METTI UNA SERA A CENA (ORGANIZZATA DA DELL’UTRI). Che Forza Italia sia in difficoltà, ormai lo sappiamo. Da un lato i tifosi dell’ex cavaliere, che sognano di vederlo l’anno prossimo varcare la soglia del Quirinale scortato dai corazzieri; dall’altro i ministri e i governativi a oltranza, capeggiati da Renato Brunetta, che con il giusto tocco di realismo spingono super Mario verso quella stessa porta. Ma siccome non c’è mai limite al peggio, adesso sappiamo – grazie al puntuale resoconto del Corriere della Sera – che tra Arcore e la Sicilia campeggia una vecchia conoscenza di Silvio. Di più, un amico (anche se un pochino rinnegato): Marcello Dell’Utri, redivivo dopo l’assoluzione in appello per il processo Trattativa. Il Corsera ci ha fatto sapere che il buon vecchio Dell’Utri, per nulla risentito dal menefreghismo di Berlusconi che non ha testimoniato a suo favore in aula, è tornato a frequentare la villa dove un tempo c’erano le Olgettine. Ma non solo: è stato lui ad “apparecchiare politicamente” l’accordo tra Miccichè e i renziani isolani. Ce li vedete, tutti insieme, uniti in un grande centro? Sul Fatto di domani proveremo a immaginarli, con tutto il bagaglio di reati che si portano dietro. E non sarà l’unico scenario che valuteremo.
RENZI, C’ERA UNA VOLTA UN LEADER. Non ce n’è una che gli vada per il verso giusto, povero Matteo. Dopo la chiusura delle indagini sulla Fondazione Open, Renzi deve incassare un altro, durissimo colpo: essere scavalcato nientepopodimeno che da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Secondo l’ultimo sondaggio pubblicato da Nando Pagnoncelli, al primo posto del gradimento dei leader politici (tolto, quindi, il presidente del Consiglio) c’è Giuseppe Conte, seguito da Giorgia Meloni, Roberto Speranza, Enrico Letta e Matteo Salvini (dev’essere dura anche per lui, a pari merito con Berlusconi…). E però bisogna andare giù giù in fondo per trovare il nome del senatore di Rignano, che raggiunge ben (si fa per dire) il 14%. Concedere interviste e far parlare di sé non giova, evidentemente, e questo vale – come vedremo – anche per il Pd, ringalluzzito dalla vittoria alle amministrative ma ben lontano dall’avere una visione precisa del futuro.
PREPARATE I FAZZOLETTI, RITORNA LA (RIFORMA) FORNERO. Cento, centodue, centoquattro: il balletto dei numeri su cui ruota la discussione politica e sindacale degli ultimi giorni nasconde una triste realtà. Come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, il superamento di Quota 100 sarà graduale: 102 nel 2022, 103 nel 2023 e 104 nel 2024. I partiti potrebbero trovare un accordo (e dovranno farlo in queste ore, considerando che la riforma arriverà in Consiglio dei ministri già martedì), i sindacati un po’ meno (e infatti Draghi li incontrerà). Ma se la direzione è quella del “tornare a quello che c’era prima”, nelle menti dei lavoratori un nome rievoca un girone infernale: legge Fornero. Sul giornale metteremo in fila le tante, piccole o grandi variazioni che ci sono state negli ultimi anni e capiremo a chi conviene un simile salto nel passato.
COVID, IN EUROPA È ALLARME ROSSO. Ha cominciato la Russia, annunciando un lockdown di nove giorni (leggi il nostro articolo dalla newsletter Il Fatto Internazionale), prosegue l’Austria guidata dal nuovo cancelliere Schallenberg, che ha varato un piano per fronteggiare l’intensificarsi dei contagi e dei ricoveri: un lockdown solo per i non vaccinati. Da noi, invece, siamo ancora alle prese con tamponi, numeri reali e movimento no green pass: sparuta la manifestazione al Circo Massimo, a Trieste il ministro Patuanelli ha incontrato i coordinatori della protesta). Di certo, l’obbligo del certificato verde ha avuto il pregio di incrementare il tracciamento, ma adesso persino i “giornaloni” si stanno rendendo conto che non è servito ad accrescere le prime dosi. Qui i contagi di giornata.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Processo Open Arms. Anche Richard Gere ammesso tra i testimoni.
Il lato social dei talebani. Com’è cambiata la comunicazione dei nuovi padroni dell’Afghanistan.
Lo strappo di Erdogan. Il Sultano caccia dieci ambasciatori che avevano firmato un appello per la liberazione del filantropo Osman Kavala.
Festa di Roma, diamo i numeri. Si chiude questa nuova edizione della kermesse cinematografica della Capitale, di cui tracceremo un bilancio. La tradizionale intervista della domenica sarà invece a Pif per il suo nuovo film “E noi come stronzi rimanemmo a guardare”.
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