih Birol, intervistato dal Financial Times, avvisa l’Ue di prepararsi immediatamente allo stop completo delle forniture russe di gas. La riduzione sancita da Gazprom oggi, è la tesi, è solo l’assaggio di quello che Mosca farà in autunno: chiudere completamente i rubinetti. La principale contromisura sul piano continentale, secondo Birol, saranno i razionamenti dell’energia: leggerete nel dettaglio questa analisi sul Fatto di domani. Il ministro Cingolani ha incontrato le principali aziende energetiche per concordare freni alle tariffe, mentre il governo prolungava in un Cdm il bonus bollette (quello sulla benzina scade a luglio). Sul giornale di domani, oltre alla crisi energetica, continueremo a seguire l’emergenza siccità. Stasera si terrà in proposito un vertice tra il ministro delle Politiche Agricole Patuanelli, lo stesso Cingolani e il capo della Protezione civile. Da Bruxelles ci esorta a intervenire il vice presidente della Commissione Timmermans: “La scienza è molto chiara, gli eventi climatici che si stanno verificando in tutta Europa minacciano la sicurezza alimentare”. Sul Fatto di oggi abbiamo rivelato che il ministro Cingolani era stato avvertito del rischio siccità già a marzo e non ha fatto niente.
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Maturità, sei sempre la solita. Sette tracce di italiano, contestate per “banalità” e per l’assenza di riferimenti al contemporaneo, fatta eccezione per il richiamo al libro La sola colpa di essere nati di Gherardo Colombo e Liliana Segre. Sul Fatto di domani le analisi a specchio delle nostre firme Tomaso Montanari e Filippo Maria Pontani.
Covid, i dati di oggi. Altri 53.905 nuovi contagi e 50 vittime. Il tasso di positività al 21,8%.
Gad Lerner presenta Gramsci. Un’esclusiva lettura sul giornale di domani.
Gli Stati Uniti contro l’aborto. La nuova composizione conservatrice della Corte costituzionale Usa potrebbe rendere l’aborto illegale. È partita la protesta dei movimenti delle donne. Su Fq Extra la nostra video-inchiesta.
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