PENSIONI MINIME, RIALZO MISERO: 3 EURO IN PIÙ GRAZIE ALLA MANOVRA DI MELONI. SCIOPERO DI MEDICI E INFERMIERI IL 20 NOVEMBRE: “ENNESIMA PRESA IN GIRO”. Sergio Mattarella ha firmato il testo della Manovra, via libera per la presentazione in Parlamento. Il testo è atteso alla Camera il 18 novembre. Lunedì doveva essere presentato da Meloni in conferenza stampa, ma (complice le grane con i migranti in Albania e gli impegni di Tajani al G7) l’appuntamento è slittato anche ieri. Ma la via maestra è l’austerità. Un esempio? Le pensioni minime (cavallo di battaglia di Forza Italia) aumentate di 3 euro al mese: da da 614,7 a 617,9 euro. Considerando il rialzo dei prezzi, l’assegno è identico o scende, come potere d’acquisto. Il cuore della manovra è duplice: da una parte la conferma del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti con redditi fino a 35mila euro l’anno (esteso a 40 mila); dall’altra, la riduzione da 4 a 3 scaglioni dell’imposta sul reddito. Le due misure valgono circa 15 miliardi. Come coperture, sul piatto ci sono 9 miliardi in deficit (grazie alla maggior crescita certificata dall’Istat), 6 di maggiori incassi fiscali, 2,4 in virtù dei tagli ai ministeri. Senza dimenticare il contributo delle banche, come anticipo di liquidità grazie al rinvio di sconti fiscali. Altri fondi arriveranno dal taglio delle detrazioni fiscali: il governo vuole introdurre un tetto in base al reddito, che si può alzare solo per chi ha figli. Un modo di far cassa (circa 1 miliardo) sulla pelle dei single e dei senza prole, privo di benefici per chi ha donato figli alla patria. Ma dopo le proteste per gli spiccioli alla Sanità, Meloni prova a cambiare rotta con aumenti di indennità per medici e infermieri: 50 milioni di euro per il prossimo anno e 327 milioni dal 2026. Non basta: le due categorie hanno annunciato lo sciopero per il 20 novembre. “Non possiamo restare in silenzio dinanzi all’ennesima presa in giro”, hanno protestato i leader delle sigle sindacali. Intanto è già partita la corsa agli emendamenti. Sul Fatto di domani vi racconteremo la battaglia sulla Manovra, appena cominciata.
AVANTI UN ALTRO: SPANO, IL CAPO DI GABINETTO DI GIULI. COSTRETTO ALLE DIMISSIONI. Gentilmente accompagnato alla porta: è durato neanche 10 giorni l’incarico come capo di gabinetto al ministero della Cultura per Francesco Spano, fedelissimo del ministro Alessandro Giuli ma finito nel mirino dei Pro Vita e di molti esponenti della stessa maggioranza per la sua appartenenza al mondo Lgbtq+. “Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali – ha scritto in una lettera al ministro –, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso di Palazzo Chigi, in pressing da ieri su Giuli, è stato l’annuncio di un servizio di Report che andrà in onda domenica prossima con “due nuovi casi Boccia”. Uno dei due riguarda proprio Spano, che prima lavorava al Maxxi sempre con Giuli: nel museo romano compare anche, sotto compenso, il marito di Spano, l’avvocato Marco Carnabuci (passato dalla gestione Melandri a quella di Giuli). Secondo la trasmissione di Ranucci, il conflitto d’interessi non sarebbe mai stato dichiarato. “Barbarico clima di mostrificazione”, ha commentato Giuli, che nel pomeriggio è salito a Palazzo Chigi ufficialmente per discutere di Manovra con Mantovano. Dal giorno della nomina di Spano al posto di Francesco Gilioli, il 14 ottobre, non erano mancate le polemiche per una vicenda del 2017 che lo riguardava, un servizio de Le Iene sui fondi che attraverso di lui – allora ai vertici dell’Ufficio governativo anti discriminazioni – sarebbero arrivati a un’associazione di cui lui stesso faceva parte. All’epoca era stata Giorgia Meloni a twittare contro di lui. Nei giorni scorsi, i giornali di destra hanno messo su una campagna mediatica e le associazioni Pro Vita hanno promosso una petizione per chiederne le dimissioni. I malumori dentro Fratelli d’Italia viaggiavano via messaggi: come abbiamo raccontato oggi, il 12 ottobre nella chat del partito romano il coordinatore del Municipio IX, Fabrizio Busnengo, aveva scritto un messaggio omofobo dando del “pederasta” a Spano. Sul giornale di domani vedremo meglio com’è andata l’intera vicenda.
GUERRA IN UCRAINA, GLI USA: “PROVE DI TRUPPE NORDCOREANE A FIANCO DELLA RUSSIA”. MOSCA: “LA NOTIZIA È FASULLA”. XI JINPING AI BRICS: “EVITARE ESCALATION NEI COMBATTIMENTI”. Nella guerra in Ucraina, che perdura ormai da più di due anni e mezzo, si aprono nuovi scenari. Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha confermato: ci sono prove che la Corea del Nord abbia inviato truppe in Russia. L’agenzia di spionaggio della Corea del Sud ha rivelato che circa 3.000 soldati dalla Corea del Nord erano stati inviati in Russia; stanno ricevendo un addestramento su droni e altre attrezzature prima di essere schierate sui campi di battaglia. Entro dicembre, Pyongiang potrebbe inviare 10.000 unità. Per il Cremlino, quella delle truppe nordcoreane è una notizia fasulla. Di guerra nell’Est si è parlato a Kazan, capitale della repubblica russa del Tatarstan, dove si sta svolgendo il meeting dei Brics, il raggruppamento delle economie mondiali nato dalla collaborazione tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, a cui nel tempo si sono aggiunti Iran, Etiopia Egitto e di recente gli Emirati Arabi. Anche la Turchia aspira ad entrare dentro questa alleanza. Il presidente cinese Xi Jinping ha fornito la sua visione: “Dobbiamo seguire tre principi: niente allargamento del campo di battaglia, niente escalation dei combattimenti e niente benzina sul fuoco, in modo da calmare la situazione il prima possibile”. Sul Fatto di domani leggerete le ultime novità sul conflitto e su cosa succede in Ucraina, dove il presidente Zelensky ha ribadito: “Questa guerra può finire solo se abbiamo una posizione di forza”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Turchia, attacco armato al centro aerospaziale: 4 morti e 14 feriti. Uccisi due assalitori. Almeno tre persone armate, tra cui una donna, hanno preso d’assalto oggi il quartier generale aerospaziale Tai (Turkish Aerospace Industries), vicino ad Ankara: quattro persone sono morte e altre 14 sono rimaste ferite, secondo il ministro dell’Interno, Ali Yerlikaya. Due componenti del commando sono stati eliminati. Un gruppo di tecnici dell’azienda Leonardo che erano vicino alla struttura sono al sicuro. I terroristi sono entrati negli uffici ed hanno preso ostaggi, il governo ha inviato le forze speciali.
Stati Uniti, infezioni di escherichia coli legata a panini McDonald. Un morto in Colorado. La diffusione di escherichia coli legata agli hamburger Quarter Pounder di McDonald’s è stata verificata in dieci Stati. Si contano almeno 49 casi, tra cui una donna anziana del Colorado che ha perso la vita, e altre 10 che sono attualmente ricoverate. Un bambino è in ospedale con gravi complicazioni renali. Le infezioni sono state segnalate tra il 27 settembre e l’11 ottobre.
Esplosione alla Toyota Material Handling di Bologna, un morto e tre feriti. Gravissimo incidente sul lavoro nel pomeriggio in zona Borgo Panigale: a saltare in aria, all’interno della multinazionale che si occupa di movimentazione merci, sarebbe stato un compressore e lo scoppio ha fatto crollare parte del capannone. Dalle primo informazioni ci sarebbero una vittima e almeno tre feriti gravi, e sono in corso verifiche per capire se ci siano persone sotto le macerie.
Serie sul delitto Scazzi, sospesa la serie tv “Avetrana”. Il Tribunale civile di Taranto ha accolto il ricorso d’urgenza presentato nei giorni scorsi dal sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, con un provvedimento di sospensione cautelare della messa in onda della serie tv “Avetrana-Qui non è Hollywood”, sull’omicidio di Sarah Scazzi, prevista dal 25 ottobre sulla piattaforma Disney+.
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