MAFIA, STRAGI ’93: L’ARMA “VICINA” AL GENERALE MORI, SOTTO INCHIESTA A FIRENZE. “Nel pieno rispetto del lavoro dell’autorità giudiziaria, l’Arma dei Carabinieri esprime la sua vicinanza nei confronti di un ufficiale che, con il suo servizio, ha reso lustro all’istituzione in Italia e all’estero, confidando che anche in questa circostanza riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati”. Con questa nota il Comando generale dei carabinieri stamane prende posizione, in relazione all’avviso di garanzia della procura di Firenze, comunicato al generale Mario Mori; quest’ultimo, coinvolto in passato nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, è stato sotto processo per 22 anni, ma è stato sempre assolto. I magistrati che indagano sulla stagione delle bombe a Firenze, Roma e Milano, nonché sul fallito attentato allo stadio Olimpico, ritengono che l’ufficiale fosse a conoscenza dei piani mafiosi ma non fece nulla per evitare gli attentati. L’ex capo del Ros ed ex direttore del Sisde, 85 anni, deve rispondere di strage, associazione mafiosa, associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico. Accuse molto gravi, che giungono nell’imminenza del 32° anniversario della strage di Capaci, costata la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, e a cinque agenti della scorta. Il caso non è solo giudiziario, ma è subito divenuto politico dato che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ieri ha incontrato l’alto l’ufficiale a palazzo Chigi, dichiarando la sua solidarietà, e oggi il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri ha fatto sapere di aver presentato una interrogazione al Ministro della Giustizia, a causa di quello che appare “un accanimento persecutorio nei confronti del Generale Mori”. Sul Fatto di domani leggerete le novità sul caso Mori, e sui motivi che hanno spinto l’Arma a siglare una nota di solidarietà.
REDDITOMETRO PER STANARE GLI EVASORI, MELONI STRIGLIA LEO: “NON FAREMO UN GRANDE FRATELLO FISCALE”. Dopo il fronte del Superbonus, ora la maggioranza litiga sul Redditometro, ovvero sulla possibilità di confrontare la dichiarazione dei redditi con le spese, per dare la caccia agli evasori fiscali. Dopo una raffica di condoni per agevolare chi elude il fisco, il governo sterza bruscamente con un decreto firmato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. La premier lo ha subito riportato sulla retta via, senza sconti per il collega di partito: “Mai nessun grande fratello fiscale sarà introdotto da questo Governo. Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune”, ha scritto la premier sui social. Ieri la Lega era insorta, per via della pubblicazione in Gazzetta del decreto ministeriale che rispolvera il “redditometro”. L’istituto era stato sospeso da Conte nel 2018, in attesa di ridefinire le spese di cui tener conto per determinare la capacità contributiva. Neppure Meloni sarebbe stata al corrente del decreto firmato da Leo. Del resto, la premier oggi ha chiarito la linea: “Contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar”. Non una parola contro la piccola evasione: per la premier le tasse sono “pizzo di Stato”. Con Draghi al governo, Meloni aveva attaccato la riforma del redditometro proposta dai Migliori. Eppure il decreto del viceministro meloniano ricalca lo stesso schema. Lega e Forza Italia sono sulle barricate. Tajani promette di chiederne la revoca in Consiglio dei ministri. Salvini spera “che il passato non ritorni”. Spera, appunto: perché la lotta all’evasione potrebbe servire a fare cassa per la prossima manovra di Bilancio. Sul Fatto di domani vi racconteremo la guerra nella maggioranza su evasione e Redditometro.
GUERRA ISRAELE-HAMAS: STATO PALESTINESE, EUROPA DIVISA. GLI USA: “SERVE DIPLOMAZIA, NON SCELTA UNILATERALE”. Irlanda, Spagna e Norvegia non hanno dubbi: riconosceranno lo Stato palestinese come possibile soluzione alla guerra in atto tra Israele e Hamas, scoppiata il 7 ottobre in seguito al massacro firmato dagli islamisti con 1.200 morti e la cattura di centinaia di ostaggi. Ai tre Stati non si associa Parigi: “Il riconoscimento della Palestina non è un tabù per la Francia, ma non riteniamo che al momento ci siano le condizioni perché questa decisione abbia un impatto reale”. Anche gli Stati Uniti – che nelle ultime settimane hanno avuto molti punti di contrasto con il premier Netanyahu – prendono le distanze: il presidente Biden sostiene il percorso verso una soluzione a due Stati, ma si tratta di una soluzione da perseguire “attraverso negoziati diplomatici, non in modo unilaterale”. Israele ha reagito richiamando gli ambasciatori da Oslo e Dublino. Resta attivo lo scontro anche tra lo Stato ebraico e la Corte Penale Internazionale, il cui procuratore, Karim Khan, ha chiesto un mandato di arresto non solo per i leader di Hamas, ma per il primo ministro israeliano Netanyahu e il ministro della Difesa, Gallant. Il procuratore generale di Israele, Gali Baharav-Miara e il procuratore di Stato Amit Aisman, hanno definito “senza basi” la richiesta, sostenendo di aver esaminato le accuse, e che la Cpi non ha l’autorità di indagare e incriminare leader israeliani: “Le forze di sicurezza, inclusa l’Idf combattono la guerra nel pieno rispetto delle regole del diritto internazionale”. Sul giornale di domani leggerete le ultime novità sul conflitto in Medio Oriente: ieri sono stati uccisi tre militari a Gaza nord negli scontri con gli islamisti, e le famiglie di cinque soldatesse rapite da Hamas il 7 ottobre, hanno dato il permesso di trasmettere il video in cui vengono brutalizzate e portate via sanguinanti.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Napoli, un morto e due feriti nel cantiere della metro. La vittima, Antonio Russo, aveva 63 anni, e sarebbe andato in pensione a settembre. In prognosi riservata i suoi due colleghi. Secondo i primi accertamenti l’incidente, avvenuto sul tratto in costruzione Capodichino-Poggioreale, è stato causato da mezzi in movimento adibiti a trasporto di materiali.
Caso Scurati, la presidente Rai: “Nessuna censura, anomalie”. Marinella Soldi è stata ascoltata oggi in commissione di Vigilanza, a proposito del caso sollevato da Serena Bortone e che ha coinvolto lo scrittore e il suo monologo per il 25 aprile. “Non possono essere attributi intenti censori al vertice aziendale”, ha detto. Eppure ci sono state “azioni anomale, comportamenti che non erano usuali e che sono avvenuti da un certo momento in poi”.
Guerra Russia-Ucraina, accuse a Mosca: invia armi nello spazio e modifica i confini marittimi nel Baltico. Il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, accusa Mosca: “Il 16 maggio la Russia ha lanciato un satellite nell’orbita terrestre bassa che, secondo noi, è probabilmente un’arma contro-spaziale in grado di attaccare altri satelliti”. Per il Cremlino si tratta di una notizia priva di fondamento. Al fronte, la situazione resta difficile per l’Ucraina, con i russi che avanzano nella regione di Kharkiv. Il presidente Zelensky ha rinnovato l’appello agli alleati occidentali: “Mandate armi il più presto possibile”. La Lituania punta il dito sui russi ritenendoli responsabili di una “operazione ibrida” nel Baltico, con l’intento di allargare i confini marittimi.
Regno Unito, elezioni il 4 luglio. Il primo ministro conservatore Rishi Sunak ha avviato le procedure per lo scioglimento della Camera dei Comuni, indicando la data del 4 luglio per le elezioni politiche, con un anticipo di sei mesi rispetto alla fine della legislatura. I sondaggi indicano come favoriti i laburisti.
|