L’EMERGENZA COVID in primo piano sul Fatto di domani. A tenere banco lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, secondo cui tra Brescia e Bergamo ci sono 7 varianti del virus che stanno facendo ripartire i contagi. E questo nel giorno in cui i commercianti annunciano una class action per la zona rossa nella Regione (dove continua la polemica sui dati tra Roma e la Lombardia, nel pomeriggio la conferenza stampa di Fontana e della Moratti). Poi l’altro problema, quello dei vaccini: leggerete un punto sulla situazione, dopo le accuse di Conte per i ritardi delle forniture. Ci aiuterà nella comprensione il presidente dell’Agenzia italiana per il farmaco, Giorgio Palù. Proseguendo, oltre ai consueti numeri di giornata (che trovate qui), un resoconto sulla situazione nelle varie Regioni e sui cambi di colore.
NELLA POLITICA a tenere banco è ancora la crisi di governo, con le trattative in corso per sostenere Conte, anche in previsione del voto di mercoledì sulla relazione di Bonafede sulla Giustizia (il tema è come verranno impiegati i fondi del Recovery plan). Ma, come vedremo, un altro passaggio parlamentare impensierisce la maggioranza: in commissione Affari costituzionali è in discussione un tema molto caro a Renzi. Poi il mese dei due Matteo, Renzi e Salvini, che spesso si sono strizzati l’occhio.
IL FOCUS sarà dedicato al viaggio di Gad Lerner a San Germano Vercellese, dove la sindaca Michela Rosetta è finita ai domiciliari per l’affaire pacchi viveri (di cui potete leggere un’anticipazione).
NEGLI ESTERI l’agghiacciante storia del Regeni francese, finito anche lui male in Egitto. Poi il Portogallo dove domenica si vota: un paese modello per la ripresa economica, dove maggioranza e opposizione hanno lavorato insieme per combattere la pandemia.
NELLA CRONACA il no del paesino leghista di Adro alla cittadinanza onoraria per Liliana Segre.
L’ECONOMIA si occuperà dei dati degli utenti acquistati dall’intelligence Usa senza l’autorizzazione di un giudice, la vicenda Snowden che si ripete? Poi in Italia dove è in atto la difficile partita dei diritti televisivi per il calcio e dove la legge sul telemarketing ancora non è operativa.
NEL RADAR le nostre firme, Daniele Luttazzi e Angelo D’Orsi.
NEL SECONDO TEMPO l’intervista a Lino Guanciale, in tv con il commissario Ricciardi, e un punto su Sanremo, edizione difficile visto il Covid.
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San Germano Vercellese, il buio oltre le risaie
di Gad Lerner
“San Germano Vercellese non merita questa gogna. Troppa acrimonia, una comunità lacerata, insieme dobbiamo vincere l’odio e recuperare lo spirito del Vangelo”. Così ha predicato il parroco, don Stefano Bedello alla messa di domenica 17 gennaio, due giorni dopo che sono finiti agli arresti domiciliari la sindaca leghista Michela Rosetta e l’ex assessore Giorgio Carrando. Intercettati mentre si compiacevano di fare “figli e figliastri”, distribuendo pacchi alimentari “da sfigati”, testuale, alle famiglie bisognose ritenute immeritevoli; e altri, più sostanziosi, a famiglie amiche tutt’altro che indigenti, compreso un nucleo che percepisce più di 7mila euro di reddito mensile. Obbligo di firma anche per l’ex vicesindaco Maurizio Bosco e altre due persone denunciate.
Ci vorrebbe la penna di Harper Lee per raccontare il buio oltre la siepe, o meglio oltre le risaie di San Germano, comune della bassa vercellese di 1.700 anime dove quella sindaca, salviniana fervente, alle ultime elezioni aveva raccolto l’89,6% dei votanti (quasi la metà, però, gli astenuti). Un paese spaccato in due.
Arrivando in una giornata di pioggia in queste terre d’acqua, tra i campi irrigati dal Canale Cavour e il volteggiare dei cormorani, trovo San Germano immerso in un lockdown di vergogna. Difficile parlare di quel che è accaduto perché la grettezza, la micragnosità delle malversazioni venute alla luce, promosse a virtù dalla mentalità leghista, qui precipitano fin nel ridicolo.
Mazzancolle & capesante: 9mila euro di fondi Covid
Una studentessa universitaria italo-marocchina di 24 anni, Ghizlan Ould Ghzala, mi mostra due tabulati. In cima si legge: “Raccolta firme delle persone che non hanno ricevuto mazzancolle e capesante”. Sottoscritto da vari Rashid, Ahmed, Laila, Mouna per un totale di 28 famiglie. Per giustificare l’acquisto di mazzancolle e capesante con gli oltre 9mila euro destinati al comune dalla Protezione civile per l’emergenza Covid, la sindaca si era inventata la scusa che servissero per il rispetto delle norme religiose islamiche. “Neanche una scatoletta di tonno abbiamo ricevuto”. In compenso Halima Zitouni, madre divorziata di due figlie che versa in povertà assoluta – l’unica marocchina cui sia giunto un pacco – si è vista recapitare della carne di maiale, notoriamente proibita. Un impiegato comunale ha testimoniato che l’hanno fatto apposta. Halima mi racconta di aver regalato quella carne a un vicino di casa prima di tornare in Municipio a protestare: “Perché altri hanno avuto olio, farina, detersivo, zucchero, maionese, shampoo, e a me solo grissini, biscotti, fagioli e una conserva di pomodoro?”. Non l’avesse mai fatto: la sindaca Rosetta s’è infuriata e ha disposto che non ricevesse più alcun aiuto.
Succedeva a maggio. Poi a settembre venne fuori la storia delle mazzancolle e delle capesante. Chiedo a Ghizlan che esito abbia avuto la sua raccolta di firme: “Non se n’è fatto nulla. Per paura di subire ritorsioni le famiglie mi hanno chiesto di non consegnarle”.
Ben presto ho capito il perché. All’ingresso del Municipio, posto di fianco a piazza Oriana Fallaci, solo da poco hanno tolto una grande scritta: “Prima gli italiani”.
“Che senso aveva mettere a terra la propria dignità, sapendo che andavi incontro a certi sguardi, battute sul velo, per poi ottenere solo dei no? In molti hanno rinunciato a fare domanda. Del resto se in strada, per educazione, salutavi la sindaca, lei voltava la testa dall’altra parte”, spiega Ghizlan.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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